
Eppure i compiti in classe sono atti amministrativi che, una volta consegnati, diventano parte della sfera della pubblica amministrazione e sono per questo soggetti al principio generale della trasparenza amministrativa. Ma quindi questo vuol dire che i professori sono liberi di divulgare il contenuto di un tema svolto? Scopriamolo approfondendo le direttive fornite nel Vademecum del Garante “La scuola a prova di privacy”.
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Il compito in classe è un atto amministrativo
Il tema, così come ogni altro compito in classe, una volta svolto e consegnato diventa a tutti gli effetti un atto amministrativo, soggetto ai princìpi generali che regolano la Pubblica Amministrazione. Tra questi vi è quello della trasparenza, che permette a chiunque voglia di presentare un’istanza di accesso per visionare e prendere nota degli atti amministrativi. I compiti in classe svolti a scuola sono di proprietà del Dirigente Scolastico che deve conservarli nel rispetto del principio di riservatezza, che impedisce che i compiti possano essere letti da soggetti che non vantino alcun interesse nel visionarli. Perciò, il contenuto di un tema non è segreto né coperto dalla privacy, poiché altrimenti non sarebbe possibile verificare la legittimità della valutazione o delle correzioni, ma deve essere custodito e conservato nel rispetto delle linee guida previste per il trattamento dei dati.
Cosa è riportato nel Vademecum del Garante
Parte del nuovo Vademecum pubblicato dal Garante sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito è dedicata alla privacy e alla riservatezza legata ai compiti in classe e ai temi. Secondo quanto dichiarato dal Garante: Non lede la privacy l’insegnante che assegna ai propri alunni lo svolgimento di temi in classe riguardanti il loro mondo personale o familiare. Nel momento in cui gli elaborati vengono letti in classe - specialmente se riguardano argomenti delicati - è affidata alla sensibilità di ciascuno la capacità di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze didattiche e la tutela dei dati personali. Ciò significa che non esistono divieti che impediscono al professore di leggere davanti alla classe il tema di uno studente, ma che la decisione è rimessa al singolo docente.