
Il fenomeno dei compiti a pagamento inizia a far parlare di sé nelle scuole italiane. Il suo funzionamento è facile ed assicura un buon voto a patto di non essere scoperti. Inoltre lo studente a cui vengono commissionate queste incombenze può anche guadagnare bene.
E se riesce a farsi pure il nome il gioco è fatto: si è creato un vero e proprio giro d’affari scaccia-crisi.OGGI PROPRIO NON MI VA - Quante volte vi sarà capitato, infatti, di tornare a casa stanchi dopo la scuola con l’angosciante pensiero dei compiti per casa? E dover rinunciare ad uscire con gli amici o ad andare in palestra per dover studiare? Sicuramente tante, anzi tantissime volte. Per venire incontro a queste esigenze, in molte scuole nasce la figura del pusher di compiti svolti. In genere si tratta del classico secchione che, stanco di subire angherie e prese in giro, decide di monetizzare la sua preparazione culturale svolgendo compiti di varia natura su commissione.
COME FUNZIONA – Basta sapere a chi rivolgersi. Sono molti gli articoli in catalogo: temi, tavole da disegno, saggi brevi ed esercizi di matematica e chimica. Ovviamente tutto dietro un compenso, in denaro o in favori. Certo, questo sicuramente non aiuta ad esercitarsi e ad allenare la propria mente, ma molti studenti considerano il fenomeno un vero e proprio salvagente nei giorni in cui hanno programmato uscite con gli amici o partite di calcetto. Solo un problema: cosa diranno quando verranno chiamati alla lavagna dal professore che gli chiederà di svolgere l’esercizio comprato?
Serena Rosticci