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i muscoli sono costituiti da fasci di fibre muscolari. Ciascuna fibra ha un diametro compreso tra 10 e 30 micron e può raggiungere la lunghezza di 30 cm.
Nei muscoli, collegati alle ossa, ogni fibra contiene fibre più sottili, le miofibrille, a loro volta formate da due tipi di filamenti, rispettivamente spessi e sottili, legati tra loro.
Qualsiasi tipo di movimento deriva dalla contrazione di alcuni muscoli particolari, cioè dal loro accorciamento; quando si contrae il muscolo che collega due pezzi ossei si accorcia ed i due pezzi si muovono avvicinandosi l’un l’altro. Il movimento contrario, cioè l’allontanamento, non può essere provocato dallo stesso muscolo perché esso non è in grado di stirarsi da solo. Interviene un altro muscolo, collegato ai due pezzi ossei, ma collocato in modo tale che la sua contrazione produca uno stiramento passivo del primo muscolo. I due muscoli costituiscono una coppia di muscoli antagonisti, cioè l’azione di uno degli elementi della coppia, implica l’azione opposta dell’altro elemento.
Tipi: muscoli volontari
I muscoli che costituiscono il sistema muscolare scheletrico sono collegati alle ossa per mezzo dei tendini, robusti fasci di fibre indeformabili ed estremamente resistenti; essi sono chiamati scheletrici o volontari. La loro azione è sempre diretta al movimento di una parte dello scheletro.
Le fibre dei muscoli volontari sono di forma rettangolare e molto lunghe, presentano caratteristiche striate trasversali di colore rosso scuro che si alternano a striature di colore più chiaro: per questo vengono chiamate anche fibre muscolari striate.
Questo aspetto è dovuto alla disposizione dei due tipi di filamenti (più spessi e più sottili) che costituiscono le sottili miofibrille, che riunite assieme formano le fibre muscolari striate.
Quando avviene la contrazione, le striature si avvicinano perché i due tipi di filamenti scorrono gli uni sugli altri determinando l’accorciamento del muscolo.
Muscoli involontari:
Nella struttura di molti organi interni entra a far parte un altro tipo di muscoli che, non avendo striature, vengono detti lisci. Perché la loro contrazione non è sotto il controllo della nostra volontà. Essi, a differenza di quelli striati, sono formati da fibre corte, assottigliate alle estremità, e si contraggono e rilassano più lentamente; inoltre, la muscolatura liscia avverte meno la fatica e può quindi rimanere in azione anche per diverse ore.
I muscoli lisci servono a far funzionare gli organi e le parti interne del corpo in cui sono presenti.
La muscolatura del cuore:
Esiste poi un terzo tipo di muscolo, quello che costituisce il cuore. Quasi tutta la parete di quest’organo è formata dal muscolo miocardio. Esso contiene fibre corte come i muscoli lisci, ma con striature interne. Le fibre sono unite tra loro da ogni lato ed in varie direzioni, formando una specie di rete. Caratteristica unica del muscolo miocardio è la capacità di ogni fibra di contrarsi spontaneamente e in modo ritmico.
Muscoli a lavoro:
La forza di un muscolo dipende dal numero di fibre che si contraggono: se aumenta il numero di fibre contratte, aumenta anche la forza del muscolo.
Anche quando sei del tutto fermo, nei muscoli c’è sempre un certo numero di fibre contratte che determinano il tono muscolare, necessario per mantenere il corpo nella sua posizione e quindi per sostenere il sistema scheletrico. Il tono muscolare si riduce durante il sonno e il riposo; aumenta invece nei momenti di particolare tensione.
I muscoli hanno bisogno di varie sostanze per contrarsi, in particolare di ossigeno e zuccheri, che giungono loro per mezzo del sangue. All’interno delle fibre muscolari, infatti, l’ossigeno “brucia” gli zuccheri liberando così l’energia che contengono; le fibre muscolari utilizzano quest’energia per contrarsi e liberano prodotti di rifiuto (anidride carbonica e acido lattico), che vengono portati via dal sangue.
