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Studenti con lo smartphone a scuola

Il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nel corso di un’intervista a ‘Il Messaggero’, torna a parlare dell’uso degli smartphone nelle scuole, anticipando che si sta ragionando sull'estensione del divieto alla presenza dei device personali in ambiente scolastico anche alle scuole superiori

A detta del Ministro, non si tratta di una crociata contro la tecnologia in sé, bensì di un tentativo di arginare quelle degenerazioni legate all'uso dei dispositivi, e del web in generale, che stanno diventando sempre più ingestibili.

Manifestando una profonda preoccupazione, in particolare, per l'influenza dei social network sui giovani

L'obiettivo è quello di riconsegnare alla scuola la sua funzione primaria di luogo di apprendimento e di interazione sociale.

Indice

  1. Le parole del Ministro: dipendenza e pericoli dei social
  2. Un intervento anche per i docenti

Le parole chiave del Ministro: dipendenza e pericoli dei social

Il Ministro sottolinea le ragioni dietro a questa scelta, evidenziando come i social "incentivano la violenza, favoriscono il narcisismo, abituano a sfide estreme". 

Per Valditara, tra la realtà e la sua rappresentazione, la seconda vince troppo spesso, portando le ragazze e i ragazzi a sviluppare una "vera e propria dipendenza da cellulare", che spesso compromette il loro rapporto con la realtà. 

Non solo, i social stanno contribuendo a creare un ambiente in cui "al posto della critica c’è spesso l’offesa e la minaccia, dove gli istinti peggiori hanno libero sfogo".

Un intervento anche per i docenti

Il dibattito sull'uso dei social e sul rispetto reciproco si estende, però, anche al ruolo degli insegnanti. 

Il Ministro Valditara è molto chiaro a riguardo: "Dobbiamo tutti sforzarci di riportare un clima più sereno nelle relazioni sociali, a iniziare dalla politica: non è accettabile la denigrazione della persona".

Per quanto riguarda la scuola, il ruolo del docente è fondamentale nell'insegnare la cultura del rispetto: "Non saranno tollerati atteggiamenti violenti o volgari non corrispondenti a quei canoni di equilibrio e correttezza che ispirano peraltro il lavoro della stragrande maggioranza degli insegnanti italiani", spiega Valditara. 

Un chiaro riferimento a episodi come quello che in questi giorni ha visto protagonista un docente, autore di un post su Facebook pieno di odio nei confronti della figlia della Presidente del Consiglio.