
Il Ministero dell’Istruzione, è impegnato da parecchi anni per quanto riguarda la prevenzione del fenomeno del bullismo; più in generale, ha posto l’attenzione su ogni forma di violenza, avviando diverse strategie di intervento utili a ridurre comportamenti a rischio. Le recenti linee guida con oggetto bullismo e cyberbullismo contengono tutte le azioni di contrasto a tali fenomeni ponendo al centro dell’attenzione il sostegno alla vittima e il ravvedimento del bullo.
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Bullismo e Cyberbullismo: di che si tratta
Il bullismo è l’insieme dei comportamenti di un individuo che ripetutamente dice cose o compie determinate azioni per esercitare un potere su un’altra persona, spesso dominandola. Il “bullo” è una persona violenta, intimidisce le sue vittime, tramite molestie verbali e nei casi più gravi con aggressioni fisiche. Per la vittima è una vera e propria persecuzione ed il solo pensiero di recarsi a scuola, è per lui fonte di preoccupazione, ansia, timore di ritrovarsi a tu per tu con il bullo.Il cyberbullismo è la manifestazione tramite internet del bullismo. Oggi la tecnologia digitale permette ai bulli di introdursi nelle case delle vittime, in ogni momento della loro vita, opprimendole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite la Rete. Bullismo e Cyberbullismo sono due facce della stessa medaglia, che spesso hanno come protagonisti non solo singoli violenti individui ma gruppi di essi il cui obiettivo è soltanto quello di provocare danni ad un coetaneo che per sua spiccata sensibilità ed elevato senso civico non riesce o non vuole difendersi.
Il Cyberbullismo ai tempi della DAD: 1 studente su 8 vittima di spiacevoli episodi
La pandemia, con cui tutti noi abbiamo a che fare da più di un anno, ha accresciuto a livello esponenziale l’utilizzo della didattica a distanza, praticamente sconosciuta o utilizzata in via sperimentale nel nostro Paese prima del Coronavirus. Ne consegue che i più giovani, tra scuola digitale e l’impossibilità a muoversi causa restrizioni nelle varie zone colorate dell’Italia, hanno visto accrescere a dismisura l’impiego del loro tempo online. E di conseguenza il fenomeno del Cyberbullismo aumenta in maniera direttamente proporzionale al maggior utilizzo degli strumenti digitali.“Negli ultimi dodici mesi più di 1 ragazzo su 8 racconta di essere stato vittima di cyberbullismo”
È quanto evidenziato in una recente indagine dell’Associazione Nazionale Di.Te, condotta in collaborazione con il portale Skuola.net e con VRAI [Vision, Robotics and Artificial Intelligence – Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università Politecnica delle Marche], su un campione di 3.115 studenti di età compresa tra gli 11 e i 19 anni.
Inoltre emerge che un’altra quota di studenti, analogamente 1 su 8, dice di essere stato oggetto di prese in giro che in numerosi casi rappresentano l’incipit del più serio e grave fenomeno del Cyberbullismo; e che a volte le stesse provengono anche da docenti e non solo dai coetanei.
Cyberbulli a scuola, “Leoni da tastiera” nella vita in generale
Un po’ come accade per i leoni da tastiera che sfogano le loro frustrazioni forti di stare dietro un monitor, così avviene per i cyberbulli che durante la didattica a distanza si sentono maggiormente liberi di prendere in giro altri compagni o persino gli insegnanti. Oltre alla DAD, i principali canali digitali tramite i quali i cyberbulli agiscono sono i social network, le chat, piattaforme di videogiochi, videochat etc.Se consideriamo la gravità di tali episodi all’interno del più problematico contesto pandemico, con annesse limitazioni della libertà ancor più difficilmente gestibili dalla platea giovane, possiamo constatare quanto occorra arginare e frenare tale questione alla luce del turbamento psicologico che affligge i ragazzi e che non terminerà, come fosse un interruttore, una volta sconfitto il Coronavirus.
