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Concetti Chiave

  • Il concetto di sviluppo è visto in ottiche diverse: come crescita sistematica e progressiva, adattamento al contesto, e capacità di affrontare sfide quotidiane secondo vari studiosi.
  • La psicologia dello sviluppo esplora come natura e cultura interagiscono nel plasmare il comportamento umano, evidenziando l'importanza di entrambe le forze nel modellare lo sviluppo del bambino.
  • John Locke e Jean-Jacques Rousseau influenzarono il pensiero moderno sullo sviluppo infantile, con Locke che vede il bambino come una tabula rasa e Rousseau che sottolinea valori innati e influenze sociali negative.
  • Le teorie stadiali descrivono lo sviluppo come un processo attraverso stadi definiti, mentre lo sviluppo continuo è visto come un processo dinamico e influenzabile lungo tutta la vita.
  • La teoria psicoanalitica di Freud propone ipotesi sullo sviluppo mentale, sia normale che patologico, focalizzandosi su dinamiche interne e influenze inconsce.

Indice

  1. Definizioni di sviluppo
  2. Psicologia dello sviluppo
  3. Prospettive storiche sull'infanzia
  4. Teorie di Locke e Rousseau
  5. Studio sui gemelli e genetica
  6. Importanza delle prime esperienze
  7. Critiche alle teorie stadiali
  8. Sistema organico di ipotesi
  9. Assunti dello sviluppo continuo

Definizioni di sviluppo

Per definire il concetto di “sviluppo” bisogna far fronte a diverse definizioni:

1) Berti e Bombi (2001) affermano che lo sviluppo è caratterizzato dalla permanenza delle modificazioni, del loro tratto sistematico, in quanto prevedibile e regolare, e progressivo, in quanto il cambiamento non è qualcosa di occasionale.

Per far si che si parli di sviluppo le conoscenze rimangono e si modificano in crescita. Quindi è una visione che riguarda l’individuo.

2) Bonfenbrenner(1986) vede lo sviluppo in un’ottica sistemica, è visto in termini di adattamento, come risultato di interazione tra bambino e contesto, relazione che porta allo sviluppo e al cambiamento.

3)Hendry e Kloep (2002) vedono lo sviluppo come la capacità di rapportarsi alle sfide che affrontiamo quotidianamente o eccezionalmente nel corso della vita, e di apprendere da esse abilità sempre più complesse (se avviene questo allora la sfida si ritiene superata). Nel mettersi a confronto con il contesto mi metto in rapporto con delle sfide. Questi cambiamenti avvengono per l’intero arco della vita (lifespan). La stagnazione, ovvero quello stato in cui ci troviamo quando non abbiamo abbastanza risorse per superare la sfida e decido di fermarmi, di non scegliere, non porta alla crescita.

Psicologia dello sviluppo

La psicologia dello sviluppo è una branca della psicologia che studia la crescita e lo sviluppo dei bambini, e le condizioni che lo influenzano. I temi chiave della psicologia dello sviluppo sono:

La natura è il bagaglio genetico che costituisce la base del comportamento, della personalità, o di qualsiasi altro aspetto di noi stessi.

La cultura è l’insieme degli elementi ambientali che condizionano il nostro comportamento, la nostra personalità…

Lo sviluppo psicologico umano si fonda su una mescolanza inestricabile di natura e cultura, abbiamo delle predisposizioni innate e non sopravviviamo senza l’ambiente sociale (Ericson).

Prospettive storiche sull'infanzia

Non sempre il bambino è stato messo al centro di tutto come adesso: nel Medioevo(476-1492), i bambini venivano considerati come adulti in miniatura, non esisteva una periodicizzazione delle varie fasi di vita, frequentavano gli stessi luoghi degli adulti, indossavano gli stessi abiti, la pubertà intorno ai 10 anni; Riforma e Controriforma (1500-1600), il bambino veniva considerato come una creatura fragile, nata da un peccato originale e quindi predisposta alla malvagità, vengono suggerite pratiche educative severe e dure; Illuminismo (XVIII secolo) intellettuali come John Locke e Rousseau sono stati delle figure chiave nel modificare la prospettiva da cui guardare ai processi di apprendimento e acquisizione della conoscenza. In particolare, gli scritti di Locke hanno gettato le basi per il nostro moderno sistema giudiziario (europeo).

