
Reda Herradi è un ragazzo musulmano di 17 anni, nato in Italia da genitori marocchini. Reda rispetta il Ramadan, che è il mese in cui si pratica il digiuno (dall’alba al tramonto) in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto.
Gli studenti del liceo scientifico Albert Einstein di Torino, suoi compagni di classe, hanno dato un ottimo esempio d’integrazione: Reda racconta che i suoi compagni hanno domandato a che ora ci fosse il tramonto, in modo da posticipare la cena per permettere a Reda di essere presente, e cenare tutti insieme, uniti come una vera classe.
Il ragazzo è rimasto meravigliato, poiché non aveva chiesto niente del genere, e questa cosa lo ha reso particolarmente felice, si è sentito davvero parte di qualcosa.
Una vera prova di integrazione a scuola
"Non capiamo questo stupore - si scherniscono gli studenti - Siamo una classe e volevamo esserci tutti, abbiamo cercato di andare incontro alle esigenze di ciascuno".
Questa è una storia raccontata su Facebook dalla madre di uno dei ragazzi. Una storia che non va presa superficialmente, bisognerebbe soffermarsi sul vero significato dell’integrazione. Non c’è niente di più bello del fatto che dei ragazzi, che siano di origine italiana o straniera, cattolici o musulmani, siano comunque sempre a contatto tra di loro, senza alcuna barriera superficiale, nessuna limitazione. Colpisce molto la naturalezza di questi ragazzi, di un quartiere di Torino, un quartiere multietnico ed eterogeneo, nello spiegare e dimostrare il vero significato dell’integrazione. La cosa importante da capire è che non basta l’accoglienza senza la vera integrazione.