Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • La psicosi è un disturbo mentale che altera profondamente la percezione della realtà, un tempo utilizzato come termine ombrello per vari problemi mentali.
  • Le cause della psicosi sono multifattoriali e diverse per ciascun individuo, coinvolgendo psicoanalisi, psichiatria biologica e genetica.
  • Le terapie moderne, che combinano farmaci e psicoterapia, hanno migliorato la prognosi della psicosi, offrendo soluzioni più flessibili come day hospital e centri terapeutici part-time.
  • Il supporto familiare è cruciale nel gestire la psicosi, specialmente in età adolescenziale, per prevenire conflitti e migliorare la qualità di vita del paziente.
  • La psicosi infantile compromette il riconoscimento della realtà nei bambini, con sintomi che variano in base allo sviluppo e che possono portare a isolamento e difficoltà comportamentali.

Indice

  1. Definizione e storia della psicosi
  2. Evoluzione del concetto di psicosi
  3. Psicosi e disturbi dell'umore
  4. Terapie moderne per la psicosi
  5. Ruolo della famiglia nella psicosi
  6. Vita e autonomia delle persone con psicosi
  7. Psicosi nei bambini
  8. Sintomi e variabilità della psicosi infantile
  9. Psicosi precoce e ad esordio tardivo
  10. Trattamenti e prognosi per la psicosi infantile

Definizione e storia della psicosi

La psicosi è un disturbo della mente che ha un effetto modificante più o meno pesante sulla personalità dell’individuo creando dei forti squilibri; infatti, l’affetto da psicosi non riesce più a distinguere la realtà da ciò che è finzione e quanto ha vissuto fino ad allore gli appare come un’illusione.

Evoluzione del concetto di psicosi

Quando il disturbo non era ancora ben conosciuto – per tutto il XIX secolo - ogni problema legato alla mente era sempre collegato alla “psicosi”, indipendentemente dall’origine.

Poi, nel XX secolo, gradualmente, le malattie derivanti da danni cerebrali, come la demenza o l’intossicazione, come la demenza alcolica o da assunzione di droghe, sono state escluse da questo gruppo.

Oggi, il termine psicosi è riservato nel linguaggio medico quotidiano alle malattie mentali non lesionali, caratterizzate da sintomi essenzialmente psicologici, come psicosi acute schizofrenia, deliri cronici, quali paranoia o parafrenia.

Psicosi e disturbi dell'umore

La medicina moderna non ritiene più che i problemi di ordine maniaco-depressivi siano una malattia. Poiché essi si alternano momenti in cui il paziente riacquista la normale coscienza della realtà, più che di una psicosi vera e propria, si ritiene che si tratti di un disturbo degli umori.
La psicosi non ha una sola causa perché essa deriva da tutto un insieme di elementi concatenati, fra l’altro assai variabili da individuo a individuo. In ogni modo, ogni spiegazione, resta sempre nel campo dell’ipotesi e sempre in riferimento alla psicoanalisi, alla psichiatria biologica e addirittura alla genetica.

Terapie moderne per la psicosi

Nel complesso, le terapie moderne hanno notevolmente migliorato la prognosi della psicosi, che una volta era pessimista. Viene unito il trattamento farmacologico, ricorrendo agli antipsicotici con la psicoterapia individuale o di gruppo. Durante il colloquio psicoterapeutico, è necessario che il medico si collochi alla giusta distanza relazionale. Non appena il paziente accetta di parlare dei suoi deliri e sintomi, possiamo intravedere, se non una cura, almeno una stabilizzazione. Quando è necessario il ricovero in ospedale, è preferibile che sia fatto in accordo con il paziente e la sua famiglia. Oltre al ricovero a tempo pieno, esistono ora strutture assistenziali più flessibili: day hospital, night hospital, C.A.T.T.P. (centro di accoglienza terapeutica part-time), gruppo o club di mutuo soccorso.

Ruolo della famiglia nella psicosi

Il ruolo della famiglia è sempre molto importante dato che il violento emergere di episodi di psicosi (in modo particolare in età adolescenziale) è spesso conseguenza di concause genetiche o acquisite, che si concretizzano frequentemente con un conflitto all’interno al gruppo familiare). La famiglia e gli amici devono lasciarsi prendere dal panico e non si devono sentire in colpa e soprattutto non cercare sempre di riportare il paziente all’uso normale della ragione. Si tratta soprattutto di fargli capire che abbiamo sentito la sua sofferenza, sapendo rispettare le sue convinzioni deliranti senza aderirvi, per compiacimento o contraddirle brutalmente.