Teorie di Locke e Rousseau

È un filosofo britannico che descrisse l’influenza che la società esercita sulla persona. Locke era un empirista e per stabilire qualsiasi verità si basava sull’osservazione e sull’esperienza. Secondo lui il bambino alla nascita è una TABULA RASA dove l’ambiente ci scrive quello che vuole. È solo attraverso il contatto con l’ambiente che il bambino impara a parlare, apprende emozioni e principi morali. Antesignano del comportamentismo.

Filosofo moralista svizzero, studiò Locke, e condivide con lui l’importanza della società nella formazione dell’individuo, ma non il fatto che il bambino è una tabula rasa alla nascita. Per il filosofo alla nascita il bambino presenta valori e dignità. Lo definisce “Buon selvaggio” per descrivere l’innocenza e la bontà iniziale che predisposto ad una crescita armoniosa se non distorta da un’educazione sbagliata (antesignano della teoria di Piaget). Per lui il bambino presenta forti implicazioni pedagogiche (educazione e formazione naturale) che curano la crescita spontanea e naturale. Per Rousseau la società è dannosa per i bambini da lui considerati quasi angelici alla nascita, in quanto disonesta e ipocrita.

Studio sui gemelli e genetica

Le teorie da loro sostenute vengono smentite da uno studio (MINNESOTA TWIN STUDY) condotto dal ricercatore Thomas Bouchard nel 1981, il quale si concentrò su un lavoro che poneva a confronto le esperienze di gemelli omozigoti cresciuti con genitori diversi. Teoricamente, seguendo quanto detto dai due intellettuali, essendo cresciuti in ambienti diversi avrebbero dovuto mostrare differenze notevoli. Invece quello che si nota è che i gemelli erano lievemente diversi e che erano di gran lunga superiori i tratti che li accumunavano, nel temperamento, nelle scelte scolastiche. Bouchard ha così dimostrato l’importanza dei fattori genetici. Tuttavia, questo studio fu molto criticato, in quanto accusato che le coppie sottoposte ad esame fossero state selezionate proprio in base alle similarità tra i due componenti. Bouchard accettò l’obiezione e poco dopo affermò che poteva essere la natura stessa del temperamento dei gemelli ad influenzare l’ambiente. Il suo lavoro servì a dimostrare che cultura e natura non possono essere considerate separatamente. Nel nostro secolo tale affermazione è confermata: né la natura, né la cultura prese singolarmente possono influenzare lo sviluppo fisico, cognitivo, emotivo, del bambino. Si parla di interazione fra le due forze, che può essere individuata in un punto situato lungo un continuum, con un ruolo diverso in base a diversi fattori, come l’età, la fase biologica o lo sviluppo fisico…

Importanza delle prime esperienze

Per la psicologia dello sviluppo le prime esperienze sono fondamentali per modellarci come individui e nell’aiutarci a capire chi saremo da adulti. Se lo sviluppo è continuo non avranno mai completezza, che invece dà lo sviluppo discontinuo. Tanto più si agisce precocemente tanto più si possono creare esperienze sostitutive, anche se i danni rimarranno.
La psicologia dello sviluppo ha molto a che fare con le teorie stadiali, secondo cui l’acquisizione di abilità avviene attraverso una serie di stadi, generalmente compresi in una certa fascia d’età e consecutivi: quando un bambino entra in uno stadio non è ancora in grado di completare l’esercizio tipico di quello stadio. In un determinato arco temporale il bambino imparerà a completare l’esercizio e potrà uscire dallo stadio, per entrare nel successivo. Molto spesso queste teorie vengono definite rigide e unidirezionali. La teoria di sviluppo cognitivo di Piaget suggerisce che i bambini progrediscono attraverso stadi di abilità cognitive di complessità crescente con una successione fissa, senza prendere in considerazione la possibilità di tornare ad uno stadio precedente o di saltarne uno.