Patologie:
I problemi più comuni che possono colpire un muscolo sono causati da uno sforzo eccessivo delle fibre.
CONTRATTURE E STRAPPI:
se si inizia subito a sottoporre i muscoli a uno sforzo intenso, c'è il rischio che il muscolo sin indurisca e faccia male. In questo caso si ha una contrattura che ci impedisce di proseguire nell'attività sportiva per qualche giorno. Un problema più serio è invece lo strappo, una vera e propria lacerazione delle fibre che compongono il muscolo. Anche lo strappo è dovuto a uno sforzo eccessivo a cui il muscolo viene sottoposto, anche se ben allenato.
Lo strappo è un incidente molto doloroso, spesso dovuto a un movimento scoordinato, e richiede un lungo periodo di riposo.
CRAMPI:
L'energia necessaria al funzionamento dei muscoli deriva da speciali reazioni chimiche che avvengono nelle fibre muscolari. Queste reazioni hanno come prodotto finale acqua e anidride carbonica. Però, quando lo sforzo a cui i muscoli sono sottoposti e intenso e prolungato, come nella corsa, può accumularsi nei muscoli un prodotto intermedio di queste reazioni, l'acido lattico. Si avverte in questo caso una sensazione di fatica e un indurimento chiamato crampo.
PARALISI:
La malattia più nota che provoca paralisi è la poliomielite. In realtà la poliomielite è causata da un virus che colpisce il sistema nervoso, ma la conseguenza finale è l'impossibilità del sistema nervoso di comandare il movimento dei muscoli, più spesso quelli delle gambe, che non funzionando più si riducono di volume.
DISTROFIA MUSCOLARE:
in questo caso il tessuto che forma i muscoli viene sostituito da tessuto fibroso o da tessuto grasso e il muscolo perde la sua capacità di contrarsi. Le cause non sono ancora conosciute, ma sembrano legate a fattori ereditari.
Allenamento:
Per far sì che i muscoli restino sempre in buono stato è necessario eseguire regolarmente dell’esercizio;
vi sono diversi metodi di allenamento per i muscoli, come ad esempio sollevare pesi, correre, eseguire piegamenti sulle gambe e/o flessioni ecc.
è molto importante eseguire esercizi adatti a tutti i muscoli del corpo ed evitare quindi di allenare solo in parte il muscolo. Nonostante l’esercizio sia fondamentale per il benessere del sistema muscolare, bisogna prestare molta attenzione a non esagerare nello sforzo altrimenti si rischia di indolenzire il muscolo e vi è la possibilità di recarvi danni.
Struttura:
Il muscolo scheletrico è formato da un insieme di cellule piuttosto lunghe, cilindriche e con estremità fusiformi, chiamate fibre muscolari. Se lo si taglia trasversalmente si nota che queste fibre non sono isolate, ma raggruppate in fascicoli ed avvolte da tessuto connettivo. Tra un fascicolo e l'altro decorrono fibre elastiche, nervi e vasi sanguigni, che si ramificano per distribuirsi alle varie cellule; la ricca vascolarizzazione determina la tipica colorazione del muscolo scheletrico (grazie alla miogloblina che circola nel sangue).
Mentre le parti carnose (ventri muscolari) possiedono un colore rosso più o meno intenso, le parti tendinee hanno un colorito madreperlaceo.
I muscoli sono riccamente vascolarizzati ed innervati, ed è caratteristico l'andamento dei vasi e dei nervi, sempre obliquo ed ondulato per sopportare le continue modificazioni di lunghezza a cui ogni muscolo va incontro durante il funzionamento.
Si stima che il corpo umano contenga circa 250 milioni di fibre muscolari.
