
Dopo oltre due anni e mezzo di pandemia la figura dello psicologo a scuola rimane fondamentale: previsto inizialmente solamente per l'anno scolastico 2020/2021 è stato poi rilanciato lo scorso luglio dal decreto Sostegni Bis.
Adesso arriva anche la conferma del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi che in audizione alla Camera a Palazzo San Macuto ha sottolineato l'importanza di questa figura professionale che però non deve sostituirsi al docente.
Andiamo a vedere cos'ha detto il ministro dell'Istruzione.
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La scuola come prima comunità in cui si è inseriti
Durante l'ultima audizione alla Camera il ministro Bianchi ha innanzitutto sottolineato come:"Abbiamo bambini e ragazzi che hanno fragilità che rischiano di segnarli per tutta la vita. La scuola è importante non perché si sostituisce alle famiglie, la scuola è scuola, è la prima comunità in cui ognuno di noi è inserito. Quello che rende la scuola unica è il capire che si sta male: anche questo è il ruolo dell’insegnante".Ribadendo l'importanza di avere una scuola in presenza in quanto"molti ragazzi sono oggi in una condizione di malessere e bisogna guardarsi negli occhi per capire che si sta male", rimane davvero vitale "il rafforzamento e la formazione dei nostri insegnanti anche nell’ambito della discussione sulla riforma del reclutamento dove la formazione iniziale deve strumentare l’insegnante non solo ad essere solidi nella disciplina e nella didattica della disciplina ma anche in queste capacità."
Lo psicologo non sostituirà l'insegnante
Per quanto riguarda l'avere uno psicologo a scuola il ministro dell'Istruzione ha evidenziamo come lui non sia contrario ma quest'ultimo non deve sostituirsi al docente. In questo periodo secondo il ministro Bianchi:"E' importante riaffermare la centralità della scuola pubblica che deve garantire a tutti non solo l’istruzione ma anche la partecipazione alla comunità e alla sua vita.""I bambini e i ragazzi che vivono l’affidamento"- continua il ministro - "hanno sofferto e per questo la scuola è così importante; la scuola non vuole e non deve surrogare la famiglia o la società, la scuola è la scuola e nel nostro ordinamento è quel principio fondante per cui tutti hanno il diritto di fare parte di una prima comunità che è la scuola. Le linee guida per il diritto allo studio degli alunni fuori dalle famiglie di origine del 2017 è importante, segna il ruolo della scuola e della famiglia"
La delicata situazione dei minori senza famiglia
Tanti, inoltre, sono i minori senza la propria famiglia in Italia:"L’ultima analisi che abbiamo, del ’19 segnalava oltre 27.608 minori collocati fuori dalla famiglia, al netto dei minori stranieri non accompagnati. Di questi poco metà circa sono in affidamento familiare, circa 14mila vivono nei servizi residenziali per i minorenni. Ci sono situazioni diverse quindi. Serve una attenzione particolare per i minori fuori famiglia, perché la loro condizione non si traduca in abbandono scolastico."“Su una media europea del 10%"- ricorda il ministro dell'istruzione- "in Italia l’abbandono è del 14% ma nelle periferie urbane del Sud è 3 volte sopra la media. Serve infine forte assistenza alla famiglia che accoglie il bambino affidato”. Infine ha detto che:"La scuola è comunità, i bambini che hanno avuto difficoltà proprio in ambito familiare, una scuola che sia comune e aperta e universale credo che sia elemento fondamentale, la scuola è palestra di comunità e così deve essere."
Paolo Di Falco