
Il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha voluto fare chiarezza su un punto cruciale che ha generato qualche confusione. Si tratta di un disegno di legge sul consenso informato che, a quanto pare, alcuni hanno interpretato male, mescolandolo con il concetto di "educazione affettiva".
Il Ministro ha specificato che la proposta legislativa riguarda l'educazione alla sessualità biologica e al consenso informato in relazione alle teorie sull'identità di genere o "cultura gender". Questo per dire che è ben distinta dall'ambito delle relazioni personali e dell'affettività.
L’educazione al rispetto delle donne
La novità principale, introdotta a partire da settembre 2024, per la prima volta nella storia della scuola italiana, è stata invece l'educazione al rispetto verso le donne e alle relazioni, inserita all'interno dei corsi di educazione civica.
L'impegno è stato quello di rafforzare con un capitolo interamente dedicato a questi temi nei nuovi programmi scolastici. L'obiettivo è chiaro: sensibilizzare gli studenti sul fenomeno della violenza sulle donne e costruire una vera e propria cultura del rispetto e del consenso.
La risposta delle scuole
E la risposta delle scuole su questi percorsi educativi è stata più che positiva. Un'indagine del Ministero, condotta tra il 15 e il 29 maggio 2025, ha rivelato un dato nitevole: ben l'86,7% delle scuole secondarie di secondo grado - ovvero 9 istituti su 10 - ha già attivato progetti specifici su questi temi, in linea con le nuove direttive.
Questo significa che nella stragrande maggioranza delle aule si sta parlando, si sta riflettendo e si stanno mettendo in pratica azioni concrete per costruire un futuro migliore.
Risultati incoraggianti
I dati raccolti dal Ministero sono davvero incoraggianti. Il 96,9% delle scuole partecipanti ha dichiarato di aver avviato attività tematiche, coinvolgendo un numero enorme di classi e studenti: ben 54.047 classi e un totale di 860.045 studenti.
L'87,4% di queste iniziative è stato integrato nel curriculum scolastico, attraverso laboratori, seminari e gruppi di discussione. I risultati indicano che il 68,5% delle scuole ha confermato l'efficacia di questi interventi, riscontrando miglioramenti comportamentali, come una riduzione di episodi di bullismo e violenza di genere.
In alcune regioni, come Sicilia, Campania e Puglia, i risultati sono stati ancora più significativi, con quasi l'80% delle scuole ha registrato un miglioramento tangibile sull'argomento. Con le buone pratiche si stanno diffondendo a macchia d'olio, con Lombardia, Campania, Sicilia e Lazio in prima fila per numero di iniziative.