
Tutti presenti per la prima campanella dell’anno? Non proprio. L’inizio dell’anno scolastico 2016/2017 si avvicina sempre più rapidamente ma ci sono ancora molte questioni aperte che mettono a repentaglio il corretto svolgimento delle lezioni.
Perché, se da un lato, gli studenti già sanno quale sarà la propria destinazione lo stesso non possono certamente dire i docenti. In particolare quelli che negli ultimi mesi hanno affrontato il maxi-concorso per l’assunzione di 63.712 insegnanti di ogni ordine e grado, dalla materna alle superiori. È l'allarme lanciato dal sito Tuttoscuola dopo aver analizzato le prime selezioni e da un articolo pubblicato sulle pagine web de IlCorriere.it.
Il Maxi-Concorso scatena anche l'ironia del web. Guarda il video!
DAL SOGNO ALL’INCUBO: PER MOLTI IL CONCORSO E’ UNA BEFFA - Erano anni che migliaia di precari della scuola attendevano questo momento; l’occasione per avere finalmente la tanto agognata cattedra. Eppure sembra che si siano presentati all’appuntamento impreparati; quasi peggio dei loro studenti. Dei 71.448 candidati a cui è “già” stato corretto il proprio scritto più della metà (il 55,2%) sono fuori. Solo 32.036 aspiranti maestri e professori, infatti, sono stati ammessi a sostenere le prove orali. Il motivo ufficiale? Una preparazione insufficiente per il ruolo. Ma non basta a giustificare questa mattanza. Facendo una stima di quello che potrà accadere nelle prossime settimane, quando la correzione di tutti gli scritti sarà ultimata, ci si attende che dei 175mila candidati - sia chiaro, tutti già abilitati all'insegnamento - ne rimarranno ben pochi, sicuramente meno dei posti disponibili.
IL RISCHIO DI CATTEDRE VUOTE E’ PIU’ CHE UN’IPOTESI - Tra ritardi nello svolgimento delle prove e inadeguatezza dei futuri docenti qualcuno parla di un anno scolastico che partirà con ben 23mila cattedre vuote. Praticamente un posto su tre rimarrà vacante. Alcuni hanno individuato una possibile causa nelle regole di svolgimento degli scritti – totalmente informatizzate – che potrebbero aver messo in crisi quei docenti meno abituati a lavorare utilizzando le nuove tecnologie. Altri hanno imputato le bocciature di massa al metro di valutazione, troppo uniforme e poco differenziato tra i diversi profili (è evidente che un professore di liceo debba essere valutato con strumenti diversi rispetto a una maestra d’asilo).
TEMPI BIBLICI PER LA CORREZIONE - Un altro grande nemico che il concorsone ha incontrato sul suo cammino è, come accennato, il tempo. Delle 825 commissioni (più 202 sottocommissioni) nominate dal Miur per valutare i candidati sono in dirittura d’arrivo solo la metà di loro (510), che in questi giorni stanno svolgendo gli ultimi orali. Per molti profili le procedure sono, invece, ancora in alto mare. Sicuramente per molti di questi le graduatorie finali saranno approvate ad anno abbondantemente iniziato. Solo il 62% delle sotto-procedure si concluderà in tempo. I restanti 93mila candidati – in gran parte destinati a scuola dell’infanzia e primaria - verranno esaminati nelle settimane successive. Risultato: ancora una volta si dovrà ricorrere alle graduatorie ad esaurimento e alle supplenze (magari chiamando gli stessi docenti bocciati al concorso).
ANCHE I COMMISSARI SONO SCONTENTI - Ritardi che trovano una parziale giustificazione nella regola che prevede una pausa di almeno 20 giorni tra risultato dello scritto e prova orale. Ma, forse, c’è dell’altro: negli scorsi mesi si è levata la polemica dei commissari, pagati appena 50 centesimi per ogni compito corretto. Ciò potrebbe aver provocato un impegno non proprio del 100% da parte dei membri delle commissioni giudicanti.
Fatto sta che migliaia di ragazzi potrebbero entrare in classe a inizio settembre e, rivolgendo lo sguardo alla cattedra, potrebbero trovare solo una sedia vuota. E pensare che, nei piani del Governo, il concorso doveva servire proprio ad evitare questo rischio.
Marcello Gelardini
