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Un percorso tortuoso quello di uno studente di Lodi, che per quattro volte consecutive è stato costretto a ripetere la seconda media senza riuscire a farsi ammettere alla classe successiva. Dopo l’ultima bocciatura, giunta lo scorso giugno, la famiglia ha deciso di rivolgersi al Tar.
Appellandosi a un decreto legislativo del 2017, che stabilisce che nelle scuole secondarie di primo grado la valutazione degli studenti deve tenere in considerazione anche le loro possibilità di recupero durante l’anno successivo, il Tar ha deciso di ammettere il ragazzo in terza media.
L’andamento dello studente e l’ultima bocciatura
A 15 anni sarebbe già dovuto essere alle superiori, invece, lo studente di Lodi protagonista di questa assurda vicenda, è ancora bloccato alle medie. Durante lo scorso anno scolastico, ha frequentato le lezioni con compagni di classe di tre anni più piccoli con non poche difficoltà. Secondo i professori, però, gli sforzi compiuti dal ragazzo per recuperare non hanno dato i frutti sperati. Anche al termine dello scorso anno scolastico, lo studente riportava diverse insufficienze in molte materie e anche un cospicuo numero di assenze, fattori che hanno spinto il consiglio di classe a decidere ancora una volta di non ammettere il ragazzo in terza media.
Il percorso psicologico
Vista la delicata situazione in cui versava il ragazzo, la scuola aveva deciso di attivare un servizio di supporto psicologico. Gli esperti, che hanno accompagnato il 15enne durante il suo percorso scolastico, lo hanno sempre descritto come un ragazzo dotato di una spiccata intelligenza emotiva e di molte altre qualità. Inoltre, hanno sottolineato come, con il giusto sostegno, lo studente sarebbe stato sicuramente in grado di migliorare in futuro.
La sentenza del Tar
Dopo l’ultima bocciatura e il rapporto redatto dagli psicologi del ragazzo, la famiglia ha deciso di presentare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, che ha annullato la decisione del consiglio di classe e ammesso lo studente alla classe successiva. Secondo i magistrati, la scuola non ha tenuto conto delle capacità del ragazzo, che avrebbe potuto colmare le lacune direttamente durante la terza media senza che fosse necessaria la bocciatura.
Chiara Galgano