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giornalino scolastico usa schwa

Negli ultimi anni il linguaggio scritto e parlato ha subito delle modifiche, non ufficiali, in termini di inclusione sociale. Questo di recente ha ricevuto anche l’attenzione da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito, tanto da stabilire alcune regole.

In un liceo di Padova, per questo motivo come riporta il 'Corriere della sera Veneto', un articolo destinato al giornalino scolastico ‘Wild Times’ ha scatenato un dibattito acceso che va ben oltre la grammatica.

Tutto nasce dall’utilizzo, in un articolo, dello schwa (ə), simbolo scelto dall’autrice, un’ex studentessa, per riferirsi in modo neutro alla comunità scolastica nel suo complesso in un pezzo dedicato al post-diploma. Ma, prima della pubblicazione, la dirigente scolastica ha chiesto di modificare il testo, ritenendo lo schwa "non opportuno".

La redazione del giornalino però ha reagito con forza con una lettera pubblica, in cui si precisa: "È un atto di censura, il Wild Times è nato per dar voce a tutti non per omologare il pensiero”.

Indice

  1. La preside: "Rispetto per la lingua"
  2. Gli studenti: "Una scelta politica e stilistica"
  3. Cos'è lo schwa e perché divide

La preside: "Rispetto per la lingua"

La dirigente scolastica respinge l’accusa di censura: “Non ho fermato il giornalino, ho solo chiesto che si rispetti la lingua italiana, che è già inclusiva di per sé. Perché non usare il maschile e il femminile, lasciando semplicemente che ognuno si identifichi dove meglio crede, senza entrare nel merito?".

Inoltre precisa: "Esasperare la diversità ed essere inclusivi al costo di mettere in primo piano la minoranza, rischia di escludere la maggioranza ed essere controproducente”, una posizione che richiama proprio la linea ministeriale scelta del Ministro Valditara.

Gli studenti: "Una scelta politica e stilistica"

La redazione di 'Wild Times', però, non ci sta. In una lettera pubblica, rivendica il diritto a pubblicare il testo originale, senza modifiche:

 “Per quanto vi siano molteplici discussioni sulla correttezza grammaticale dell’uso di questo simbolo, ormai è entrato a far parte della comunità queer – si legge –, ma a prescindere, dall'approvazione o no dello schwa in un documento ufficiale, crediamo che sia a discrezione dell'autore o autrice utilizzarlo all'interno del proprio articolo, che rappresenta le decisioni politiche, sociali, stilistiche del o della suddetta, e non dell'intera redazione”.

Per gli studenti, quindi, non si tratta solo di un simbolo, ma di una scelta consapevole, personale e significativa. Difendere quello schwa significa difendere la libertà di espressione all’interno della scuola.

Cos'è lo schwa e perché divide

Lo schwa, rappresentato dal simbolo “ə”, è un simbolo dell’alfabeto fonetico internazionale che in tempi recenti è stato adottato dalla comunità LGBTQIA+ per superare il binarismo linguistico maschile/femminile, grazie al suo suono neutro.

Tuttavia, l’uso è controverso: non è previsto dalle regole ufficiali della lingua italiana e non è leggibile e pronunciabile da tutti, motivo per cui anche il Ministero dell’Istruzione ha preso posizione.

Con la nota n. 1784 del 21 marzo 2025, il ministro Giuseppe Valditara ha invitato le scuole a evitare simboli come lo schwa e ad attenersi alle regole della lingua italiana nelle comunicazioni ufficiali scolastiche.