ImmaFer
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scuola, indagini ministeriali

Una nuova fase si apre nel caso di Paolo Mendico, il quattordicenne di Latina che l’11 settembre si è tolto la vita, poche ore prima dell’inizio dell’anno scolastico.

Dopo settimane di verifiche, il Ministero dell’Istruzione ha concluso le ispezioni presso l’istituto dove il ragazzo era iscritto. Le denunce presentate in passato dai genitori di Paolo sono state ritenute fondate. Ora, in attesa dell’esito delle inchieste penali, si profila un procedimento disciplinare nei confronti del personale scolastico coinvolto.

Indice

  1. Le segnalazioni ignorate
  2. La relazione degli ispettori
  3. Le inchieste giudiziarie in corso

Le segnalazioni ignorate

I genitori del ragazzo avevano più volte segnalato alla scuola episodi subiti dal figlio, minacce di morte, insulti come “femminuccia” e altri epiteti, parlando apertamente di situazioni di bullismo. La prima denuncia dei genitori ai Carabinieri risalirebbe addirittura a cinque anni prima, per una maestra che contro Paolo avrebbe incitato la classe alla rissa. Ma le loro parole sono state sottovalutate.

Quelle denunce, oggi, tornano al centro del caso: secondo quanto emerso dalle ispezioni ministeriali, la scuola non avrebbe adeguatamente affrontato la situazione, contribuendo così a un contesto sempre più difficile per Paolo.

La relazione degli ispettori

Nel corso dell’indagine interna, gli ispettori del Ministero hanno ascoltato insegnanti e personale dell’istituto, acquisito documenti e ricostruito il clima vissuto da Paolo nei mesi precedenti alla tragedia. Le conclusioni confermano le ipotesi già avanzate dalla famiglia: il ragazzo sarebbe stato vittima di bullismo, e la risposta degli adulti, tra sottovalutazioni e atteggiamenti omissivi, non avrebbe mai prodotto un intervento efficace.

Sulla base di questi elementi, il Ministero ha deciso di avviare la procedura per notificare contestazioni disciplinari al personale scolastico. Le misure, che riguardano non solo docenti ma anche membri del personale non docente, saranno rese note nei prossimi giorni. Non è ancora chiaro quali sanzioni verranno applicate.

Le inchieste giudiziarie in corso

Parallelamente, restano aperti i due filoni d’indagine della magistratura. La Procura dei Minori di Roma è al lavoro per accertare le responsabilità di alcuni compagni di classe di Paolo, segnalati come possibili autori degli atti di bullismo. La Procura di Cassino sta invece valutando le eventuali responsabilità degli adulti: insegnanti, dirigente scolastico e altre figure che, a vario titolo, avrebbero potuto intervenire o segnalare quanto stava accadendo.

Le indagini non sono ancora concluse, e andranno ad integrarsi con quanto venuto fuori dalle ispezioni ministeriali. 

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