
Un professore di scienze motorie è stato condannato per aver umiliato uno studente con disabilità, offrendogli cinque euro per riprenderlo mentre falliva durante un esercizio di educazione fisica.
La vicenda, che risale a un anno fa, ha portato l'alunno e suo padre a fare una segnalazione contro l'insegnante. Che il Tribunale di Monza ha accolto con una sentenza del 12 settembre scorso, confermando la sanzione disciplinare nei confronti del docente stabilita dalla scuola di appartenenza del docente.
Cosa viene contestato al professore
I capi d'accusa contro il professore sono stati principalmente due. Il primo, e più grave, riguarda le frasi umilianti e offensive rivolte all'alunno disabile. Come si legge nella sentenza: “Lo studente riportava che durante la lezione l’insegnante si rivolgeva a lui dicendogli 'ti do 5 euro se mi fai fare un video dove provi a saltare in alto così che possa tirarmi su di morale quando sono triste', riferendosi all’esercizio di pallavolo che stavano eseguendo".
"Lo studente, visibilmente in imbarazzo, gli rispondeva: 'No prof., ma cosa sta dicendo!?'. E il docente, invece di scusarsi, ha rincarato la dose: 'Se vuoi te ne do anche 10', aggiungendo anche un commento offensivo sul peso del ragazzo, dicendogli 'devi togliere quella zavorra che hai addosso'".
Il secondo punto contestato al prof riguarda la gestione del registro elettronico. Nonostante la fine dell'anno scolastico si avvicinasse, il docente aveva inserito le valutazioni di un solo studente dell’intera classe. La dirigente scolastica, a seguito delle verifiche sul sistema informatico ad aprile 2023, aveva riscontrato questa grave mancanza, che comprometteva il diritto degli studenti a una valutazione trasparente e tempestiva.
La decisione del giudice
Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Monza ha così confermato la sanzione disciplinare nei confronti del professore, già comminata dalla scuola. Ha ritenuto che il comportamento dell'insegnante verso lo studente con disabilità fosse particolarmente grave.
L’alunno, infatti, aveva difficoltà motorie a causa del sovrappeso e un lieve ritardo mentale. Per questo, le frasi pronunciate dall’insegnante sono state giudicate “oggettivamente antitetiche rispetto a qualsiasi fine tecnico o didattico”, in quanto sono state proferite davanti all’intera classe durante un esercizio che risultava già difficile per lo studente.
Mentre per l’assenza delle valutazioni sul registro elettronico il docente, sentitosi accusato, si era giustificato sostenendo che si trattava di un “mero errore materiale”, ma non ha fornito nessuna prova concreta. Il Tribunale, infatti, ha sottolineato come la mancanza di voti comprometta il sistema di autovalutazione degli studenti, impedendo loro di “individuare i propri punti di forza e di debolezza”.
La sanzione della censura dunque, una delle più lievi previste, è stata considerata proporzionata e rispettosa del principio di gradualità. Oltre alla condanna disciplinare, l'insegnante è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali, per un ammontare di circa 3 mila euro.