7 min lettura
I sospetti di abusi sessuali e la brutale aggressione: cosa sappiamo sulla docente picchiata da 30 genitori

Scene da guerriglia urbana in quel di Scanzano, piccola frazione di Castellammare di Stabia. Qui, una docente è stata brutalmente aggredita da un gruppo di 30 genitori e parenti che le hanno provocato un trauma cranico e il conseguente ricovero in ospedale.

A scatenare le ire delle famiglie dei presunti abusi sessuali di cui la docente, un'insegnante di sostegno, è sospettata. Sulla vicenda stanno indagando le forze dell'ordine e gli ispettori dell'Ufficio Scolastico Regionale, inviati dal Ministro del MIM Giuseppe Valditara presso l'istituto scolastico.

Indice

  1. L'aggressione
  2. Il post social, le accuse alla professoressa e l'ipotesi macchinazione
  3. Le reazioni: Valditara invia gli ispettori ministeriali

L'aggressione

Una vicenda assurda su cui adesso dovranno fare luce gli inquirenti ma anche gli ispettori ministeriali. Tutto è iniziato quando nei gruppi Whatsapp dei genitori sono spuntate diverse voci su presunti comportamenti illeciti da parte della prof nei confronti dei giovani studenti.

Ne è nata una catena di messaggi tra le famiglie che in un primo momento hanno chiesto l'allontanamento della docente, poi hanno deciso di passare ai fatti.

Così lo scorso giovedì, il 14 novembre, un nutrito gruppo di mamme e papà – circa una trentina di persone come segnala 'Il Messaggero' - si è riunito fuori dal plesso scolastico dove studiano i figli, facendo irruzione nei corridoi della scuola durante le lezioni.

Dopo un primo confronto con la preside, che ha allertato le forze dell'ordine, i genitori si sono scagliati contro la docente, che è stata prima accerchiata e poi selvaggiamente picchiata, sotto gli occhi increduli di studentesse e studenti.

Vittime della violenza anche i genitori dell'insegnante, che in quel momento si trovavano a scuola: nella colluttazione, il padre della professoressa, intervenuto per difenderla, ha riportato la frattura di un polso. Alla figlia, però, è andata anche peggio, ricoverata presso l'ospedale cittadino per un trauma cranico. E solo l'intervento dei Carabinieri ha placato la furia delle famiglie

Il post social, le accuse alla professoressa e l'ipotesi macchinazione

Ad oggi, i fatti raccolti sono questi: la prof era stata già raggiunta in precedenza da una denuncia per molestie e, tra gli elementi, le forze dell'ordine sarebbero in possesso anche di alcune chat tra l'insegnante e alcuni minori suoi alunni. E proprio per questo motivo i Carabinieri hanno sequestrato il device della prof e degli alunni presumibilmente coinvolti.

Oltre a questo, si legge sempre su 'Il Messaggero', ci sarebbero anche diversi episodi emersi dai primi accertamenti: la donna, la scorsa estate, ha subito attacchi hacker sui suoi profili social, ricevendo negli ultimi giorni diverse minacce sulla sua posta elettronica.

Altro elemento chiave della vicenda sarebbe poi un post social diventato virale su Facebook, dal titolo 'L'urlo di una madre'.

Come specificato dal portale 'Open', il post - che non riporta nomi - fa riferimento a dei presunti abusi sui bambini ed è stato condiviso da molte famiglie della cittadina: "Nemmeno ora , l’urlo di quelle madri è stato sentito, quando hanno dovuto scoprire che una docente ha abusato di quei figli che loro mandano in quell’istituto, pensando che lì fossero al sicuro con i loro insegnanti", si legge nel post ricondiviso come una catena di Sant’Antonio. 

Inoltre, sempre la docente aveva sorpreso un ragazzo a fumare una sigaretta elettronica in bagno e per questo aveva chiesto, e ottenuto, una sospensione di due giorni per l'alunno. Un elemento questo che potrebbe risultare centrale nelle indagini.

Secondo quanto scrive 'Il Corriere della Sera', infatti, il caso potrebbe essere opera di una macchinazione. Il quotidiano riporta infatti che testimoni avrebbero ascoltato lo stesso ragazzino e un suo compagno parlare di una "punizione", per far "perdere il lavoro" all’insegnante. Sempre secondo quanto si legge sul quotidiano, poi, della possibile vendetta orchestrata dallo studente avrebbe fatto parte anche un altro studente disabile, minacciato di ritorsioni se non avesse confermato le accuse.

Una vicenda da prendere con le pinze, dunque, e su cui andrà fatta chiarezza: al momento, non ci sarebbe traccia dei presunti abusi e sarà quindi fondamentale l'analisi di tutti gli smartphone delle persone coinvolte.

Le reazioni: Valditara invia gli ispettori ministeriali

“È un episodio di enorme gravità e di violenza estrema - ha commentato il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza - confido nella capacità investigativa dei carabinieri per accertare la verità dei fatti serenità nella scuola, tra gli studenti, i loro genitori e il corpo insegnanti”.

Sull'aggressione è intervenuto anche il Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nella armonia. Sul caso di Scanzano l'Usr della Campania farà piena luce, è comunque grave che 30 "parenti" si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di "giustizia fai da te" contro un'insegnante. L'episodio testimonia l'imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”.

Per questo motivo, “in relazione ai gravi fatti successi a Scanzano l'Usr della Campania ha disposto una ispezione per contribuire ad accertare quanto accaduto. La scuola è un luogo sacro e va tutelata sempre” riporta la nota diramata dal Ministero dell'Istruzione e del Merito.

Skuola | TV
E ADESSO? La verità su cosa fare dopo la maturità

Rivedi lo speciale di Skuola.net e Gi Group dedicato a tutti i maturandi che vogliono prendere una decisione consapevole sul proprio futuro grazie ai consigli di esperti del settore.

Segui la diretta