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N

el mondo dell’arte il colore ha da sempre avuto grande

poiché è proprio grazie ad esso che gli artisti, sin

importanza

dall’antichità,

hanno potuto esternare in forme, in sfumature,

in paesaggi cromatici,

il proprio io.

Le teorie del

colore

Nel corso dell’Ottocento numerosi scienziati indagarono sulle questioni relative al colore.

Queste ricerche hanno un’enorme influenza su molti pittori, che seguono con interesse le

nuove teorie e le utilizzano per ottenere effetti di maggiore luminosità e intensità cromatica.

Sara Mirandola 5^AF 4

Newton e altri scienziati dimostrano che i pigmenti sono riconducibili a tre primari, il rosso,

il blu e il giallo, che mescolati insieme ne originano altri.

Chevreul afferma che ogni colore influenza quello che gli sta accanto riflettendo su di esso

il proprio complementare. Mettendo accanto due colori complementari, come ad esempio il

rosso e il verde, i due colori appaiono più brillanti, mentre mescolandoli si annullano,

tendendo al grigio. Delacroix conosceva questa teoria ma non la

userà mai sistematicamente, nei suoi dipinti

infatti troviamo sempre i colori complementari

nei punti più importanti, dove l’occhio dello

spettatore dovrà soffermarsi.

La rivoluzione nel mondo del colore arriva con

Seurat che adotta la tecnica della divisone del

colore sulla tela: i colori sono infatti destinati a

“fondersi” otticamente a distanza, le piccole

pennellate di colore puro vengono percepite, da

Eugène Delacroix, la libertà che guida il popolo. un osservatore a qualche metro dal dipinto, come

1830, olio su tela, Parigi - Louvre fuse in un unico colore estremamente brillante.

L’impressionismo

L'Impressionismo è un movimento artistico, ed

in special modo pittorico, iniziato

in Francia nella seconda metà dell'Ottocento, e

durato fino ai primi anni del Novecento.

A Parigi tutti gli artisti erano soliti esporre le

proprie opere in un Salon, nel 1863 Napoleone

III inaugurò il Salon des Refusés per ospitare le

opere escluse dal Salon ufficiale.

I quadri impressionisti vennero esposti

nell’atelier di Nadar, in quanto ritenuti dalla

società banali, ritratti di scene quotidiane e Claude Monet, Impression, soleil levant.

1872, olio su tela, Parigi – Musée Marmottan

talvolta persino scabrosi o imbarazzanti.

Il nome impressionismo deriva dal quadro “impression, soleil levant” -impressione, levar

del sole - di Monet al quale si ispirò il critico Leroy per definire il nuovo gruppo di artisti.

La tecnica degli impressionisti era molto diversa da quella insegnata all’Accademia, che

consisteva in un processo molto elaborato. Per gli impressionisti questa tecnica allontanava

il pittore dalla realtà mettendo un barriera fra l’artista e il mondo da rappresentare sulla tela.

Gli impressionisti dipingevano all'aperto, con una tecnica rapida che permetteva di

completare l'opera in poche ore (la pittura en plein air). Essi volevano riprodurre sulla tela le

sensazioni e le percezioni visive che il paesaggio comunicava loro nelle varie ore del giorno

e in particolari condizioni di luce

Sara Mirandola 5^AF 5

Per essere quanto più fedeli alla natura nelle sue sfumature, ritennero opportuno abolire il

colore locale: secondo gli impressionisti il colore è il risultato della riflessione o della

rifrazione della luce sugli oggetti; per questo motivo il colore di un oggetto non è unico ma

è dato dalla sua interazione con gli altri oggetti. Le parti in ombra infatti non erano prive di

luce, ma semplicemente avevano un tono cromatico più basso. Quindi per le ombre non

veniva più usato il nero, scuro e perciò privo di colore, ma una svariata gamma coloristica,

nella quale dominavano i colori complementari.

Poiché l’occhio umano coglie l’insieme e la sua visione è totale, la prospettiva classica non

ha più alcun senso.

