
Il calo di iscrizioni all’università di cui si è tanto parlato la scorsa settimana non interesserebbe per nulla il diplomati al licei, ma solo quelli provenienti dagli istituti tecnici e professionali. È quanto ha registrato il Cun, il consiglio universitario nazionale, poggiandosi sui dati fornitegli dal Cineca.
NIENTE NEW ENTRY ALL’UNIVERSITÀ - Sempre meno immatricolati nelle università italiane. Complice la crisi economica e un mondo del lavoro che richiede sempre più figure tecniche portando i ragazzi a specializzarsi in determinati settori, sempre meno diplomati decidono di iscriversi all’università e di proseguire gli studi. Per la precisione, in dieci anni gli atenei italiani hanno perso ben 50mila iscritti, quasi quanto l’intera Statale di Milano.
DIPLOMATI TECNICI E PROFESSIONALI NON PROSEGUONO GLI STUDI - In realtà, il calo di immatricolazioni interesserebbe solamente i diplomati in istituti tecnici e professionali e non toccherebbe per nulla gli studenti provenienti dai licei. Infatti, l’iscrizione di questi ultimi all’università è aumentata di circa l’8% dal 2003/2004 al 2011/2012, mentre sono crollate a picco quelle dei ragazzi proveniente da un corso di studi tecnico e professionale: meno il 44% i primi e meno 37% i secondi. Tutto ciò nonostante i diplomati di questi due settorio siano aumentati notevolmente.
PAPÀ OPERAIO? NIENTE UNIVERSITÀ - Questi dati fanno immediatamente pensare che la causa del calo di iscrizioni sia prettamente di tipo economico. Infatti, stando ad un recente rapporto di Almadiploma che effettuava un identikit del nuovo diplomato, i ragazzi appena usciti da una maturità tecnica o professionale erano, per la maggior parte dei casi, figli di operai o comunque di famiglie proveniente da una situazione economica più svantaggiata.
SFIDUCIA NELLA LAUREA - Ma questo non sembrerebbe l’unico fattore che ha causato il crollo di iscrizioni universitarie. Infatti, a scoraggiare i ragazzi nel proseguimento dei loro studi c’è anche la sfiducia di molti nei confronti della laurea che non faciliterebbe l’accesso al mondo del lavoro, anzi. Infatti, in questo periodo, le figure più ricercate sono quelle di tecnici specializzati, di giovani con alle spalle un percorso di studi tecnico, magari in ITS, e non più di laureati come era fino a qualche anno fa.
Daniele Grassucci