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Studenti diplomandi

Nella Legge di Bilancio 2026 il Governo ha inserito la Carta Valore, che dal 2027 sarà destinata a chi conseguirà il diploma di Maturità entro i 19 anni, senza interruzioni nel percorso scolastico

Un ritorno che accende subito il dibattito, perché se da un lato la misura punta a valorizzare il merito, dall’altro rischia di escludere migliaia di ragazzi che non hanno potuto o saputo seguire un percorso “lineare”.

Vediamo tutto quello che c’è da sapere.

Indice

  1. Cos’è e come funziona la Carta Valore
  2. Chi può ottenerla e chi resterà escluso
  3. Un bonus culturale con finalità (e limiti) precisi
  4. Importi, decreti e sanzioni

Cos’è e come funziona la Carta Valore

La Carta Valore sostituirà dal 2027 la Carta della Cultura Giovani e la Carta del Merito, accorpando i due vecchi bonus in un’unica agevolazione.

Si tratterà di una tessera digitale, gestita dal Ministero della Cultura insieme a quelli dell’Istruzione e dell’Economia, con una dotazione complessiva di 180 milioni di euro l’anno.

Riassumendo, il credito caricato sulla Carta sarà utilizzabile per:

  • Libri, giornali e riviste anche digitali.

  • Biglietti per cinema, concerti, teatri ed eventi dal vivo.

  • Musei, mostre, siti storici e aree archeologiche.

  • Strumenti musicali e corsi di lingua, musica, danza o recitazione.

I fondi non dipenderanno né dal reddito imponibile né dall’Isee familiare, e potranno essere spesi nell’anno successivo al diploma. I primi destinatari, dunque, saranno i diplomati del 2026.

Chi può ottenerla e chi resterà escluso

Non tutti, però, potranno beneficiarne. Per avere accesso alla Carta Valore bisognerà soddisfare alcuni requisiti legati al merito:

  • Aver conseguito il diploma di scuola superiore o un titolo equivalente;

  • Farlo entro il compimento dei 19 anni;

  • Aver completato il percorso senza interruzioni o bocciature.

Questo significa che resteranno fuori gli studenti che hanno ripetuto un anno, chi ha lasciato la scuola prima del diploma o chi ha seguito percorsi di formazione professionale triennale.

In numeri: circa un quarto dei giovani italiani rimarrà escluso. Secondo gli ultimi dati a disposizione, infatti, a terminare le superiori nei tempi prestabiliti è stato poco più del 70% degli studenti. Gli altri, tra bocciature, abbandoni e percorsi regionali, non avrebbero potuto accedere al bonus.

Una scelta che molti definiscono fin troppo selettiva: proprio i ragazzi che faticano di più, o che devono dedicarsi presto al lavoro, restano esclusi da un incentivo pensato per “avvicinare i giovani alla cultura”.

Un bonus culturale con finalità (e limiti) precisi

Sulla carta, la misura intende promuovere il consumo culturale tra i neodiplomati, incoraggiandoli a investire parte del loro tempo libero in attività formative. Gli editori e gli operatori culturali hanno accolto la notizia positivamente: dopo l’abolizione di 18App, diversi settori avevano registrato un calo nelle vendite di libri, biglietti e abbonamenti.

Ma la nuova impostazione “meritocratica” della Carta Valore suscita, come visto, più di una critica. In un Paese dove la lettura e la partecipazione culturale restano più diffuse tra le famiglie con alto livello d’istruzione, il rischio è che l’iniziativa amplifichi le disuguaglianze invece di ridurle. La cultura, in breve, rischia di diventare un premio per chi ce l’ha già.

Importi, decreti e sanzioni

L’importo individuale del bonus non è stato ancora definito: sarà stabilito ogni anno con un decreto del Ministero della Cultura, di concerto con Mef e Ministero dell’Istruzione. L’unico numero certo, al momento, è quello realtivo al budget complessivo: 180 milioni di euro.

Il Governo, intanto, ha già fissato nuove regole antifrode, dopo i casi di truffa legati alla vecchia 18App. Ovvero: multe da 10 a 50 volte l’importo percepito indebitamente (comunque non inferiori a 1.000 euro) e la cancellazione dagli elenchi per gli esercenti che favoriscono operazioni fraudolente.

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