Concetti Chiave
- Nei primi anni di vita, i bambini sperimentano emozioni di piacere e dolore, mostrando gioia con persone o oggetti familiari e ansia verso estranei.
- La paura dell'estraneo è una reazione comune nei bambini, espressa attraverso segnali non verbali come il pianto e l'allontanamento.
- Questa paura si sviluppa insieme all'attaccamento verso il caregiver, rendendo i bambini più timorosi in situazioni nuove o con persone sconosciute.
- Bambini con attaccamento insicuro evitante mostrano una minore paura dell'estraneo a causa di una relazione d'attaccamento disfunzionale.
- La paura dell'estraneo si osserva anche nei primati non umani, come dimostrato dagli esperimenti di Harlow.
Indice
Le emozioni del bambino
Le prime manifestazioni del bambino della sfera emotiva e affettiva sono costituite in particolare dalla compresenza di piacere e dolore.
Il bambino prova gioia e un diffuso senso di benessere quando interagisce o si trova in compagnia del caregiver, oppure di una persona da lui considerata amica o di un oggetto desiderato
Reazioni di paura e attaccamento
Invece, il bambino prova timore, ansia e nervosismo (espressi tramite segnali non verbali quali il pianto, la rotazione della testa, l’atto del nascondersi o dell’allontanamento) di fronte a persone o oggetti che percepisce come una possibile minaccia. Questa reazione si sviluppa parallelamente all’affermazione di una relazione di attaccamento con il caregiver: il bambino riconosce chi gli presta cure, ne sente la mancanza quando è assente e prova timore in situazioni nuove, con persone che non sono il caregiver.
Attaccamento disfunzionale e animali
La paura dell’estraneo si manifesta in grado minore in bambini che hanno sperimentato una relazione d’attaccamento disfunzionale, ovvero di attaccamento insicuro evitante, in cui non è stato soddisfatto il loro bisogno primario di protezione e carica emotiva da parte del caregiver.
Inoltre, la paura dell’estraneo si manifesta anche negli animali, in particolare nei primati non umani, come è stato dimostrato anche dagli esperimenti di Harlow.