Critiche alle teorie stadiali

Alcuni studiosi vedono lo sviluppo del bambino come un processo continuo, che non obbedisce a stadi specifici, ma è il frutto delle esperienze possibili grazie a competenze pre-acquisite, e mostra una crescita costante. Questi cambiamenti non sono solo quantitativi ma anche qualitativi. Altri studiosi pensano che lo sviluppo sia un processo discontinuo, in cui si alternano periodi di grandi risultati e periodi di consolidamento delle conoscenze (teorie stadiali). Il lavoro di Piaget fu importantissimo ma studi recenti confermano che lo sviluppo del bambino avviene attraverso un processo di cambiamento continuo. Linda Smith ha confermato che lo sviluppo avviene in modo metodico, abilità per abilità, e può essere più veloce in un’abilità che in un’altra, dando come risultato un processo asincrono.

Sistema organico di ipotesi

È un sistema organico di ipotesi, principi generali, leggi, che tendono a spiegare un fenomeno o una serie di fenomeni. È costituita da tre fasi:

1)Definizione dell'oggetto d'indagine

2)Spiegazione

3)Previsione del comportamento.

-stadi ben delineati, comportamenti specifici ben descritti;

-progressiva acquisizione del comportamento all’interno degli stadi;

-sequenza immutabile;

- età corrispondenti, ci permettono di separare diversi stadi;

Punto di forza: precisione nella descrizione del comportamento(=norma). Dal punto di vista psicologico è importante sapere quando un bambino si sta sviluppando in modo “normale”, ma è forse più utile sapere quando il bambino non si sta sviluppando al ritmo degli altri. Dal punto di vista educativo è importante sapere quando i bambini sono pronti ad imparare la matematica e così via.

Punto di debolezza: rigidità, in quanto non tiene conto delle caratteristiche dello sviluppo individualeritmi di sviluppo. Le teorie stadiali mettono a tema lo sviluppo come un processo lineare che va per tappe, tutta via spesso la realtà è meno netta.

Assunti dello sviluppo continuo

Si basa su quattro assunti: dura per tutta la vita, è multidimensionale (prevede acquisizione in tante linee diverse), è plastico (risente delle condizioni ambientali, di vita), è influenzabile (eventi normativi e non). Gli eventi non normativi sono quegli eventi che agiscono su un individuo o un piccolo gruppo ma che non possono essere previste, e il cui effetto non può essere stabilito in anticipo (es: l’esperienza in un luogo storico che va a stimolare per l’intero arco della vita un amore per la storia). L’approccio continuo suggerisce che le diverse influenze collaborino le une con le altre (es: pubertà, la raggiunge dopo chi vive un ambiente sereno, mangia sano, mentre prima chi vive in una situazione di stress).

Insieme di ipotesi sullo sviluppo e sul funzionamento mentale “normale” o “patologico”. Il cui massimo esponente fu Freud.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il concetto di sviluppo secondo Berti e Bombi?
  2. Secondo Berti e Bombi, lo sviluppo è caratterizzato dalla permanenza delle modificazioni, sistematiche e progressive, che portano a una crescita delle conoscenze.

  3. Come viene vista la relazione tra natura e cultura nello sviluppo psicologico umano?
  4. La natura e la cultura sono viste come una mescolanza inestricabile che influenza lo sviluppo psicologico umano, con predisposizioni innate e l'importanza dell'ambiente sociale.

  5. Qual è la visione di John Locke sullo sviluppo del bambino?
  6. John Locke vede il bambino come una "tabula rasa" su cui l'ambiente scrive, sottolineando l'importanza dell'esperienza e dell'osservazione per l'apprendimento.

  7. In che modo Jean-Jacques Rousseau differisce da Locke nella sua visione del bambino?
  8. Rousseau differisce da Locke sostenendo che il bambino nasce con valori e dignità, definendolo "Buon selvaggio" e criticando l'influenza negativa della società.

  9. Quali sono le caratteristiche principali delle teorie stadiali nello sviluppo?
  10. Le teorie stadiali prevedono stadi ben delineati con comportamenti specifici, una sequenza immutabile e corrispondenze di età, ma sono criticate per la loro rigidità e mancanza di considerazione per lo sviluppo individuale.

Domande e risposte