
Il fenomeno del bullismo è purtroppo un problema comune in molti paesi del mondo. Nonostante sia un fenomeno assai diffuso, se ne parla, però, solo quando si verificano fatti di una certa gravità. Le iniziative per fronteggiare il problema non sono mancate in questi anni, ma sono state portate avanti in maniera non sistematica, lasciate alla libera iniziativa delle singole scuole.
A livello nazionale vi sono stati interventi di carattere normativo e campagne di sensibilizzazione. Le forme di bullismo sono in continuo mutamento e nella maggior parte dei casi le vittime sono bambini e il contesto "privilegiato", oltre al web, è quello scolastico. Per le vittime del bullismo la scuola si trasforma in un incubo quotidiano in cui varie forme di insicurezza e disagio emergono fino a trasformarsi in depressione e ansia. Lo studente preso di mira, magari perché timido o poco capace di difendersi o più debole, resta isolato, alla mercé dei bulli di turno, che agiscono quasi indisturbati.Il metodo KiVa
C'è un caso unico in Europa che aiuta a debellare il fenomeno ed è stato recentemente adottato anche in Italia. In Finlandia è stato ideato un vero e proprio programma scolastico, chiamato metodo KiVa (Kiusaamista Vastaan, letteralmente “contro la violenza nelle scuole”). Il programma, adottato dal 90% delle scuole nazionali, studiato all'Università di Turku e finanziato dal Ministero Finlandese per l'Educazione e la Cultura, ha dato ottimi risultati, riducendo il fenomeno del bullismo in modo considerevole.Non solo. Il metodo ha garantito dei risvolti positivi anche in termini di rendimento scolastico e motivazione. KiVa si basa sulla convinzione che il bullismo sia un fenomeno di gruppo che coinvolge non solo il bullo e la vittima, ma anche gli spettatori.
Come funziona KiVa
KiVa prevede 2 linee di intervento complementari. La prima ha carattere universale ed è volta a prevenire l’insorgere del fenomeno. Queste azioni coinvolgono tutta la scuola e si estendono anche ai genitori. Il programma fornisce moduli di formazione per gli insegnanti, spiegando la differenza tra bullismo, cyberbullismo e altre forme, meno subdole, di violenza.La seconda ha carattere individuale e tende a risolvere singoli casi di bullismo: ad essere coinvolti sono i bulli, le vittime e i compagni dotati di particolare carisma.
La sperimentazione è iniziata nel 2006 e l’esperienza è stata esportata nei Paesi Bassi, in Francia, nel Regno Unito, in Svezia e nel 2014 anche in Italia. Nella maggior parte dei casi, infatti, si è potuto assistere a una drastica riduzione dei fenomeni di vittimizzazione. KiVa non è concepito come un progetto che dura solo un anno scolastico, ma come parte del continuo impegno della scuola contro il bullismo.