Le cellule del muscolo possono ipertrofizzarsi, quindi aumentare di dimensioni, ma normalmente non possono moltiplicarsi.
In altre parole, non è possibile aumentare il numero di fibre attraverso l'allenamento, ma soltanto il volume complessivo di quelle già esistenti. L'intera massa muscolare è rivestita da una guaina di connettivo fibro-elastico detta epimisio, che ha il compito di contenerlo e proteggerlo durante l'esecuzione del movimento stesso. Questa guaina si addentra nel ventre muscolare a costituire il perimisio e l'endomisio: così, ogni fascetto è rivestito da una membrana di connettivo lasso detta perimisio, mentre ogni singola cellula muscolare è rivestita da una delicata membrana connettivale detta endomisio.
• Epimisio o Fascia muscolare: guaina che riveste l'intero muscolo
• Perimisio: guaina che riveste i fasci di fibre muscolari
• Endomisio: guaina che riveste le singole cellule o fibre muscolari
Nel connettivo interposto tra le fibre muscolari decorrono vasi sanguigni e fibre nervose motorie e sensitive. Grossi vasi e nervi penetrano attraverso l'epimisio e si dividono per ramificarsi attraverso il muscolo, nel perimisio e nell'endomisio, raggiungendo ogni singola fibra.
Scopo:
I nostri muscoli, naturalmente, fanno compiere alle ossa o alle altre parti sulle quali sono impiantati moltissimi tipi di movimenti: flessione, rotazione, estensione, ecc. Proprio a seconda del tipo di movimento, i muscoli prendono diversi nomi.
Flessori: sono i muscoli che, con la loro contrazione, determinano una flessione, un piegamento: es. bicipite.
Estensori: sono quelli che determinano una estensione, come per esempio il raddrizzamento di un arto. Il tricipite, funzionando da antagonista del bicipite, è un muscolo estensore.
Elevatori: sono chiamati quei muscoli che elevano una parte del corpo: il trapezio è il muscolo elevatore della spalla.
Adduttori: sono i muscoli che servono ad avvicinare un arto all’asse del corpo. Il gran pettorale, che serve ad avvicinare il braccio al corpo, è un muscolo adduttore.
Abduttori: sono i muscoli che servono ad allontanare un arto dall’asse del corpo. Per esempio il deltoide, che serve ad allontanare il braccio dal corpo.
Rotatori: sono quelli che fanno ruotare una parte del corpo (un arto, la testa, il torace). Il sartorio, per esempio, fa ruotare all’esterno la coscia.
Supinatori: servono a portare il braccio in posizione supina, cioè con la palma in alto.
Pronatori: portano il braccio in posizione prona, cioè con il palmo in basso.
Sfinteri e orbicolari: sono i muscoli foggiati ad anello che con la loro contrazione respingono o chiudono una apertura. Per esempio, lo sfintere vescicale e gli orbicolari della bocca e dell’occhio. (Gli sfinteri, pur essendo striati, appartengono alla muscolatura liscia).
quindi rimanere in azione anche per
diverse ore.
I muscoli lisci servono a far funzionare
gli organi e le parti interne del corpo in
cui sono presenti.
La muscolatura del cuore:
Esiste poi un terzo tipo di muscolo,
quello che costituisce il cuore. Quasi
tutta la parete di quest’organo è
miocardio.
formata dal muscolo Esso
contiene fibre corte come i muscoli
lisci, ma con striature interne. Le fibre
sono unite tra loro da ogni lato ed in
varie direzioni, formando una specie di
rete. Caratteristica unica del muscolo
miocardio è la capacità di ogni fibra di
contrarsi spontaneamente e in modo
ritmico.
Muscoli a lavoro:
La forza di un muscolo dipende dal
numero di fibre che si contraggono: se
aumenta il numero di fibre contratte,
aumenta anche la forza del muscolo.
