
Il passaggio dalla scuola secondaria di I grado a quella di II grado è un momento critico.
Se non considerato attentamente rischia di favorire la dispersione scolastica. A farlo sapere è Save the Children, che chiede maggiore impegno per l' orientamento degli studenti alle scuole superiori per far fronte al problema.
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Save the Children: aumentano bocciature al primo anno delle superiori
Il passaggio dalla dalle medie alle superiori è un momento critico che, se ignorato, può portare a un aumento della dispersione scolastica.Secondo quanto riporta Save the Children, durante l’anno scolastico 2021-2022, la percentuale di bocciature più elevata si è registrata proprio tra gli studenti del primo anno scolastico delle superiori (8,1%, ovvero circa 40mila studenti).
“Mentre per gli anni di frequenza successivi si è osservata una riduzione nella percentuale di respinti fra l’a.s. 2020-2021 e l’a.s. 2021-2022, la quota di bocciature per chi ha frequentato il primo anno delle scuole secondarie di II grado è cresciuta di un punto percentuale”.
A cosa è dovuta questa tendenza? I fattori che incidono sulla questione sono naturalmente molti, primo fra tutti, secondo il rapporto, è il cambiamento. Passare dalla scuola media alla scuola superiore è sempre un piccolo trauma, in positivo o in negativo. Nuovi compagni, nuovi insegnanti, nuovi ambienti, nuovi metodi di studi. E tutto questo avviene nell’adolescenza, in una fase di per sé burrascosa, fatta di scoperte e mutamenti continui che possono far mancare il terreno sotto i piedi.
La soluzione? Maggiore impegno per garantire orientamento di qualità agli studenti
Come intervenire allora per ridurre il rischio di demotivazione e il conseguente abbandono degli studi da parte dei soggetti più fragili? Per Save the Children una chiave importante al problema sarebbe quella di un miglior orientamento scolastico.“È essenziale un iter di orientamento di qualità per accompagnare le scelte scolastiche degli studenti, prevenire gli abbandoni e sostenere la motivazione”, dice Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia – Europa di Save the Children. “L’orientamento, che deve durare per tutto il ciclo scolastico, è un percorso educativo che deve essere volto sia ad effettuare scelte consapevoli rispetto alle prospettive di formazione e/o impiego di ciascuno, sia a favorire fiducia, autostima, riconoscimento dei propri talenti e aspirazioni. In questo percorso è importante promuovere il coinvolgimento attivo e partecipativo degli studenti, favorendo lo sviluppo delle loro capacità di riflessione, critica e auto-valutazione rispetto alle competenze acquisite e alle prospettive future”.
Un’attenzione particolare deve essere poi posta alla lotta contro le disuguaglianze durante l’orientamento. Troppo spesso, infatti, gli studenti che si trovano in situazione di povertà economica o che hanno una storia migratoria alle spalle vengono automaticamente indirizzati verso istituti tecnici o professionali, senza tenere conto delle loro passioni, dei loro interessi e dei loro talenti. E la maggior parte delle bocciature tra il primo e il secondo anno delle superiori si registra proprio in questi istituti (12,3% degli studenti, contro il 5,9% nei licei).
Per potenziare l’orientamento, bisognerebbe inoltre svolgere attività di informazione e formazione sulle opportunità che l’ente pubblico mette a disposizione per il diritto allo studio, come borse di studio, sgravi fiscali, eccetera. Questo permetterebbe una scelta più oculata del percorso scolastico da seguire, in particolare per gli studenti più svantaggiati.