La realtà percettiva infatti non conosce confini, determinati dalla prospettiva geometrica, ma

continua anche al di là della nostra visione. 1. No alla prospettiva;

Tratti 2. No al chiaroscuro, in quanto non

fondamentali dell’ permette di cogliere l’attimo e non è

naturale;

impressionismo 3. Si alla luce e ai colori;

4. Il bianco e il nero non sono colori;

5. No alla linea di contorno.

La Grenouillère: due versioni a

confronto

Nell’estate del 1869 Claude Monet e l’amico Renoir dipingono varie versioni de La

Grenouillère,un isoletta sulla Senna, meta delle gite domenicali dei parigini.

Confrontando i due dipinti possiamo renderci conto di quanto i due artisti siano coinvolti

nell’idea di una nuova pittura, spontanea e immediata. Il punto di vista è lo stesso: i due

pittori sono seduti all’estrema destra della scena e la osservano con lo sguardo rivolto verso

sinistra. È l’acqua a dominare la scena, con il riflesso dei raggi del sole, dipinta con larghe

pennellate orizzontali di colore steso velocemente sulla tela.

Questi dipinti definiscono i caratteri dell’impressionismo: la scena è dipinta all’aria aperta,

il colore è modificato dalla luce che lo colpisce, la luminosità è accentuata

dall’accostamento dei colori complementari e le ombre non contengono il nero. Le figure

sono appena abbozzate, definite con semplici pennellate.

La scena non è stata costruita con un disegno preparatorio, ma è stata colta nel modo più

veloce possibile, cioè stendendo direttamente il colore sulla tela, senza preoccuparsi dei

particolari. Ciò che interessa infatti son le condizioni momentanee dell’atmosfera e della

luce, che rende i colori diversi in ogni momento della giornata. Anche se i quadri sono

molto simili e sono stati dipinti nello stesso momento, si possono notare alcune differenze.

Sara Mirandola 5^AF 6

In Versione di

Versione

Claude Monet

di Pierre-Auguste Renoir

Olio su tela – New

Olio

York,

su Metropolitan

tela – Stoccolma,

Museum

Nationalmuseum

entrambi i quadri le pennellate sono veloci e visibili, ma quelle di Monet sono larghe e

nette, mentre quelle di Renoir sono più tremolanti, pastose e vaporose. Monet utilizza dei

colori più sgargianti e il verde delle foglie è acido, Renoir invece si concentra nel creare una

vista soffusa.

La tela di Monet, mostra la ricerca da parte del suo autore di cogliere gli effetti luminosi

attraverso i colori. La leggera increspatura dell'acqua è resa infatti dall'azzurro, dal rosa,

dall'ocra e dal bianco. Le figure invece, a differenza di quanto mostra Renoir, sono

rappresentate come pure e semplici masse grezze di colore. Renoir al contrario cura ogni

minimo dettaglio, rabbuiando la scena e dando meno importanza al colore rispetto a Monet,

definendo in modo meno marcato le increspature del fiume.

Sara Mirandola 5^AF 7

N

ell’arte il colore è essenziale poiché è un elemento proprio del

nella letteratura invece viene utilizzato per generare legami

dipinto,

e corrispondenze tra i sensi, con il potere di creare

nella mente del lettore immagini variopinte,

evocate dai componimenti.

Sara Mirandola 5^AF 8

Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli, nato a San Mauro di Romagna nel 1855,

nella composizione delle sue poesie viene influenzato dallo

stile impressionista come modo di esprimersi con

immediatezza, per impressioni rapide dell’anima.

Rimasto orfano di padre durante la sua infanzia, subì una serie

di lutti familiari che lo turbarono e influirono sulla sua visione

sfiduciata e malinconica della vita e del mondo. Nel 1891 esce

la sua prima raccolta, Myricae, composta da liriche di

argomento semplice e modesto. Il titolo Myricae deriva dalle

tamerici, prese come simbolo di una poesia senza pretese,

legata alle piccole cose quotidiane e agli affetti più intimi.

Giovanni Pascoli

Per Pascoli la poesia è il solo strumento possibile di conoscenza del mondo, il poeta riesce a

vedere aldilà delle apparenze e si fa “veggente”. Per l’autore, come spiega nel saggio il

fanciullino in cui definisce i caratteri della sua poesia, il poeta è l’uomo che sa ascoltare e

dare voce al fanciullino che è dentro di se, il quale è attratto dai particolari più minuti e

sensibili, dalla poesia delle piccole cose.

Il linguaggio, infatti, è libero da ogni solennità e molte sono le novità stilistiche della poesia

Pascoliana.

