
Dopo aver minacciato di andarsene se non si fosse investito sulla scuola, il Ministro Carrozza sembra aver raggiunto il suo obiettivo, almeno sulla carta. Basta tagli all’istruzione e la ricerca. Il nuovo governo investirà di più e meglio sull’istruzione e la ricerca perché, come ha affermato il Ministro durante l’audizione in Parlamento, sono questi i canali attraverso cui passa lo sviluppo, economico e sociale, del paese.
Nuovi fondi per scuola e università quindi, ma anche un più corretto ed efficiente uso di quelli che sono già stati stanziati, puntando all’obiettivo europeo del 40% di laureati nel 2020. In arrivo quindi un nuovo periodo di interventi importanti nel settore scuola, secondo l’orientamento generale delle misure in cantiere del nuovo governo per l’occupazione giovanile, per la valorizzazione degli istituti tecnici, per la formazione e la stabilizzazione degli insegnanti, per l’edilizia e la ricerca.ISTRUZIONE E RICERCA, LA VIA PER LO SVILUPPO – “L’istruzione e la ricerca sono fattori determinanti per lo sviluppo economico”, ed hanno una importanza ancora più evidente per lo sviluppo sociale, poiché la scuola è “una palestra di educazione alla legalità”, l’istruzione è il “motore delle democrazie moderne, la conoscenza rende liberi e la ricerca scientifica migliora la qualità della vita.” Per questo il Ministro, durante l’audizione in Parlamento, ha messo in programma fondi per investire nella scuola, università e ricerca, e contrastare l’abbandono universitario e la dispersione scolastica, ponendosi come obiettivo nel 2020 raggiungere i livelli europei del 40% di laureati nella popolazione.
EDILIZIA: SOLDI CI SONO MA NON SONO SPESI – Secondo il Ministro Carrozza è fondamentale investire sull’edilizia scolastica, ma soprattutto rendere più veloce l’accesso ai fondi stanziati, visto che “nonostante gli investimenti per l’edilizia scolastica da parte dello Stato siano stati insufficienti, ma non irrisori, l’edilizia scolastica continua a presentare una situazione di estrema difficoltà” , e questo perché “il sistema, contraddistinto da una molteplicità di attori e da una pluralità di linee di finanziamento, è stato inefficace per i tempi troppo lunghi, non più sostenibili, per rendere spendibili le risorse stanziate.” I fondi non sono molti ma ci sono, insomma, tuttavia fino ad ora non sono stati utilizzati in maniera efficiente. Nel 2010 sono stati stanziati circa 350 milioni di euro, ma finora erogati solo 98 milioni: questo perché gli enti locali non sono stati in grado di portare avanti i progetti.
MENO CONTRIBUTI SCOLASTICI – Aumentare i fondi funzionamento ordinario sarà un ulteriore contributo del governo per l’autonomia scolastica, uno dei fattori di qualità più significativi per le scuole. La quota che fino ad oggi è andata oscillando fino ad assestarsi a 8 euro per alunno, e che si è dimostrata insufficiente per il quotidiano funzionamento delle scuole, sarà innalzata nel corso dei prossimi tre anni a 20/25 euro. Questo porterà probabilmente a diminuire l’esigenza da parte delle scuole di chiedere contributi scolastici alle famiglie durante l’anno per poter svolgere le normali funzioni.
SCUOLA E LAVORO – Il rapporto tra scuola e mondo del lavoro deve essere potenziato, secondo il Ministro Carrozza, perché è “l’elemento decisivo per conseguire risultati visibili nel breve / medio termine nel campo dell’avviamento del lavoro qualificato”, per questo durante l’audizione il Ministro ha affermato che “a tal fine è fondamentale potenziare l’istruzione tecnico-professionale e raccordare i sistemi di istruzione, formazione e lavoro.” E chi ha fatto della scuola stessa un lavoro, i docenti e il personale scolastico, vedrà nuovi riconoscimenti, anche se “una reale valorizzazione della professione del personale scolastico può avvenire solo mettendo a regime un sistema di valutazione”: non ci saranno delle pagelle, ma sarà attuato un criterio meritocratico secondo il quale potrebbero essere pagati di più.