
Scuola aperta, autonoma e con più soldi. Questa la ricetta del neo Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, presentata oggi in Commissione al Senato. La scuola ha il compito, infatti, di contrastare l’ormai annoso fenomeno della dispersione, che attualmente supera il 16%, aprendo le porte degli edifici scolastici anche dopo l’orario effettivo delle lezioni.
Che l’autonomia scolastica diventi, poi, effettiva, attraverso fondi più consistenti appannaggio di Presidi e docenti già all’inizio dell’anno scolastico, utilizzabili per il miglioramento dell’offerta formativa.
SCUOLA APERTA
– Il ministro Giannini ha esposto ufficialmente in Senato il suo programma, incentrato su quella che definisce una “Scuola Aperta”, nel senso letterale del termine. Edifici aperti, dunque, anche dopo l’orario scolastico, grazie all’ideazione e implementazione di progetti dedicati. Apertura, però, anche mentale: maggior integrazione e legalità prima di tutto, ma anche nuovo spazio allo spessore umanistico del nostro Paese, ripristinando e rinnovando nel loro uso didattico materie cannibalizzate come la filosofia, la musica, la storia dell’arte. Al centro della visione di questa nuova idea di scuola anche l’inglese, da trasformare in lingua di contenuto: non più solo l’ora a essa dedicata, quindi, ma anche l’insegnamento di altre materie in lingua straniera, come già accade nel resto d’Europa, per garantire lo sviluppo del bilinguismo in Italia.
AUTONOMIA E VALUTAZIONE
– L’autonomia scolastica è una realtà già esistente, ma purtroppo vincolata alla mancanza di fondi. Nel progetto del Ministro, quindi, è di vitale importanza garantire alle scuole, già dall’inizio dell’anno scolastico, la certezza di un budget unico senza vincoli di spesa. Capitolo fondamentale per la modernizzazione della scuola italiana, poi, è senza dubbio la valutazione dei risultati, non solo degli studenti, attraverso il test Invalsi, ma anche di docenti e Presidi. La speranza della Giannini è quella di riuscire ad organizzare un programma che coinvolga maggiormente le singole scuole nella gestione degli Invalsi, di modo da promuovere un ciclo di autovalutazione finalizzato al miglioramento e alla verifica dei risultati, con l’obiettivo ultimo di una scuola di qualità.
SPAZIO ALLA FORMAZIONE TECNICA
– Gli Istituti tecnici sono stati protagonisti, nel nostro ‘900, di una stagione di forte industrializzazione del Paese, e devono tornare a rappresentare un motore per lo sviluppo e le competenze dell’Italia e dei ragazzi stessi. I dati sulle iscrizioni alle scuole superiori per il prossimo anno scolastico, d’altronde, già dimostrano l’interesse dei giovani verso questo settore. Nell’agenda del Ministro, poi, anche punti già più volte presi in considerazione, tra i quali l’edilizia scolastica, una gestione più snella del sistema delle supplenze, un miglioramento dell’offerta formativa e uno svecchiamento del corpus giuridico scolastico, attualmente risalente al 1994.
L'UDS RISPONDE
- A conclusione della presentazione del Ministro in Senato l'UDS, Unione degli Studenti, dà un voto decisamente insufficiente al manifesto programmatico. Nonostante la soddisfazione per i piani in merito all'edilizia scolastica, infatti, troppe, secondo, l'UDS le lacune. "Siamo sbalorditi di fronte all'ennesima dichiarazione in favore delle scuole private e della loro equiparazione a quelle pubbliche", dichiara Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti. Preoccupazione, inoltre, per le dichiarazioni in merito ai nuovi sistemi di valutazione, in quanto il test invalsi "non è attualmente uno strumento pedagogico valido poichè introduce esclusivamente scuole, docenti e studenti in un'ottica competitiva, selettiva ed escludente". In conclusione, quindi, per gli studenti la Giannini "conferma la sua idea di una scuola selettiva e competitiva, basate sui test Invalsi e schiacciata sulle esigenze di mercato".
Francesca Fortini