Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 9
Giappone, tesina (4) Pag. 1 Giappone, tesina (4) Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 9.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Giappone, tesina (4) Pag. 6
1 su 9
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Introduzione Giappone, tesina (4)


La seguente tesina parla del Giappone durante le due guerre mondiali, il rapporto che c'era tra Gabriele D'Annunzio ed il Giappone, ed il rapporto tra l'architetto Frank Lloyd Wright ed il Giappone

Collegamenti


storia- il Giappone nelle due guerre mondiali.
italiano- Gabriele D'annunzio, il ''superuomo'', e rapporti con il Giappone.
tecnologia delle costruzioni- Frank Lloyd Wright ed i rapporti con il Giappone
Estratto del documento

GABRIELE D'ANNUNZIO

Nasce a Pescara il 12 marzo 1863 da una famiglia borghese.

Studia presso uno dei collegi più aristocratici del tempo e nel

1879 a soli 16 anni esordisce con la sua prima raccolta di

poesie, Primo Vere. Finiti gli studi si trasferisce a Roma per

frequentare l'università ma l'abbandona preferendo vivere tra

salotti mondani e redazioni di giornali. Qui acquista notorietà

attraverso vari articoli di giornale e versi, e nel 1889 pubblica il

suo primo romanzo, Il Piacere, incentrato sulla figura dell'esteta

decadente.

Caratteristica principale di D'Annunzio è che fece, secondo i

principi dell'estetismo, della vita un'opera d'arte, e lo dimostrò

anche nelle sue opere, secondo lui il ''Verso è tutto'' ed intende

rievocare la bellezza dell'arte ed in questo caso della poesia ed il

piacere che da esso deriva, infatti nel Piacere scrisse:

"Il verso è tutto. Nella imitazione della Natura nessuno strumento

d’arte è più vivo, agile, acuto, vario, moltiforme, plastico,

obbediente, sensibile, fedele. Più compatto del marmo, più

malleabile della cera, più sottile d’un fluido, più vibrante d’una corda, più luminoso d’una gemma,

più fragrante d’un fiore, più tagliente d’una spada, più flessibile d’un virgulto, più carezzevole d’un

murmure, più terribile d’un tuono, il verso è tutto e può tutto. Può rendere i minimi moti del

sentimento e i minimi moti della sensazione; può definire l’indefinibile e dire l’ineffabile; può

abbracciare l’illimitato e penetrare l’abisso; può avere dimensioni d’eternità; può rappresentare il

sopraumano, il soprannaturale, l’oltramirabile; può inebriare come un vino, rapire come un’estasi;

può nel tempo medesimo possedere il nostro intelletto, il nostro spirito, il nostro corpo; può, infine,

raggiungere l’Assoluto."

Per l'esteta l'arte è il valore supremo e ad essa devono essere subordinati tutti gli altri valori, la vita

si sottrae alle leggi del bene e del male e si sottopone solo alla legge del bello trasformandosi in

opera d'arte, si dà origine ad un vero e proprio culto dell'arte e della bellezza e ad una ricerca

estenuante dell'eleganza.

D'Annunzio si accorge però che nella società del momento l'esteta non può durare, la società è in

crescita e si sta evolvendo, la borghesia è in ascesa; l'estetismo entra in crisi.

Unisce così l'esteta al superuomo di Friedrich Nietzsche, influenzato dagli aspetti del suo pensiero,

rifiuta il conformismo borghese, esalta lo spirito ''dionisiaco'', rifiuta l'etica della pietà, dell'altruismo,

esalta la ''volontà di potenza'', l'uomo si deve affermare attraverso lo spirito della lotta e da solo

con le sue forze; ciò deve servire a portare la Nazione verso destini imperiali, di dominio sul

mondo, come l'antica Roma.

