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ragazza con smartphone in mano

A partire da marzo del prossimo anno, gli studenti sud coreani di ogni ordine e grado, dalle elementari fino al liceo, potrebbero dire addio ai loro smartphone durante le lezioni.

Ma non finisce qui: le restrizioni potrebbero valere anche durante le pause, nei corridoi e nei cortili delle scuole.

Bye bye, dunque, a interazioni social e trend K-Pop a scuola.  Almeno durante l'orario scolastico.

Una notizia che, se confermata, avrebbe del clamoroso. Visto che la Corea del Sud è uno dei Paesi che negli ultimi decenni ha spinto di più sulla digitalizzazione e sull'adozione delle nuove tecnologie.

Indice

  1. Perché i telefoni sono visti come un problema
  2. Chi è a favore… e perché
  3. Ma come si applica una regola del genere?

Perché i telefoni sono visti come un problema

E proprio il fatto che, ormai, lo smartphone sia sempre in mano agli alunni ha convinto insegnanti e genitori a optare per questo cambiamento radicale

Sul quotidiano ‘Thekoreatimes’ si legge, infatti, che la preoccupazione riguarda l’influenza pervasiva degli smartphone sulla concentrazione e sul rendimento accademico dei ragazzi. 

Il fondatissimo timore è che l’uso continuo dei cellulari a scuola porti sempre più a distrazioni costanti, diminuzione delle relazioni sociali dirette, difficoltà a seguire le lezioni e Cyberbullismo.

Chi è a favore…e perché

Secondo i sostenitori del divieto, mettere da parte il telefono è un primo passo per tornare a una scuola più autentica e più “umana”. Meno schermi e più dialogo. Meno notifiche e più ascolto.

Inoltre, sempre secondo il ‘Thekoreatimes’, da questo divieto ne andrebbe a beneficiare soprattutto la qualità dello studio, perché le continue interruzioni digitali frammentano l’attenzione e impediscono di entrare davvero nel "mood" scolastico.

Ma come si applica una regola del genere?

Tra il dire e il fare, però, ce ne passa. Ad esempio: chi controllerà che tutti rispettino il divieto? Cosa succede in caso di emergenza? Come reagiranno gli studenti? Anche se, forse, quest'ultimo punto potrebbe essere la preoccupazione minore. In Italia, per dire, gli studenti non sono del tutto contrari alle normative anti-smartphone del ministro dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara. 

La vera sfida, intanto, è trovare un equilibrio tra regole efficaci e rispetto della libertà personale. Perché se è vero che la scuola deve educare, è altrettanto vero che viviamo in un mondo digitale, e imparare a gestire gli strumenti tecnologici è ormai parte fondamentale della formazione.

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