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fact checking notizie

D’ora in poi le notizie sulla scuola passeranno sotto lo scan del Ministero dell'Istruzione e del Merito, per chiarire alcuni dati che vengono pubblicati dalla stampa, non sempre aderenti alla realtà o in linea con quelli ufficiali in possesso al Ministero.

Al centro della discussione, come prima attività, ci sono in particolare i numeri sulla dispersione scolastica. Il MIM sostiene che in giro ci siano dati non aggiornati e, quindi, un po' fuorvianti.

Per questo ha deciso dunque di lanciare una nuova sezione proprio per fare chiarezza e "fornire dati e informazioni ufficiali" per garantire "dialogo e trasparenza". Una specie di caccia alle fake news della scuola.

Indice

  1. A cosa serve il "fact checking"?
  2. La dispersione scolastica? Smentiti i dati diffusi
  3. Il seminario INVALSI: un occhio al futuro della scuola

A cosa serve il "fact checking"?

Il fact-checking, introdotto dal Ministero verificherà se le informazioni riportate su scuola e istruzione sono vere, accurate e aggiornate.

In un'epoca in cui le notizie corrono veloci, spesso senza un vero controllo, questo strumento di verifica diventa fondamentale per distinguere la verità dalla disinformazione.

La dispersione scolastica? Smentiti i dati diffusi

Il primo report, come detto, riguarda i dati sulla dispersione scolastica. Il Ministero ha voluto chiarire le informazioni riguardanti un articolo che citava una dispersione del 10,5% riferita al 2023, definendola "tra le più alte in Europa". Ma il MIM ha tirato fuori i suoi numeri e ha replicato con dati ben diversi, e decisamente migliori.

La dispersione scolastica in Italia nel 2024, secondo il Ministero, è scesa al 9,8%, avvicinandosi parecchio all'obiettivo europeo del 9%, fissato per il 2030.

Ma c'è un dato ancora più interessante ed è quello che riguarda la dispersione implicita. Ovvero quello degli studenti che, pur prendendo il diploma, non hanno raggiunto le competenze minime. Anche in questo caso l'esito del controllo è interessante: siamo passati dall'8,7% del 2023 al 6,6% del 2024, con un calo di oltre due punti percentuali. E la cosa più bella è che il recupero maggiore si è visto proprio nel Mezzogiorno, la zona che tradizionalmente ha più difficoltà. 

Il seminario INVALSI: un occhio al futuro della scuola

Parallelamente a questa operazione di "pulizia" dei dati, il Ministero ha organizzato un seminario, in collaborazione con l'INVALSI, dal titolo: "Il miglioramento dell’offerta formativa: le sfide per il sistema scolastico nell’epoca della transizione tecnologica e demografica per combattere la povertà educativa".

In questa occasione, docenti di ogni grado si sono trovati insieme a riflettere su temi caldissimi come i divari territoriali, la dimensione delle classi e il ruolo super strategico dei dati INVALSI.

Tutti fattori che risultano importanti per contrastare la dispersione scolastica. Centrali nel dibattito sono state le nuove strategie di personalizzazione e tutorato pedagogico, per intercettare gli studenti a rischio abbandono prima che sia troppo tardi. 

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