
Se, ad esempio, fino a cinque anni fa circa 1 ragazzo su 6 (nella fascia d’età 18-34) si metteva volentieri in ascolto di dibattiti e confronti politici, nel 2021 (ultimo dato disponibile) tale quota è scesa a circa 1 su 10. Con il crollo più sensibile - dal 15% all’8,7% - proprio nella fascia 20-24, parzialmente rappresentata anche dagli universitari. Qualcosa di simile, seppur meno evidente, è avvenuta tra i minorenni (di età compresa tra 14 e 17 anni), ovvero i futuri elettori: la percentuale di chi ha assistito convintamente a discussioni di tipo politico è passata dal 7,6% del 2018 al 6% del 2021. Meglio non dire, per ovvie ragioni, del grado di partecipazione attiva, praticamente inesistente in tutte le fasce analizzate.
Interesse a informarsi sulla politica? Molto poco
La prova del nove di questa dinamica verso il basso si può avere anche osservando un altro indicatore. Quello che ci dice se e quanto interessa ai giovani lo sviluppo delle vicende politiche. Insomma, se si informano o meno su questi argomenti. E la risposta è assolutamente negativa: è una sparuta minoranza a farlo. I più attenti (per modo di dire) sono le ragazze e i ragazzi tra i 25 e i 34 anni: recentemente, circa 1 su 4 si aggiorna quotidianamente sull’attualità politica. Nella fascia d’età 18-24 si scende a 1 su 5. Tra i minorenni (14-17 anni) si supera di poco il 6%. Và detto, comunque, che i numeri sono in lieve crescita rispetto agli anni passati. Ma non basta.Perché la stragrande maggioranza resta volontariamente a digiuno dei fatti politici. Tra i minorenni, oltre la metà (52.6%) non si informa mai. Nella fascia d’età 18-24 si tengono totalmente alla larga da questi temi oltre 3 giovani su 10. Tra i più adulti (25-34 anni) le cose vanno leggermente meglio, ma è tanto lo stesso quel quarto abbondante (27,2%) che non segue questo tipo di vicende. Inoltre, questa “disaffezione informativa”, risulta stabile nel tempo e il trend è in ogni caso in negativo: le cose tendono a peggiorare.