Anche quando sei del tutto fermo, nei
muscoli c’è sempre un certo numero di
fibre contratte che determinano il tono
muscolare, necessario per mantenere il
corpo nella sua posizione e quindi per
sostenere il sistema scheletrico. Il tono
muscolare si riduce durante il sonno e il
riposo; aumenta invece nei momenti di
particolare tensione.
I muscoli hanno bisogno di varie
sostanze per contrarsi, in particolare di
ossigeno e zuccheri, che giungono loro
per mezzo del sangue. All’interno delle
fibre muscolari, infatti, l’ossigeno
“brucia” gli zuccheri liberando così
l’energia che contengono; le fibre
muscolari utilizzano quest’energia per
contrarsi e liberano prodotti di rifiuto
(anidride carbonica e acido lattico), che
vengono portati via dal sangue.
Patologie:
I problemi più comuni che possono
colpire un muscolo sono causati da uno
sforzo eccessivo delle fibre.
CONTRATTURE E STRAPPI:
se si inizia subito a sottoporre i muscoli
a uno sforzo intenso, c'è il rischio che il
muscolo sin indurisca e faccia male. In
questo caso si ha una contrattura che
ci impedisce di proseguire nell'attività
sportiva per qualche giorno. Un
problema più serio è invece lo strappo,
una vera e propria lacerazione delle
fibre che compongono il muscolo.
Anche lo strappo è dovuto a uno sforzo
eccessivo a cui il muscolo viene
sottoposto, anche se ben allenato.
Lo strappo è un incidente molto
doloroso, spesso dovuto a un
movimento scoordinato, e richiede un
lungo periodo di riposo.
CRAMPI:
L'energia necessaria al funzionamento
dei muscoli deriva da speciali reazioni
chimiche che avvengono nelle fibre
muscolari. Queste reazioni hanno come
prodotto finale acqua e anidride
carbonica. Però, quando lo sforzo a cui i
muscoli sono sottoposti e intenso e
prolungato, come nella corsa, può
accumularsi nei muscoli un prodotto
intermedio di queste reazioni, l'acido
lattico. Si avverte in questo caso una
sensazione di fatica e un indurimento
chiamato crampo.
PARALISI:
La malattia più nota che provoca
paralisi è la poliomielite. In realtà la
poliomielite è causata da un virus che
colpisce il sistema nervoso, ma la
conseguenza finale è l'impossibilità del
sistema nervoso di comandare il
movimento dei muscoli, più spesso
quelli delle gambe, che non
funzionando più si riducono di volume.
DISTROFIA MUSCOLARE:
in questo caso il tessuto che forma i
muscoli viene sostituito da tessuto
fibroso o da tessuto grasso e il muscolo
perde la sua capacità di contrarsi. Le
cause non sono ancora conosciute, ma
sembrano legate a fattori ereditari.
Allenamento:
Per far sì che i muscoli restino sempre
in buono stato è necessario eseguire
regolarmente dell’esercizio;
vi sono diversi metodi di allenamento
per i muscoli, come ad esempio
sollevare pesi, correre, eseguire
piegamenti sulle gambe e/o flessioni
ecc.
è molto importante eseguire esercizi
adatti a tutti i muscoli del corpo ed
evitare quindi di allenare solo in parte il
muscolo. Nonostante l’esercizio sia
fondamentale per il benessere del
sistema muscolare, bisogna prestare
molta attenzione a non esagerare nello
sforzo altrimenti si rischia di indolenzire
il muscolo e vi è la possibilità di recarvi
danni.
Struttura:
Il muscolo scheletrico è formato da un
insieme di cellule piuttosto lunghe,
cilindriche e con estremità fusiformi,
chiamate fibre muscolari. Se lo si taglia
trasversalmente si nota che queste
fibre non sono isolate, ma raggruppate
in fascicoli ed avvolte da tessuto
connettivo. Tra un fascicolo e l'altro
decorrono fibre elastiche, nervi e vasi
sanguigni, che si ramificano per
distribuirsi alle varie cellule; la ricca
vascolarizzazione determina la tipica
colorazione del muscolo scheletrico
(grazie alla miogloblina che circola nel
sangue). parti carnose
Mentre le (ventri
muscolari) possiedono un colore rosso
parti tendinee
più o meno intenso, le
hanno un colorito madreperlaceo.
