
Ventisei donne e sette uomini, sono diventati insegnanti senza diplomi scolastici regolari: questi "docenti", destinati al sostegno, avrebbero addirittura falsificato i loro diplomi e quindi non sarebbero neanche abilitati all’insegnamento.
Sono stati sospesi e indagati dalla procura di Cosenza per falso in atto pubblico.
L'indagine
Tutto parte dal 2016 con una denuncia del Provveditorato scolastico, che ha portato alla luce alcune anomalie sulla documentazione che riguardava le graduatorie dei docenti abilitati all’insegnamento agli alunni portatori di handicap, in particolare per i diplomi di abilitazione rilasciati da una struttura paritaria e da istituti magistrali statali della provincia di Cosenza.I carabinieri hanno verificato i dati sulla documentazione presentata dai docenti, oggi sotto inchiesta, e trovato le false attestazioni. L’ipotesi è che dietro tutto questo ci possa essere addirittura un' organizzazione.
Il Miur: un fatto grave
Con un comunicato stampa il ministero dell'Istruzione ha commentato il fatto definendolo "grave". Il sottosegretario Gabriele Toccafondi ha sottolineato che “come MIUR e come Governo abbiamo sempre lavorato per garantire un servizio di istruzione di qualità. Come abbiamo sempre ricordato, siamo per il sistema nazionale di istruzione che è fatto di scuole statali e paritarie e contro chi cerca ‘scorciatoie’". "La lotta ai diplomifici" - continua Toccafondi - "è una strada iniziata da tempo e che vogliamo continuare: abbiamo avviato due anni fa un sistema di monitoraggio e azioni di controllo costanti e approfondite, in particolare verso quelle scuole secondarie che presentavano numeri anomali soprattutto nell’ultimo anno scolastico”.Grazie al piano straordinario di monitoraggio previsto dalla Buona Scuola, nell’ultimo biennio sono stati oggetto di accertamenti più di 600 istituti paritari. Nella regione Calabria è stata revocata la parità a 7 istituti delle scuole secondarie di secondo grado e 18 scuole dell’infanzia.