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Habilis
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Concetti Chiave

  • Il pino domestico, simbolo della Federazione Pro-Natura, è considerato l'albero più bello d'Italia, particolarmente integrato nei paesaggi litorali.
  • Virgilio lo descrive come un ornamento per orti e parchi, distinguendolo dal frassino selvatico delle selve.
  • Originario delle coste spagnole sud-orientali, il pino domestico è stato importato dai Romani e dagli Etruschi, diventando un elemento fondamentale del paesaggio costiero italiano.
  • La presenza storica del pino nelle pinete lungo i litorali italiani è testimoniata da opere letterarie e artistiche, sebbene oggi ne rimanga ben poco.
  • L'urbanizzazione e l'inquinamento hanno gravemente ridotto le pinete costiere, minacciando di trasformarle in un "ossario sterile" nel giro di pochi anni.

Il pino domestico

Non a caso la Federazione Pro-Natura ha prescelto, come suo simbolo, il pino domestico. Il pino domestico o pino da pinoli o pino italico è considerato l'albero più bello d'Italia, meravigliosamente inserito nei paesaggi dei litorali.
Già Virgilio lo dichiara « pino bellissimo » ornamento degli orti e dei par¬chi in contrapposizione al selvaggio frassino delle selve. In verità, col suo portamento slanciato, la sua corteccia rossa e scagliosa, la sua chioma espansa e regolare, il pino domestico costituisce un elemento essenziale del paesaggio italico costiero, anche se pare accertato che esso provenga, importato dai Romani che lo consacrarono alla dea Cibele o addirittura dagli Etruschi, dai deserti litorali della Spagna sud-orientale ove ancora vegeta in ampie foreste. Le vaste fasce pinetate che si estendono lungo i litorali, da Mondragone in provincia di Caserta, a Castel Fusano, a Fregene, alla Versilia e sul litorale emiliano e veneto, sono ormai parte inscuidibile del paesaggio.
Dalla « divina foresta spessa e viva » di Dante a numerosi dipinti in cui compare la pineta che un tempo rivestiva tutte le coste toscane, il pino occupa un posto storico e primario nella nostra vegetazione. Purtroppo oggi, delle grandi selve costiere resta ben poco. Attrezzature balneari, strade, impianti industriali, urbanizzazione, hanno ridotto di molto le pinete; in più, le acque cariche di detersivi, proiettate dal libeccio contro il bosco, non più frenate dalla vegetazione dunale, distrutta per lasciar spazio ai bagnanti, riduce la vegetazione, per centinaia di metri all'interno, a un cimitero di tronchi biancheggianti, di ceppale riarse, di chiome ustionate. Seguitando di questo passo, in pochi anni, tutte le residue pinete costiere italiane saranno ridotte a uno sterile ossario.

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