Concetti Chiave
- La biodiversità marina è estremamente varia, includendo organismi dai microscopici come le diatomee alle gigantesche balenottere.
- Gli animali marini seguono una logica di sopravvivenza basata su catene alimentari, dove il pesce grande mangia il pesce piccolo.
- La prolificità degli animali marini è necessaria per mantenere l'equilibrio, evitando sovrappopolazione che potrebbe solidificare gli oceani.
- Solo una piccola frazione di animali marini sopravvive alla predazione, contribuendo così alla sostenibilità dell'ecosistema.
- Le catene alimentari marine sono complesse: una balenottera piccola può richiedere miliardi di diatomee per nutrirsi.
Equilibrio biologico nell’ambiente marino
La vita nel mare è meravigliosamente varia e ricca. Gli esseri viventi nelle acque sono miliardi e miliardi e vanno dalle eleganti e microscopiche diatomee (le alghe unicellulari dal diametro di 2.3 centesimi di millimetro!) alle immense balenottere (lunghe più di 30 metri). Le forme e i colori che assumono gli animali marini sono veramente sorprendenti: meduse, coralli, stelle di mare, gamberi, pesci dai più piccoli ai più grandi formano un ambiente vivente di eccezionale interesse.
Gli animali marini sono assai prolifici: e si divorano reciprocamente secondo il crudele criterio che “il pesce grande mangia il pesce piccolo”.
E guai se così non fosse! Si è calcolato che se le uova di merluzzo potessero giungere tutte a maturità e dare vita ad altrettanti piccoli merluzzi, l’intero Oceano Atlantico, nel breve giro di sei anni, diventerebbe così fittamente popolato di merluzzi da diventare…solido!
Così su circa dieci milioni di animali marini sono un individuo sfugge alla morte violenta e si salva dall’essere inghiottito da altri animali marini.
Si formano così delle vere catene alimentari. Una balenottera lunga circa 15 metri ha bisogno per saziarsi d’avere nello stomaco una tonnellata di aringhe (circa 5000 aringhe).
Un’aringa contiene nel suo stomaco circa 6-7000 animaletti crostacei. Ognuno di questi crostacei nel suo corpo ha 130.000 diatomee, delle quali si è nutrito. Fate ora un conto. Per nutrire, per un po’ d’ore, una balenottera di dimensioni piuttosto piccole, occorrono quattrocento miliardi di diatomee.