Vita e autonomia delle persone con psicosi

La maggior parte delle persone con psicosi vive al di fuori delle strutture di assistenza (95%). Ma la loro autonomia è spesso precaria, perché, da un lato, negano la loro malattia (negazione) e, dall'altro, non chiedono nulla. Il loro rifiuto della continuità delle cure è abituale e c'è il rischio di precarietà. La famiglia e gli amici sono spesso malconci ed esausti dall'entità del carico. È quindi importante prevenire le conseguenze della malattia, soprattutto a livello familiare (fratelli e sorelle).

Psicosi nei bambini

Si tratta di un disturbo mentale che impedisce al bambino di riconoscere la realtà per quello che è e diventare indipendente.

Sono ancora discussi: interruzione precoce della relazione madre-figlio (il bambino non può acquisire un'identità stabile e rimane "fuso" con la madre), disturbi della maturazione cerebrale (sofferenza fetale durante il parto, malattia metabolica [fenilchetonuria] o genetica), ecc.

Sintomi e variabilità della psicosi infantile

In ogni caso, l'intelligenza del bambino psicotico è normale, ma non la usa in modo pragmatico. Non tollera molto bene il cambiamento, ha un atteggiamento ritirato, giochi stereotipati (girare un cerchio con un bastone, lanciare una palla contro un muro), un ritardo linguistico, un'alterazione dell'immagine di sé stesso e degli altri. Questi sintomi variano a seconda del livello di sviluppo del bambino.

Psicosi precoce e ad esordio tardivo

La psicosi precoce si ha prima dell'età di 3-4 anni. Gli studiosi operano una distinzione tra psicosi autistiche, e psicosi da deficit, in cui l'evoluzione delle funzioni psicomotorie sembra non seguire alcuna regola tanto da essere stata definita "disarmonia evolutiva".

Le psicosi della fase di latenza, o psicosi ad esordio tardivo, interessano i bambini tra 8 e 12 anni, in ogni caso prima della pubertà. Spesso si traducono in ansia, rifiuto scolastico, apragmatismo (incapacità di agire), disturbi comportamentali (rapporto inadeguato con persone e oggetti), sintomi pseudonevrotici (ossessioni, fobie), una vita di fantasia povera o che invade la realtà. A volte si verificano allucinazioni e deliri.

Trattamenti e prognosi per la psicosi infantile

Esso dipende dalle informazioni raccolte dal bambino, dalla sua famiglia, dalla scuola o dal circolo ricreativo. Combina psicoterapia (compresa la partecipazione di uno o più membri della famiglia), riabilitazione (logopedia, gioco), chemioterapia lieve e transitoria in caso di agitazione, ansia o insonnia. Il ricovero in un ambiente specializzato dipende dalla gravità del disturbo e dalle possibilità dell'ambiente familiare. La prognosi è molto variabile; spesso, soprattutto quando i disturbi vengono rilevati abbastanza presto, il bambino recupera molto bene il suo ritardo intellettuale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la definizione di psicosi secondo il testo?
  2. La psicosi è descritta come un disturbo della mente che altera la personalità dell'individuo, impedendogli di distinguere la realtà dalla finzione.

  3. Quali sono le cause principali della psicosi?
  4. Le cause della psicosi sono molteplici e variabili da individuo a individuo, includendo ipotesi legate alla psicoanalisi, psichiatria biologica e genetica.

  5. Come viene trattata la psicosi secondo il testo?
  6. Il trattamento della psicosi combina terapia farmacologica con antipsicotici e psicoterapia individuale o di gruppo, con un ruolo importante della famiglia nel supporto al paziente.

  7. Quali sono i sintomi della psicosi infantile?
  8. I sintomi includono difficoltà nel riconoscere la realtà, ritardo linguistico, giochi stereotipati, e alterazione dell'immagine di sé e degli altri, variando a seconda dello sviluppo del bambino.

  9. Qual è l'approccio al trattamento della psicosi infantile?
  10. Il trattamento combina psicoterapia, riabilitazione, e chemioterapia lieve, con il coinvolgimento della famiglia e, se necessario, il ricovero in un ambiente specializzato.

Domande e risposte