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di Cristina Montini
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caro affitti studenti fuori sede

È ora di prender casa per gli studenti universitari fuori sede. E inizia così il calvario della lettura di annunci su riviste e volantini sparsi per le bacheche o sui muri della città che interessa alla ricerca di un posto letto che sia meno costoso di una suite in un albergo a 5 stelle.

Ma gli affitti sono sempre più alti: oltre la metà degli studenti pagherà più di 500 euro al mese per avere un tetto sulla testa durante gli studi.

AFFITTI ALLE STELLE - Secondo un sondaggio proposto da Skuola.net Studenti fuori sede e caro affitti: quanto paghi al mese? ben il 55,4% di coloro che hanno scelto di frequentare un’università distante dalla propria città di residenza, dovrà tirare fuori dal portafoglio più di 500 euro al mese per l’affitto di un posto in cui dormire e studiare. Per un altro 23,2% le spese saranno comunque sostenute e si aggireranno tra i 300 e i 500 euro, mentre solo il restante 21,4% degli studenti fuori sede riuscirà a cavarsela con una spesa inferiore ai 300 euro mensili.

ALLOGGI E BORSE DI STUDIO - Se si vuole veramente risparmiare, però, si può fare riferimento alle residenze universitarie partecipando ai bandi di concorso gestiti dagli enti regionali per il diritto allo studio. Se si hanno i requisiti richiesti (di solito, reddito ed esito degli studi) e si viene considerati idonei allora si riceverà l’esonero, totale o parziale, dal pagamento della retta, oppure si otterrà una borsa di studio per ammortizzare le spese. Ma i posti sono limitati, e a chi rimane fuori non resta che spulciarsi annunci su annunci alla ricerca dell’occasione giusta.

IN FRANCIA - Ma cosa accade fuori dall’Italia? Gli studenti francesi, ad esempio, possono contare su residenze pubbliche, le “Cités-U”, che pressappoco si avvicinano all’italiana “Casa dello Studente”, che a prezzi convenienti offrono posti letto agli universitari. Sono gestite dal CNOUS, l’agenzia nazionale dei servizi studenteschi e dai vari CROUS, i corrispondenti uffici regionali. Ma i posti anche qui sono limitati e in alternativa allora, gli universitari francesi possono ricorrere alle residenze private, ma contando su alcune forme di assistenza finanziaria offerte dal CAF (Caisses d’Allocations Familiales), il Fondo francese di Assistenza alle famiglie. Gli aiuti più comuni sono l’APS (Allocation de Logement Sociale) e l’APL (Aide Personnalisée au Logement) e dipendono dal reddito, dal tipo di alloggio e dalla tipologia del contratto d’affitto.

MILANO: PRENDI IN CASA UNO STUDENTE - In alcune città italiane, tuttavia, si stanno sperimentando soluzioni alternative per contenere il problema del caro affitti: Milano e Roma propongono la convivenza nonno-studente. L’associazione “Meglio Milano” ha avviato il progetto “Prendi in casa uno studente” ed è rivolto a tutti i ragazzi che frequentano una università milanese e prevede la coabitazione con anziati autosufficienti. Gli studenti non pagano un affitto, ma offrono al padrone di casa un rimborso spese mensile e collaborano alla vita domestica con piccoli aiuti e un po’ di compagnia. E il tutto è regolato da un contratto dal quale si può recedere in qualsiasi momento se non ci si trova bene.

ROMA E NONNO HOUSE
- A Roma, invece, il progetto prende il nome di “Nonno house”. L’iniziativa è finanziata dall’Inpdap, l'Ente previdenziale dei pubblici dipendenti, ed è rivolto quindi solo ai pensionati pubblici autosufficienti, disponibili a mettere a disposizione parte della propria abitazione per ospitare giovani studenti universitari, figli a loro volta di pubblici dipendenti. In più i pensionati riceveranno dall’Inpdap un contributo per le spese di riscaldamento, luce, acqua, gas e, se c'è, anche per l'uso della rete internet.

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Cristina Montini