Concetti Chiave
- Il mais, originario del Messico, fu introdotto in Europa da Cristoforo Colombo e si diffuse ampiamente in Italia, soprattutto nella regione veneta.
- Questa pianta erbacea annuale, alta fino a 3 metri, presenta un fusto nodoso e foglie larghe, con infiorescenze maschili e femminili distinte.
- In Italia, il mais è coltivato principalmente nella Pianura Padana grazie al clima favorevole, con tecniche colturali semplici come la sarchiatura e la rincalzatura.
- La raccolta del mais, che avviene a fine estate, è spesso meccanizzata nelle grandi aziende agricole per ottimizzare la produzione.
- Il mais ha un'importante rilevanza economica, utilizzato principalmente per l'alimentazione animale e la produzione di olio commestibile, con l'Italia che produce circa 35 milioni di quintali all'anno.
Mais
II mais, comunemente chiamato granoturco, è una pianta erbacea annuale, originaria del Messico. Alla scoperta dell*America il mais era già estesamente coltivato dagli indigeni. Questo cereale fu portato da Cristoforo Colombo in Spagna; di qui passò in Italia ove si diffuse specialmente nella regione veneta.
È una graminacea con fusto grosso, nodoso, ripieno di midollo spugnoso (culmo pieno), alto 2-3 metri. Tale culmo è sostenuto da un apparato radicale rinforzato da radici secondarie che spuntano dai nodi più vicini al suolo. Le foglie, larghe una decina di centimetri e lunghe circa mezzo metro, sono in parte ricadenti.
Il mais è una pianta monoica, cioè le sue infiorescenze sono distinte in maschili e femminili. L'infiorescenza maschile è alla sommità del fusto, mentre quella femminile (possono essere anche due o tre) si trova all'ascella di una foglia ed è avvolta da formazioni fogliari. L'infiorescenza femminile (chiamata impropria¬mente pannocchia) è una grossa spiga con numerose cariossidi impiantate su di un asse centrale, detto tùtolo. (La caratteristica barba del mais è formata dai lunghi stili che partono dagli ovuli della spiga).
In Italia il mais è coltivato diffusamente nel¬la Pianura Padana, dove in estate il clima è caldo e l'acqua non manca. La tecnica colturale di questo cereale è abbastanza semplice. Lo si semina in primavera, a fine aprile, quando è cessato il pericolo delle brinate tardive. Allorché le piantine mettono la seconda foglia, si esegue la sarchiatura, cioè con la zappa o con le macchine sarchiatrici si strappano le erbe cresciute accanto al mais. Quando le piantine hanno raggiunto l'altezza di circa mezzo metro, si fa la rincalzatura, cioè si accosta della terra alla base del fusto in modo che possano svilupparsi meglio le radici secondarie. Dopo questa operazione, se occorre, si fa l'irrigazione. La
maturazione e la raccolta del mais si verifica a fine estate. Oggi nelle grandi aziende agricole la raccolta del mais viene eseguita meccanica¬mente, con mietitrebbiatrici.
Il mais ha grande importanza economica, perché i suoi granelli trovano largo impiego nell'alimentazione degli animali domestici. Limitata invece è la quantità che viene utilizzata nell'alimentazione umana. Dal mais si ricava anche un olio commestibile.
La produzione mondiale di questo cereale su¬pera i 2 miliardi e 200 milioni di quintali; il primato di produzione spetta agli U.S.A. con 930 milioni di quintali. L'Italia ne produce circa 35 milioni di quintali.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del mais e come si è diffuso in Europa?
- Quali sono le caratteristiche principali della pianta di mais?
- Qual è l'importanza economica del mais e quali sono i principali paesi produttori?
Il mais è originario del Messico e fu portato in Europa da Cristoforo Colombo, diffondendosi in Spagna e successivamente in Italia, specialmente nella regione veneta.
Il mais è una pianta erbacea annuale con un fusto grosso e nodoso, alto 2-3 metri, sostenuto da radici secondarie. È una pianta monoica con infiorescenze maschili e femminili distinte.
Il mais ha grande importanza economica per l'alimentazione animale e la produzione di olio commestibile. Gli Stati Uniti sono il principale produttore mondiale, seguiti dall'Italia con una produzione di circa 35 milioni di quintali.