
In queste settimane di sospensione delle attività didattiche per le vacanze estive, il Ministero dell’Istruzione e il Cts sono al lavoro per pianificare le linee guida che caratterizzeranno il nuovo anno scolastico 2021/2022 in partenza a settembre.
A 16 mesi dallo scoppio della pandemia però, il Ministro Bianchi insiste sulla necessità di conciliare la sicurezza collettiva con il ritorno in presenza. L’obiettivo principale manifestato più volte dal titolare di Viale Trastevere è infatti quello di abbandonare la Dad in favore di un ritorno alla normalità che garantisca sia l’insostituibile didattica in presenza sia il recupero della socialità, venuta meno dopo mesi di restrizioni.
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Figliuolo: senza i vaccini non può esserci la scuola in presenza
Ma è davvero possibile ipotizzare un ritorno in presenza nelle scuole quando nel mondo continuano ad imperversare le varianti del Covid, in particolare quella Delta? Anche se per ora è ancora presto per definire con certezza il quadro della situazione epidemiologica dei prossimi mesi, il commissario straordinario Francesco Figliuolo non lascia spazio a nessun dubbio riguardo all’assoluta necessità di vaccinare per intero le comunità scolastiche del Paese. Secondo le dichiarazioni di Figliuolo, rilasciate durante una visita all’hub vaccinale di Acea presso Roma e riportate da La Stampa, per poter pensare ad una riapertura degli istituti da settembre bisogna assolutamente “convincere quei 215mila insegnanti che ancora non si sono vaccinati a farlo. Una copertura vaccinale che supera l’80% degli operatori scolastici, oltre a una buona copertura dei ragazzi dai 12 anni in su, ci dà non solo la possibilità di tornare a scuola tutti in presenza, ma di farlo con poche o scarse limitazioni”.Il commissario straordinario non esclude dunque del tutto la possibilità di un ritorno in presenza nel nuovo anno scolastico, purché una più ampia adesione alla campagna vaccinale lo consenta. I numeri di coloro che non hanno ancora ricevuto nemmeno la prima dose sono ancora molto alti poiché si è registrato un ritardo nelle somministrazioni fra le varie fasce di età, per dare priorità alle categorie più a rischio, soprattutto quella degli over 80 e 70.
Scontro fra Figliuolo e Bianchi: una divergenza di obiettivi
Se è vero che l’adesione alla campagna per la vaccinazione è un passo fondamentale per un ripristino graduale della normalità, secondo il Ministro dell’Istruzione l’obiettivo primario rimane comunque quello di un ritorno in presenza nelle scuole da settembre.Durante l’evento dell’ “European Summer Camp – Spazi e idee per la Scuola del Futuro”, Bianchi ha infatti sottolineato l’urgenza di una tale operazione, rispondendo anche alle dichiarazioni di Figliuolo. Le sue parole riportate da La Stampa, non nascondono infatti una diversità di obiettivi dei due, pur condividendo la stessa opinione sull’importanza dei vaccini: “Abbiamo diversi ordini di scuole e i presidi sono responsabili nell’organizzare nel modo migliore, ma io tengo la barra: il mio obiettivo è la presenza, obiettivo di Figliuolo sono le vaccinazioni”.
Per quel che riguarda il mondo dell’Università invece, la Ministra Cristina Messa, auspica ad un ritorno in presenza ma non esclude il ricorso alla Dad se le condizioni epidemiologiche ne renderanno necessario l’uso per scongiurare altri lockdown. Come riporta La Stampa infatti, anche nelle Università l’obiettivo è quello di “ricominciare in presenza, ma sempre con molta prudenza perché non possiamo rischiare ulteriori lockdown, quindi dobbiamo essere pronti e flessibili a tornare, ma anche a contemperare la presenza con la distanza”.
Regioni ottimiste per un ritorno in presenza
Per ora in Italia la percentuale dei vaccinati che hanno completato i due richiami è buona ma non raggiunge numeri altissimi poiché si attesta sul 39,3%.Nel frattempo gli Assessori alla Salute delle diverse Regioni sono al lavoro per proporre possibili soluzioni che riescano a conciliare la tutela della salute collettiva con il ritorno in aula.
L’Assessore della Regione Lazio Alessio D’Amato ad esempio si mostra ottimista per un ritorno in presenza, escludendo il ricorso alla Dad se a settembre, come crede, sarà raggiunta una copertura vaccinale pari al 70-80% delle comunità scolastiche.
Anche l’Assessore alla Salute dell’Emilia Romagna, Raffaele Donini si mostra fiducioso nell’escludere creazione di focolai negli ambienti scolastici e quarantene preventive di fronte a casi isolati se gli altri studenti della classe saranno ovviamente coperti dal vaccino. La Dad in questo modo sarebbe notevolmente ridotta e non generalizzata come è stato fino ad oggi.
Rientro in classe a settembre: i sindacati frenano l'entusiasmo
Se dunque tra le varie Regioni si respira ottimismo per il rientro in aula a settembre, i sindacati della scuola frenano, sottolineando invece come l’emergenza sanitaria rappresenti ancora un grave pericolo.La Stampa riporta infatti le parole di Rino di Meglio, esponente di Gilda, che si mostra molto contrariato rispetto alla ferma volontà di Bianchi di riportare tutti in classe a settembre: “A 16 mesi dalla pandemia, la sicurezza a scuola è ancora lontana”. Le stesse perplessità sono inoltre condivise anche da Maddalena Gissi, la Segretaria Generale CISL Scuola, da Francesco Sinopoli della Flc Cgil e anche dagli esponenti dei sindacati Anief e Uil Scuola.