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Altre condizioni favorevoli per lo sviluppo dei pregiudizi sono emerse dagli studi che hanno evidenziato l’utilità di un capro espiatorio, ossia di una persona che viene indicata per espiare colpe anche non sue. In certe situazioni di gruppo si crea una tensione tale che tende ad essere sfogata con l’aggressività. Inoltre, di solito tendiamo ad accentuare le differenze esistenti fra il gruppo a cui apparteniamo ed altri gruppi. Diverse ricerche hanno documentato, per esempio, che In Italia i settentrionali hanno più pregiudizi sui meridionale che su sé stessi e viceversa.
Heider: psicologo australiano, ha articolato i suoi studi attorno alla teoria per cui noi tendiamo ad avere una visione coerente di ciò che ci circonda: riorganizziamo la realtà in sistemi e cerchiamo di avere di ciascuno di essi una visione semplice; i contrasti interni in un sistema ci creano tensione. Perciò tendiamo a valutare una persona o positivamente o negativamente in ogni suo aspetto; se percepiamo due persone notevolmente correlate fra loro tendiamo ad attribuire ad entrambe lo stesso giudizio; se viviamo noi stessi come correlati con un’altra persona, tendiamo a valutare positivamente quella persona. I pregiudizi condizionano enormemente il nostro modo di comportarci con gli altri.
I pregiudizi creano più problemi che vantaggi nella vita sociale. Se è già difficile che
le persone semplicemente ammettano di averne, è ancora più difficile cercare di
estirparli. Per superare i pregiudizi si è di solito ricorso a due tipi di intervento: quello
più diretto, provocando esperienze di confronto col reale, e quello meno diretto,
proponendo nuove informazioni e nuove conoscenze. Per il pregiudizio nei confronti
di gruppi di persone, è ora molto in uso il termine stereotipo. Lo stereotipo è una
I pregiudizi condizionano enormemente il nostro modo di comportarci con
generalizzazione indebita a tutto un gruppo di qualità fisiche, morali e
gli altri.
comportamenti riscontrate solo in alcuni dei suoi membri. I più facili da individuare
Molte ricerche sono state effettuate per cercare di capire come si crei in
sono gli stereotipi razziali, etnici, nazionali, regionali, religiosi, sessuali, politici.
Heider: psicologo Australiano, ha articolato i suoi studi attorno alla teoria per cui noi
tendiamo ad avere una visione coerente di ciò che ci circonda: riorganizziamo la
realtà in sistemi e cerchiamo di avere di ciascuno di essi una visione semplice; i
contrasti interni in un sistema ci creano tensione. Perciò: - tendiamo a valutare una
persona o positivamente o negativamente in ogni suo aspetto; - se percepiamo due
persone notevolmente correlate fra loro tendiamo ad attribuire ad entrambe lo stesso
giudizio; - se viviamo noi stessi come correlati con un’altra persona, tendiamo a
valutare positivamente quella persona.
Newcomb: psicologo e sociologo statunitense, ha eseguito altri studi interessanti,
apportando nuovi contributi: ha dedotto che, quando due individui si trovano in una
relazione di tipo positivo, attraverso la comunicazione reciproca tendono a formarsi
atteggiamenti simili verso una terza persona, un evento, un problema. Un altro
studioso ha elaborato la teoria della dissonanza cognitiva: non riusciamo a
sopportare bene la contraddittorietà che si verifica quando abbiamo opinioni
favorevoli e sfavorevoli per uno stesso “oggetto”, per cui tendiamo a ridurre tale
dissonanza di pensiero modificando qualche cosa nelle nostre opinioni.
Altri studiosi si sono concentrati non tanto sul meccanismo con cui si formano i
pregiudizi, quanto sulle condizioni favorevoli al loro formarsi. Innanzitutto, va
considerata la formazione culturale di ciascun individuo: ogni gruppo sociale tende
ad avere una cultura caratterizzata anche da pregiudizi nei confronti di altri gruppi o
di alcuni suoi stessi membri ed al singolo individuo i pregiudizi vengono trasmessi
attraverso l’influenza dei genitori, dei mass-media, dei coetanei, della scuola; si
tratta quindi di atteggiamenti appresi.
Un altro aspetto riguarda la personalità di chi tende a formarsi più facilmente dei
pregiudizi. Alcuni studiosi hanno identificato la personalità “autoritaria” come quella
più incline ad avere preconcetti: cerca di dividere nettamente ciò che è giusto da ciò
che è sbagliato, non tollerando le mezze misure; utilizza l’odio per aumentare la
stima di sé.
Altre condizioni favorevoli per lo sviluppo dei pregiudizi sono emerse dagli studi che
hanno evidenziato l’utilità di un capro espiatorio, cioè di una persona che viene
indicata per espiare colpe anche non sue. In certe situazioni di gruppo si crea una
tensione tale che tende ad essere sfogata con l’aggressività. Inoltre, di solito
tendiamo ad accentuare le differenze esistenti fra il gruppo a cui apparteniamo ed
altri gruppi. Diverse ricerche hanno documentato, per esempio, che in Italia i
settentrionali hanno più pregiudizi sui meridionale che su se stessi, e viceversa.