
Insoddisfazione che ha raggiunto il culmine con la decisione di trasferirsi altrove per poter fornire ai bambini migliori istituti scolastici.
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Mamma finlandese insoddisfatta delle scuole italiane
Un anno fa Elin Mattson e suo marito, un Information Technology Manager che lavora da remoto, attratti dalla bellezza della Sicilia, decidono di trasferirsi qui insieme ai propri figli, iscrivendoli quindi alle scuole locali.Ma, a distanza di parecchi mesi, dopo aver sperimentato il sistema scolastico italiano, l'intera famiglia è molto insoddisfatta dell'educazione che i bambini ricevono a scuola, totalmente diversa da quello a cui erano abituati. Per questo scelgono di trasferirsi altrove, in Spagna per la precisione, ma non prima di inviare una lettera aperta alla redazione di Siracusa News, nella quale Elin illustra i motivi per i quali non può vivere in Italia e non vuole che i figli studino nella nostra scuola.
""Mamma urlano e picchiano sul tavolo” dice il mio bambino di 6 anni. “Sì, è pazzesco che usino il fischietto e urlino” dice il quattordicenne, “e conosco l’inglese meglio dell’insegnante di inglese stesso!”." Queste sono le parole con cui questa lettera iniziano, riportando quindi le dichiarazioni dirette dei figli dell'autrice della missiva.
A questo punto Elin si presenta e inizia a inquadrare meglio la situazione in cui si è trovata la sua famiglia qualche tempo fa, dovendo decidere dove stabilirsi: "Siamo una famiglia finlandese che si è trasferita a Siracusa, solo perché potevamo (lavori digitali). Volevamo sperimentare il vostro clima e la vostra cultura fantastici, ma purtroppo il nostro soggiorno non è andato come previsto. Abbiamo già vissuto sia in Spagna sia nel Regno Unito e abbiamo (ingenuamente?) pensato che il sistema scolastico sarebbe stato simile in tutto il Mediterraneo, ma ragazzi, ci sbagliavamo. I nostri due ragazzi, uno di 6 anni e l’altro di 14, sono andati a scuola qui a Siracusa ma ci sono voluti appena un paio di mesi per renderci conto che non ne valeva la pena."
Elin continua raccontando il suo primo approccio con la scuola italiana: "Il sistema scolastico è così povero. I miei dubbi sono iniziati dal primo giorno che ho messo piede a scuola per l’iscrizione: il rumore delle classi era così forte che mi chiesi come diavolo fosse possibile concentrarsi con quel frastuono. Quel giorno ho anche dato un’occhiata di sfuggita ad un’aula in cui un bambino di circa 7 anni stava svolgendo un esercizio di fronte ad un insegnante arrabbiato che sprezzante, guardava dall’alto in basso non solo il bambino alla lavagna ma tutti alunni. Era scioccante."
Imprescindibile quindi il paragone con le scuole finlandesi, dove i ragazzi hanno diritto a più pause durante la giornata e hanno il permesso di alzarsi e giocare all'aperto: "La giornata scolastica si trascorre sulla stessa sedia dalla mattina fino a quando non si ritorna a casa. Cosa? “Non esistono pause dov’è permesso muoversi?” Chiedo. “Solo piccole pause nella stessa classe.” È stata la risposta che ho ricevuto. Questo sarebbe uno dei fattori principali per avere un cambiamento nelle classi: l’importanza dell’aria fresca e delle pause! Se solo il governo ne capisse i benefici! In Finlandia, gli studenti hanno una pausa di 15 minuti tra una lezione e l’altra, e lasciano l’aula per giocare insieme nel giardino/patio. Uno o due insegnanti li tengono d’occhio mentre sono fuori. La Finlandia si rende conto dei benefici di bambini che si muovono, giocano, urlano e corrono liberamente all’aperto per liberarsi delle energie in eccesso e prendere aria fresca, così da ottenere migliori risultati a scuola."
Elin continua parlando anche dei problemi degli asili nidi, che secondo il suo parere scarseggerebbero di giochi e attrezzature: "Ho anche un bambino di 3 anni e ho potuto vedere anche l’attività dell’asilo. Ero preoccupata quando ho visto il giardino (patio) dell’asilo. Niente con cui giocare? Dov’erano tutte le cose da scalare? Niente? Voglio dire, ho visto attrezzature per far giocare i bambini nei parchi cittadini, quindi sicuramente sanno come ottenerle. I bambini non dovrebbero giocare anche all’asilo? No, un giardino vuoto intorno al perimetro dell’edificio. Non andava bene…. I bambini dell’asilo sono seduti per lo più dentro, ancora attorno a un tavolo a fare piccole cose solo con le mani? Davvero? Completamente da pazzi. Fare esperienze all’aperto è essenziale per ogni persona che apprende."
La lettera, infine, prende in considerazione il fattore traffico e quello dell'entrata e dell'uscita da scuola dei ragazzi: "Un altro problema che ho notato: com’è possibile pensare che possano essere funzionali gli innumerevoli adulti che corrono a scuola ogni mattina e ogni pomeriggio? Il caos totale del traffico (e l’ambiente qui?) è pratico per le famiglie? In Finlandia i bambini (7-12 anni) vanno a scuola da soli; usano la bicicletta o vanno a piedi e se abitano a più di 5 km dalla scuola possono andare con il taxi/bus della scuola. Pranzano a scuola, poi tornano a casa da soli quando la giornata scolastica è finita. Volendo, il bambino può andare in un altro posto (come un club pomeridiano) fino a quando i genitori non lasciano il lavoro."