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Come hanno ormai compreso tutti, il Recovery Fund è una grande opportunità che necessariamente bisogna sfruttare al meglio. E proprio su questo tema è intervenuta la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in commissione Cultura alla Camera dei Deputati, nello specifico si è espressa sulla quota che spetta al comparto dell’istruzione.

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Il 70% dei fondi entro il 2022

"Le risorse complessive chiamate a confluire nel nostro Paese dall'Unione europea sono stimate in 208,6 miliardi di euro, di cui 127,6 miliardi a titolo di prestiti e 81 miliardi sotto forma di sovvenzioni", afferma Azzolina. L'ammontare dei sussidi "sarà distribuito in due tranche, pari rispettivamente al 70 per cento e al 30 per cento del totale. La prima tranche, del 70 per cento, dovrà essere impegnata negli anni 2021 e 2022. Il restante 30 per cento dovrà essere interamente impegnato entro la fine del 2023". I Piani nazionali per la ripresa e la resilienza (Pnrr) degli Stati membri "saranno presentati in ultima istanza entro il 30 aprile 2021, con una prima valutazione da parte della Commissione nel momento in cui il dispositivo entrerà in vigore, presumibilmente non prima del primo gennaio 2021", ha precisato Azzolina.

Stop alle classi pollaio

"Le azioni si concentreranno su più versanti: ampliamento e miglioramento dei servizi per innalzare i risultati educativi; saranno previsti interventi per migliorare il rapporto numerico docenti/studenti per classi diminuendo così il sovraffollamento; interventi di supporto al diritto allo studio nelle scuole e nell'università", ha aggiunto Azzolina. "L'obiettivo è accrescere le competenze chiave per l'apprendimento permanente, in particolare le competenze linguistiche, favorire l'accesso a un'istruzione di qualità indipendentemente dal contesto socioeconomico di appartenenza, contrastando il fenomeno della dispersione scolastica", ha affermato la ministra. E ancora: "Gli eventi degli ultimi mesi hanno dimostrato come sia indispensabile investire sulla formazione di tutto il personale scolastico, senza eccezioni, per rispondere in maniera sempre più adeguata e coerente alle esigenze che tempi di innovazione digitale e di proficua rapida circolazione dei saperi impongono".

Lotta alla dispersione scolastica

"Se creiamo condizioni migliori sarà anche più facile lottare per sconfiggere la dispersione scolastica ancora troppo alta, soprattutto in particolari aree del Paese", ha specificato Azzolina. Secondo la ministra "Le attività di tutoraggio, soprattutto nelle classi dove è più alto il tasso di dispersione. Il tutoraggio avverrà anche attraverso il lavoro a scuola, di docenti dedicati che possano orientare alunne e alunni nelle situazioni più a rischio. La scuola, guardando a questi ragazzi, deve ripensare la propria capacità di essere attrattiva, facendo sì che studentesse e studenti la vivano non solo come il luogo in cui si apprende e si riceve un giudizio sulle proprie competenze, ma anche come luogo dove sia possibile fare esperienze sociali, culturali, ricreative e aggregative", ha poi concluso.