
Quest’anno niente gite per più della metà degli studenti italiani, i professori non ne possono più dei tagli all’istruzione e per far sentire le loro ragioni hanno deciso di fare qualcosa che si notasse davvero: hanno bloccato le gite scolastiche.
AUMENTANO I TAGLI, DIMINUISCONO LE GITE - Da nord a sud, sono moltissimi gli insegnanti che si rifiutano di accompagnare i propri alunni in gita. Tanto che è stato creato anche un sito internet controriformadocentiarrabbiati che raccoglie tutte le scuole che hanno deciso di aderire a questa forma di protesta. “Non potranno più ignorarci!”: è questo il messaggio che il gruppo di docenti che hanno ideato il sito hanno messo bene in evidenza, stanchi di veder pagare la crisi economica e finanziaria con i tagli all’istruzione.
PIU' DEL 50% DEGLI STUDENTI NON ANDRA' IN GITA - A confermare il carattere dilagante di questa forma di protesta è anche il sondaggio proposto da Skuola.net “Nella tua scuola hanno bloccato le gite per protestare contro i tagli?” a cui il 53,2% degli utenti hanno risposto sì (No 46.8%). L’utente skuolaXD , confermando il responso del sondaggio commenta risentito: “Da noi tutto chiuso, non si fa niente per tutto l’anno a parte stare seduti sui banchi” e chiara ci informa che il blocco delle gite è stato adottato “in quasi tutti i licei di Modena, compreso quelli a sperimentazione linguistica, per i quali i viaggi di istruzione all'estero sono stati ritenuti, da sempre, fondamentali per la formazione degli studenti, ed addirittura inseriti nei relativi P.O.F.”
TURISMO KO - L’ampiezza di questo fenomeno, tra l’altro ha già iniziato seriamente a preoccupare i tour operator e ha addirittura spinto la regione Piemonte a correre ai ripari intervenendo con finanziamenti alle scuole piemontesi per svolgere gite scolastiche entro i confini della regione: un bonus di 150 euro per ogni classe che certificherà di aver svolto una gita in Piemonte.
LE GITE NON SERVONO... - Ma c’è anche chi considera questa forma di protesta penalizzante solo per gli studenti che avranno, in questo modo, un’occasione in meno per arricchire il loro bagaglio culturale. E poi c’è anche chi, come Massimo M., non considera poi così importanti i viaggi di istruzione, anzi, per lui sarebbero da abolire “perché inutili alla didattica nel 99% dei casi è perché i giovani hanno ormai altre mille occasioni per visitare la nostra Italia ed il resto del mondo”.
PERCHÉ QUESTA PROTESTA - I viaggi di istruzione, tuttavia, anche se da alcuni sono visti semplicemente come momento di divertimento, in realtà permettono agli studenti di avvicinarsi alla cultura. Certamente si tratta di un modo più piacevole rispetto allo studio fatto sui libri, ma non per questo più superficiale. Sono, inoltre, un'occasione di socializzazione che spesso contribuisce a migliorare i rapporti tra compagni. E il fatto che vengano bloccate è il tentativo degli insegnanti di far capire che tagliare i fondi all'istruzione significa anche questo, togliere agli studenti la possibilità di conoscere il proprio paese e il patrimonio artistico-culturale che esiste nel mondo e di confrontarsi con realtà diverse, rinunciando ad ampliare i propri punti di vista.
Cristina Montini