D'Annunzio crea un uomo aggressivo, energico, vitalistico, inglobando anche l'immagine

dell'esteta, nasce così un essere violento e raffinato il quale si deve imporre su un mondo

meschino e vile come quello borghese. Questo uomo prende la funzione di ''Vate'', di una guida

che serve a portare la Nazione in alto, e D'Annunzio si impersonifica in essa.

Il primo progetto che elabora con l'ideologia dell'esteta-superuomo è ''Laudi del cielo del mare

della terra e degli eroi'', 7 libri nel campo della lirica, ma ne realizza solo 5.

-Maia (1903):è un poema di oltre ottomila versi, adotta il verso libero e non c'è ordine preciso e

schema fisso. Il poema tratta di un viaggio realmente effettuato in Grecia nel 1895, il viaggio è

l'immersione in un passato mistico, alla ricerca di un vivere sublime e divino all'insegna della forza

e della bellezza. Dopo questo viaggio si ritrova nelle ''città terribili'', moderne, ma arriva ad

inneggiarle ritenendole possenti di energie, vedendo le masse operaie uno strumento per il

superuomo.

-Elettra (1903): questo testo è quello con il tema più propagandistico, ed in una parte racconta

delle ''Città del Silenzio'', le antiche città italiane, un tempo gloriose e che conservano un passato

guerriero e di bellezza artistica, su cui bisogna modellare il futuro. Inoltre D'Annunzio si propone

esplicitamente come Vate.

-Alcyone (1903): è un tema lirico che parla della fusione panica con la natura. Il libro è come una

vacanza ideale, le liriche si ordinano nel senso delle stagioni, l'Io del poeta si fonde con il fluire

della vita del Tutto. Questo libro è stato il più celebrato dalla critica per via della sua sottile musicità

e tranquillità, e fu definito come poesia pura. In realtà D'annunzio intendeva dire che solo al

superuomo è consentito ''trasumanare'', di insidiarsi al contatto con la natura, attingendo ad una

vita superiore.

-Merope (1912): raccoglie le ''Canzoni delle gesta d'oltremare'' dedicate all'impresa coloniale in

Libia.

- Asterope: comprende le poesie ispirate alla Prima Guerra Mondiale.

Gabriele D'Annunzio ed il Giappone

Amante della cultura giapponese ed affascinato dal quel mondo

scrisse nel maggio del 1900: ''Un altro Impero, quello del Sol

Levante dà l'esempio inaudito d'una trasformazione che sembra

piuttosto una creazione portentosa. E qui l'orgoglio di stirpe

trionfano e divorano insaziabilmente. Coloro i quali vinsero il

Figlio del Cielo, oggi aspirano a tutte le conquiste.''

Noto Interventista, partecipò alla Prima Guerra Mondiale, dove

conobbe il poeta giapponese Harukichi Shimoi, arruolatosi negli

Arditi dell'esercito italiano. D'Annunzio grazie a questo incontro

potè ampliare la sua conoscenza riguardo il Giappone, e

dall'incontro dei due poeti-soldati nacque l'idea, promossa a

partire dal marzo 1919, del raid aereo Roma-Tokyo progettato in

20 tappe, a cui il Vate voleva inizialmente partecipare, ma che fu

portato a termine dall'aviatore Arturo Ferrarin poichè D'annunzio

a causa della morte di Natale Palli, il pilota che lo aveva guidato

sui cieli di Vienna, e dell'impresa di Fiume vi rinunciò.

Quando Ferrarin giunse a Tokio nel maggio del 1920 a nome di

D'annunzio, oltre ai festeggiamenti a lui dedicati fu ricevuto dal principe reale Hiroito.

Quando Gabriele dovette rinunciare al volo scrisse a Shimoi: ''E io pensavo di venire a cercarvi in

Tokyo, sorvolando il continente, valicando il Turkestan cinese per Samarcanda e poi per Pechino e

per Mukden intraprendendo il mar del Giappone''

Durante l'impresa di Fiume fu raggiunto da Shimoi che gli portò una katana, dono dei giapponesi e

simbolo dell'amicizia tra il poeta e quel popolo. Nell'antica spada dei samurai D'Annunzio vedeva il

Giappone estetico ed il Giappone militare, che uniti erano per lui un mondo superiore a tutti.

