C.Galgano
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Professoressa si fa dare del tu

A scuola è obbligatorio dare del “lei” a un professore? Si tratta di una formalità inutile o di una forma di rispetto che deve essere manifestata nei confronti di un insegnante? Un commento di una docente su Threads ha riaperto il dibattito sulla questione, raccontando la decisione di farsi chiamare per nome dai suoi studenti.

Indice

  1. “Voglio essere umana con i miei studenti”: il post della docente
  2. “Bisogna insegnare ai ragazzi la formalità”
  3. Le reazioni positive all’iniziativa della professoressa

“Voglio essere umana con i miei studenti”: il post della docente

Una professoressa ha condiviso un messaggio su Threads in cui racconta agli altri utenti del social la scelta di farsi chiamare per nome dai suoi studenti per favorire un clima più sereno e collaborativo. “Da studentessa, non sopportavo le formalità rigide, che sembravano più un muro che una via per il rispetto.”, confessa l’insegnante. “Ora, da docente, voglio guadagnarmi la fiducia e il rispetto dei miei studenti, cercando di essere vicina e umana,(senza mai perdere la mia autorevolezza!). Credo che un po’ di calore e apertura possano rendere la relazione più genuina.” conclude sul social.

“Bisogna insegnare ai ragazzi la formalità”

Molti hanno commentato sotto al post della docente, condividendo le proprie opinioni in merito alla questione del “tu” o del “lei”. Gli utenti del social appaiono suddivisi in due schieramenti opposti. Tra chi preferisce mantenere un rapporto formale, spicca il commento di un utente, che scrive: “Secondo me, invece, bisogna insegnare ai ragazzi la formalità. Però deve essere una formalità costruttiva, non dittatoriale. Dare del ‘lei’, parlare solo quando si viene interpellati, alzarsi tutti quando in classe entra una persona più grande ecc sono tutte formalità che aiutano il ragazzo a crescere in una società civile.

Qualcun altro concorda: “I ragazzi hanno bisogno di osservare la coerenza e l’equità in quello che facciamo in classe; la forma va rispettata perché nel mondo del lavoro e all’università si ricerca e si pretende.”

Le reazioni positive all’iniziativa della professoressa

Una studentessa, invece, ha concordato con l'autrice del post, raccontando la sua esperienza con una professoressa particolarmente rigida: “Nel mio liceo c'era un'insegnante che non solo pretendeva il Lei, il buongiorno e l'arrivederci (che è la norma), ma anche che ci alzassimo tutti in piedi sia quando entrava che quando usciva, che non potessimo mai contraddirla e che non potessimo mai commentare un argomento al di fuori della sua rigida spiegazione. Inutile dire che la odiavamo tutti”.

Anche un professore universitario si è unito al dibattito, condividendo il suo modo di relazionarsi con gli studenti: “Io insegno in università e gli studenti tendono a chiamarmi ‘prof’, colloquialmente, come ai miei tempi si faceva al liceo. Non mi dispiace, perché non amo mettermi su un piedistallo e un po' di confidenza aiuta certamente a instaurare un rapporto didattico più fruttuoso. Tuttavia penso anche che un minimo di formalità aiuti non dico l'autorità, ma il rispetto reciproco (all'università si dà del lei anche agli studenti)”.

Data pubblicazione 17 Gennaio 2025, Ore 12:46
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