Cristina.M
di Cristina Montini
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bullismo

Una studentessa di 12 anni è costretta ad essere sempre accompagnata dai genitori e dai prof, anche per andare al bagno, perché minacciata attraverso Facebook. Il bullismo corre in rete, ma i social network non sono sempre negativi, a volte possono salvare la vita.

DUE STORIE A CONFRONTO - Facebook può essere un incubo o un’àncora di salvezza, dipende da come lo utilizziamo. Oggi mettiamo a confronto due storie che vedono i social network al centro dell’attenzione, ma gli esiti delle due vicende sono totalmente opposti.

PERSEGUITATA SU FACEBOOK E AL CITOFONO - Il primo caso che vi raccontiamo e quello di una studentessa di prima media perseguitata da un gruppo fantasma attraverso Facebook. Dopo aver accettato l’amicizia di alcuni ragazzi sconosciuti nella vita reale, sono arrivate le prime minacce attraverso la bacheca on-line che con il tempo si sono fatte sempre più insistenti, fino a che i misteriosi bulli sono giunti a citofonarle sotto casa intimandole di scendere per “spaccarle la faccia”. Il dirigente scolastico ha allertato la Polizia Postale, ma nel frattempo la ragazza è costretta a farsi accompagnare a lezione da genitori un po’ più tardi e a farsi venire a riprendere un po’ prima rispetto alla campanella, e a scuola si fa scortare ovunque, anche per andare in bagno.

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SALVATO DAL SUICIDIO GRAZIE A FACEBOOK - Il secondo caso, invece, mostra come Facebook possa letteralmente salvare la vita. Riguarda un ragazzo di 19 anni, residente a Pesaro, che la settimana scorsa scrisse sul proprio profilo di voler farla finita. Un suicidio annunciato di cui non si sapeva né il motivo, né dove e come potesse avvenire. I suoi amici, preoccupati, hanno contattato un loro professore che ha allertato la Polizia e, dopo aver rintracciato il cellulare del ragazzo, lo hanno trovato sulla riva del fiume Foglia in stato confusionale riportandolo a casa. E se non ci fosse stato Facebook?

Cosa ne pensi dei social network?

Cristina Montini