I muscoli sono riccamente
vascolarizzati ed innervati, ed è
caratteristico l'andamento dei vasi e
dei nervi, sempre obliquo ed ondulato
per sopportare le continue
modificazioni di lunghezza a cui ogni
muscolo va incontro durante il
funzionamento.
Si stima che il corpo umano contenga
circa 250 milioni di fibre muscolari.
Le cellule del muscolo possono
ipertrofizzarsi, quindi aumentare di
dimensioni, ma normalmente non
possono moltiplicarsi.
In altre parole, non è possibile
aumentare il numero di fibre attraverso
l'allenamento, ma soltanto il volume
complessivo di quelle già esistenti.
L'intera massa muscolare è rivestita da
una guaina di connettivo fibro-elastico
detta epimisio, che ha il compito di
contenerlo e proteggerlo durante
l'esecuzione del movimento stesso.
Questa guaina si addentra nel ventre
muscolare a costituire il perimisio e
l'endomisio: così, ogni fascetto è
rivestito da una membrana di
connettivo lasso detta perimisio,
mentre ogni singola cellula muscolare è
rivestita da una delicata membrana
connettivale detta endomisio.
• Epimisio o Fascia muscolare:
guaina che riveste l'intero muscolo
• Perimisio: guaina che riveste i
fasci di fibre muscolari
• Endomisio: guaina che riveste le
singole cellule o fibre muscolari
Nel connettivo interposto tra le fibre
muscolari decorrono vasi sanguigni e
fibre nervose motorie e sensitive.
Grossi vasi e nervi penetrano
attraverso l'epimisio e si dividono per
ramificarsi attraverso il muscolo, nel
perimisio e nell'endomisio,
raggiungendo ogni singola fibra.
Scopo:
I nostri muscoli, naturalmente, fanno
compiere alle ossa o alle altre parti
sulle quali sono impiantati moltissimi
tipi di movimenti: flessione, rotazione,
estensione, ecc. Proprio a seconda del
tipo di movimento, i muscoli prendono
diversi nomi.
Flessori: sono i muscoli che, con la
loro contrazione, determinano una
flessione, un piegamento: es. bicipite.
Estensori: sono quelli che
determinano una estensione, come per
esempio il raddrizzamento di un arto. Il
tricipite, funzionando da antagonista
del bicipite, è un muscolo estensore.
Elevatori: sono chiamati quei muscoli
che elevano una parte del corpo: il
trapezio è il muscolo elevatore della
spalla.
Adduttori: sono i muscoli che servono
ad avvicinare un arto all’asse del corpo.
Il gran pettorale, che serve ad
avvicinare il braccio al corpo, è un
muscolo adduttore.
Abduttori: sono i muscoli che servono
ad allontanare un arto dall’asse del
corpo. Per esempio il deltoide, che
serve ad allontanare il braccio dal
corpo.
Rotatori: sono quelli che fanno ruotare
una parte del corpo (un arto, la testa, il
torace). Il sartorio, per esempio, fa
ruotare all’esterno la coscia.
Supinatori: servono a portare il
braccio in posizione supina, cioè con la
palma in alto.
Pronatori: portano il braccio in
posizione prona, cioè con il palmo in
basso.
Sfinteri e orbicolari: sono i muscoli
foggiati ad anello che con la loro
contrazione respingono o chiudono una
apertura. Per esempio, lo sfintere
vescicale e gli orbicolari della bocca e
dell’occhio. (Gli sfinteri, pur essendo
striati, appartengono alla muscolatura
liscia).