
E’ Alberto Bonisoli, il nuovo Ministro della Cultura, a mettere in dubbio l’utilità e quindi il rinnovo del Bonus Cultura per i neomaggiorenni. Molti diciottenni si stanno ora giustamente chiedendo se con il cambio di governo, il loro Bonus sarà mantenuto o abolito. A incrementare il sospetto che il nuovo governo non voglia mantenere il Bonus è la totale assenza di news sul sito 18app.italia.it.
Che venga davvero abolito?
In realtà, la legge di bilancio approvata a fine 2017 aveva confermato per i nati nel 2000 e del 2001 la possibilità di accedere al bonus cultura, quindi nessun problema dovrebbe esserci per questi maggiorenni,e il rischio è piuttosto quello che non venga rinnovato i prossimi anni. Sempre che qualcosa non cambi all'improvviso, viste le dichiarazioni del nuovo ministro della Cultura.
La dichiarazione del Ministro della Cultura
“Dobbiamo porci il problema di come incuriosire i ragazzi e non so se abbiamo gli strumenti giusti: non credo che dare dei soldi ai giovani per comprarsi dischi e libri serva più di tanto (il riferimento è alla 18app lanciata dal governo Renzi), credo invece che sarebbe meglio investire per migliorare la didattica, l’approccio alla cultura”. Queste sono state le parole con le quali il neo Ministro Bonisoli si è schierato contro il provvedimento del Governo Renzi. Senza ancora prendere però una decisione definitiva sui 500 euro messi a disposizione dal precedente governo.
Ma c’è anche chi è a favore del Bonus Cultura
Non poche sono state le risposte alla dichiarazione del Ministro Bonisoli, una tra tutte è spiccata per messaggio e importanza: “I numeri – ha affermato Marco Polillo, il presidente di Confindustria Cultura Italia – dicono che quasi 800 mila ragazzi hanno speso ad oggi oltre 260 milioni di euro, tra libri, musica, concerti, cinema, musei, teatri, eventi culturali e altro. Per un Paese che, secondo i dati ISTAT, è molto indietro sul piano dei consumi culturali e dei prodotti creativi, ci sembra un segnale incoraggiante, perché oltre alle necessarie politiche di incentivazione dell’offerta, è fondamentale una progettualità di sostegno alla domanda”.Ora la questione passa al governo Conte, che dovrà decidere in tempi brevi la conferma o la revoca dei 500 euro investiti nei giovanissimi.