D'Annunzio aveva una profonda ammirazione per il Giappone ritenuto da lui creatore di oggetti e

sensazioni raffinate, di suggestivi ed eleganti ornamenti, di templi ed edifici uniti alla natura; amava

la bellezza e l'armonia di quel mondo. Dall’altro il Vate ammirava nel Giappone la capacità

“guerriera” e la determinazione di una Nazione che diveniva artefice dei propri destini, mutando la

sua condizione da voluto secolare isolamento in una aggressività imperialista.

In Giappone il suo nome era conosciuto da tutti, la gente leggeva i suoi scritti che furono portati e

tradotti dall'amico Shimoi e i poeti prendevano spunto da lui, e questa influenza che provocò al

popolo giapponese lo si vede, seppur di meno, ancora oggi, nel 2013 si celebrò a Tokio per i 150

anni dalla sua nascita, una mostra a lui dedicata.

Il 21 luglio del 1923 scrisse: ''Nel Giappone nei dintorni di Kyoto abiterò un vecchio tempio di

legno fra i ciliegi lievi e gli stagni coperti dai fiori del loto e i sorrisi discreti dei bonzi..''

Cosa che per motivi non conosciuti non fece mai, morendo così in Italia il 1° marzo 1938 a

Gardone Riviera nella sua villa; senza mai aver visitato il suo amato Giappone.

Harukichi Shimoi

Harukichi Inoue, (Shimoi è il cognome della moglie da lui adottato) è nato a Fukuoka il 20 ottobre

1883 e fu un poeta, scrittore, e docente giapponese.

Finiti gli studi in patria, si trasferì in Italia per studiare Dante e successivamente divenne docente di

giapponese presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale in Italia, si arruolò nell'esercito italiano divenendo un

ardita, e insegnò l'arte del Karate ai suoi compagni.

In guerra strinse una profonda amicizia con D'Annunzio e una volta finito il conflitto, sfruttando il

suo passaporto diplomatico, trasportava le lettere tra Mussolini e D'Annunzio e partecipò

all'impresa di Fiume. Fu soprannominato il ''Samurai di Fiume''

Oltre ad avere progettato il volo Roma-Tokyo, nel 1920 fondò a Napoli Sakura, una rivista di

letteratura giapponese che durò per un anno, e nel 1934 fece da interprete a Jigorò Kano, il

fondatore del judo, permettendo così il diffondersi di questa disciplina.

Shimoi tradusse molte opere dall'italiano al giapponese e viceversa. Gli autori italiani che più

tradusse furono D'annunzio e Dante, inoltre scrisse anche una poesia, ''Shinto Ponpeo o tou tame

ni'' dedicata alle rovine di Pompei.

FRANK LLOYD WRIGHT

Frank Lloyd Wright è nato a Richland Center in Wisconsin l'8 giugno

1867 ed è stato un' architetto statunitense tra i più influenti del XX secolo.

E' considerato uno dei maestri del Movimento Moderno ed uno dei

maggiori esponenti della corrente organica.

Frequentata per due anni l'università di ingegneria in Wisconsin, nel 1887

entra nello studio di Louis Sullivan, il primo architetto ad avere progettato

i grattacieli moderni, con il quale collaborò per sei anni.

Le prime opere che realizzò autonomamente negli anni '90 dell'800

furono una serie di case unifamiliari denominate Prairie Houses, case

della prateria, realizzate per committenti della borghesia intellettuale.

Questi edifici sono caratterizzati dalla ricchezza di spazi, dalla semplicità dei materiali,

dall'attenzione dei dettagli sia tecnici che esecutivi, e soprattuto dalla ''scala um

Dettagli
Publisher
9 pagine
12 download