Il poeta tende a suggerire, a evocare più che a descrivere, proprio come per i pittori

impressionisti con i tocchi di colore e per Verlaine con le sfumature.

Pascoli utilizza un linguaggio ricco di echi e risonanze melodiche, di parole ripetute e di

espressioni cantilenanti. Il linguaggio è ricco di metafore, sinestesie, onomatopee e di

allitterazioni che contribuiscono a creare delle corrispondenze foniche e simboliche. Il

lessico è nuovo, con mescolanze di parole dotte e comuni, ma sempre preciso e scientifico.

Pascoli introduce forme e metri nuovi, assecondando il suo desiderio di ottenere effetti

musicali, utilizzando però periodi semplici.

Perché Pascoli è definito “poeta

impressionista”?

Poeta dei paesaggi naturali

Poeta dei suoni e dei colori

Poeta delle impressioni e delle suggestioni visive e sonore

Poeta delle parole accostate (Ossimoro ), delle sinestesie e onomatopee, dell’eclissi

1 2

del verbo .

3

1 Nero di nubi, Nero di pece, stracci di nubi

2 La coesistenza di due differenti piani sensoriali nella stessa immagina poetica.

3 Sintassi nominale, procede per nomi, inserendo pochissimi verbi.

Sara Mirandola 5^AF 9

I componimenti di pascoli sono solitamente brevi, spesso ispirati alla vita campestre, ritratta

con gusto impressionistico. Pascoli infatti non intende rappresentare la realtà secondo i

canoni naturalistici ma caricarla di significati misteriosi ricorrendo alle onomatopee e alla

sintassi frantumata.

È caratteristica della poesia di Pascoli l'attenzione all'aspetto fonico, per cui spesso i testi

sono costruiti sull'effetto, sulle impressioni evocate dal succedersi dei suoni. Ne è un

esempio famoso la poesia Temporale, inserita nella terza edizione della raccolta Myricae,

del 1894, dove il paesaggio è schizzato con pochi tocchi suggestivi apparentemente desunti

dal vero, ma legati a stati d’animo.

Temporale

Un bubbolio lontano...

Rosseggia l'orizzonte,

come affocato, a mare;

nero di pece, a monte,

stracci di nubi chiare:

tra il nero un casolare:

un'ala di gabbiano.

Pascoli presenta un paesaggio al tramonto: da una parte il mare, infuocato dal brillare dei

raggi del sole che cala, e dall'altra le montagne, su cui si stanno addensando le nere nubi di

un temporale. In mezzo alla campagna un casolare bianco si distingue grazie alla luce di un

lampo improvviso.

Con brevi tratti il poeta illustra la scena di un temporale estivo, che si apre con una

notazione auditiva: il bubbolio del tuono in lontananza. I versi che seguono contengono

nozioni visive, di colore. La nota di bianco del casolare possiede un valore fortemente

simbolico, insieme all’immagine dell’ala, che evoca l’idea di volo: esse rappresentano una

luce di speranza in mezzo all’atmosfera cupa.

Le immagini non sono esplicite, esse contengono solo notazioni di colore, impressioni

suggerite al poeta dal paesaggio che il lettore deve cercare di ricostruire mettendo insieme

gli elementi uno ad uno.

Il linguaggio utilizzato fa ricorso solo alle sensazioni, alle impressioni, che colpiscono

l'immaginazione del lettore: è come un quadro, in cui non ci si affida alla linea dei contorni

delle figure ma solo al colore.

Sara Mirandola 5^AF 10

I

l y a des sensations subtiles, qui ne peuvent pas être décrites,

peut transmettre au lecteur à travers des images, des couleurs, des

mais que l’auteur

sensations sonores. C’est de cette façon que le poème devient un

symbole de quelque

Chose plus profonde, d’où le nom de la courante du

Symbolisme

Sara Mirandola 5^AF 11

Le symbolisme

Le symbolisme est un mouvement littéraire et artistique né en France et

en Belgique vers 1870, en réaction au naturalisme et au mouvement parnassien. Les

symbolistes n’utilisent plus le langage dénotatif des Parnassiens et leur but est de recréer

l’unité des 2 plans du réel. En effet pour les symbolistes il existe deux plans du réel : le

premier plan qui représente la quotidienneté, les sensations, les états d’âme, la vie de tous

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