Ruolo centrale della Scuola: Il team antibullismo
Nelle “Linee di Orientamento per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di Bullismo e Cyberbullismo”, il Ministero dell’Istruzione ribadisce il ruolo centrale della Scuola; quanto sia importante la formazione del personale scolastico e la nomina di un referente interno per le attività di contrasto alle questioni citate poco sopra.Il dirigente scolastico elabora, in collaborazione con il referente per il bullismo e il cyberbullismo, un Regolamento condiviso per il contrasto di tali fenomeni, che preveda sanzioni in un’ottica di giustizia riparativa e forme di supporto alle vittime. Il Regolamento deve essere esplicitato nel Patto di corresponsabilità educativa firmato e sottoscritto dalle famiglie e dagli alunni al momento dell’iscrizione.
In ogni scuola/plesso è utile la costituzione di un Team Antibullismo composto dal docente referente bullismo, animatore digitale, dal Dirigente scolastico e da altro personale qualificato. [psicologo, pedagogista, operatori socio-sanitari]
Episodi di bullismo o cyber: come agisce il team
Nel caso vengano segnalate manifestazioni di bullismo o cyberbullismo da parte di studenti, docenti, genitori, personale ATA o altra presenza all’interno dell’istituzione, la scuola avvia il protocollo di intervento - descritto nei dettagli all’interno del regolamento di Istituto/sezione bullismo e cyberbullismo che prende spunto dalle linee guida ministeriali - per arginare e contrastare nell’immediato tali fenomeni. A quel punto è il referente o in generale il TEAM antibullismo ad intervenire.
Prima di qualunque richiamo occorre fornire al ragazzo/a l’opportunità di esprimersi, favorire la sua versione dei fatti; solo successivamente va messo il presunto bullo di fronte alla gravità della situazione; a questo punto bisognerà cercare insieme possibili soluzioni ai comportamenti prevaricatori ed ottenere, quanto più possibile, che il presunto bullo dimostri comprensione del problema e bisogno di riparazione.
1. ripercorrere l’accaduto lasciando la parola al bullo/i
2. ascoltare il vissuto della vittima circa la situazione attuale
3. condividere le soluzioni positive e predisporre un piano concreto di cambiamento
Perché è importante segnalare gli episodi spiacevoli
Molti dei bambini o dei ragazzi, durante la loro vita, assistono o sono direttamente protagonisti di un episodio di bullismo. Tanto è stato fatto per contrastare tali manifestazioni di violenza fisica o verbale ma troppo spesso sentiamo ancora dire soprattutto agli adulti: “E dai su, sono ragazzi, tutti ci siamo passati” oppure: “Si, è vero, lui ha sbagliato ad aggredirlo fisicamente ma è anche vero che è stato provocato”. Queste frasi sono figlie di un problema culturale, che tende a sminuire il fenomeno, dimenticando che spesso le sensazioni di malessere provate dalle vittime a causa degli episodi di bullismo o cyber possono restare indelebili per molto tempo, in alcuni casi per sempre, nei ricordi dell’individuo o addirittura portare quest’ultimo ad effettuare azioni disperate.Ed è per questo motivo che bisogna affrontare il bullismo lavorando sui gruppi, sulle culture e sui contesti in cui i singoli casi hanno avuto origine; ciò implica operare per attuare un'educazione alla responsabilità e alla convivenza, nella cornice di un buon clima di scuola. Essere rispettati è un diritto, rispettare gli altri è un valore e un dovere che gli alunni e gli studenti dovrebbero acquisire nel corso della loro esperienza scolastica. Per tale ragione, la scuola punta alla costruzione di un’etica civile e di convivenza grazie alla quale ogni ragazzo/ragazza conosca e comprenda il significato delle parole dignità, riconoscimento, rispetto, valorizzazione. Non è sufficiente irrogare sanzioni disciplinari ai violenti; occorre che il bullo si ravveda, capisca quanto malessere provocano le sue azioni, ascoltarlo, farlo ragionare, far sì che mostri segnali reali di pentimento.
Ma tutto ciò passa dalle segnalazioni di tali casi agli organi competenti e più in generale da una proficua alleanza educativa tra scuola, famiglia e altre agenzie educative extra scolastiche. Gli studenti hanno il diritto, forse il dovere, di raccontare gli episodi di bullismo o cyber, senza cadere in luoghi comuni quali fare la spia o paura di essere considerati degli infami. Purtroppo, a volte, ciò che non viene raccontato non esiste. Quindi il consiglio è: parlatene, rivolgetevi al Dirigente scolastico, ai vostri genitori, al referente per il bullismo, ai docenti in generale. La scuola e le istituzioni in generale sono con voi.
Antonio Marchetta