
Più soldi, assegnati con maggior rapidità, dove ce n’è realmente bisogno. Sembra che la riforma sulla ‘Buona Scuola’ inizi a dare i primi frutti; almeno è questa la promessa del Miur. In questo quadro, il fondo di funzionamento, è un pilastro su cui basare l’andamento dell’anno scolastico.
E, per il 2016/2017, le premesse sembrano più che buone. Basterà per far sì che le scuole smettano di chiedere il contributo volontario - spesso preteso come obbligatorio - alle famiglie?FONDO PIU’ CHE RADDOPPIATO - Il Ministero dell’Istruzione ha comunicato l’entità delle risorse da assegnare ai presidi per sostenere le spese correnti e quelle per la didattica degli istituti pubblici di ogni ordine e grado. Saranno 235 milioni di euro, quota più che raddoppiata rispetto allo stanziamento per lo scorso anno, quando furono 110 i milioni a disposizione delle scuole.
“Con la Buona Scuola abbiamo aumentato i fondi per il funzionamento – ha sottolineato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini - ma soprattutto abbiamo stabilito tempi certi per la loro assegnazione. Conoscere all’inizio dell’anno scolastico le risorse di cui si disporrà per far funzionare la propria scuola è un elemento essenziale per consentire ai dirigenti di lavorare bene e di pianificare spese e interventi. Si tratta di un’informazione essenziale anche per la programmazione dell’offerta formativa che avviene proprio in queste settimane”.
L’INCREMENTO STABILE CONSENTIRA’ MAGGIORE PROGRAMMAZIONE - Le scuole, quindi, da oggi sapranno da subito quanto potranno spendere non solo per l’anno in corso, ma anche per i prossimi anni: l’incremento, infatti, sarà stabile, favorendo una concreta programmazione pluriennale dell’offerta. Nel frattempo, la prima tranche del fondo, è già partita.
I SOLDI ANDRANNO A CHI NE HA REALMENTE BISOGNO - Ma le novità non si fermano qui, perché la riforma ha anche previsto la revisione dei parametri di assegnazione delle risorse: d’ora in poi si dovrà prestare maggiore attenzione alla presenza nelle scuole di alunni diversamente abili e a particolari contesti socio-economici. A queste situazioni andrà la preferenza nell’assegnazione delle risorse. Un modo per attenuare le differenze tra scuola e scuola.
UN DECRETO SEMPLIFICHERA’ LE PROCEDURE - Parallelamente, poi, il Ministero sta lavorando a una bozza di decreto che semplificherà gli adempimenti contabili a carico degli istituti, alleggerendo la mole di lavoro di segreteria e dirigenza e rendendo più snelle le procedure burocratiche. In corso di attivazione, infine, percorsi di formazione per il personale scolastico finalizzati a gestire gli aspetti amministrativo-contabili e un help desk per fornire assistenza alle scuole.
“Alle maggiori risorse - chiude il Ministro - stiamo affiancando strumenti di lavoro più agili e la necessaria formazione per accompagnare il personale e supportarlo in una gestione sempre più efficace ed efficiente delle nostre scuole”.
ADDIO CONTRIBUTO SCOLASTICO? - Le scuole saranno soddisfatte? Attualmente molti istituti, e in particolare tecnici e professionali - dove il costo dei laboratori ha un peso non indifferente sul bilancio - chiedono alle famiglie anche ben oltre i 100 euro a studente sotto forma di contributo scolastico. Con i nuovi criteri di assegnazione del Fondo di Funzionamento, si arriverebbe finalmente vicini alla somma minima - indicata dagli stessi presidi come intorno ai 100 euro a studente - per l'effettivo funzionamento delle scuole. Ma viste le difficoltà economiche che diversi istituti lamentano, l'incremento potrebbe ancora non essere sufficiente a eliminare la pratica della richiesta del contributo alle famiglie. E allora, potrebbero continuare le minacce agli studenti, che suonano come: "Se non paghi non parteciperai alla gita" o peggio "Se non paghi niente esami". A dimostrarlo sono le segnalazioni che ogni giorno giungono alla redazione di Skuola.net e che raccontano come le scuole usino il pugno di ferro con i ragazzi quando si tratta di ricevere l'ormai tristemente noto contributo.
Marcello Gelardini
