Concetti Chiave
- I meccanismi di difesa, scoperti da Freud e sistematizzati da Anna Freud, si sono evoluti nel tempo, includendo nuovi concetti come la scissione e l'identificazione proiettiva.
- Diverse scale, come quella di Perry, identificano vari tipi di difese dell'Io, che vanno dalle difese di acting e borderline a quelle mature, ognuna con caratteristiche e funzioni specifiche.
- Le difese di acting sono considerate le più gravi, caratterizzate da un deficit della funzione riflessiva e includono comportamenti come l'acting out e l'aggressione passiva.
- Le difese narcisistiche regolano il deficit dell'autostima attraverso meccanismi come svalutazione, onnipotenza e idealizzazione, mentre le difese nevrotiche implicano la scissione della componente cognitiva.
- Le difese mature rappresentano un alto livello di adattabilità, permettendo al soggetto di riflettere su se stesso e sulla realtà, e includono meccanismi come affiliazione, umorismo e sublimazione.
Indice
Scoperta e sviluppo dei meccanismi di difesa
I meccanismi di difesa sono stati scoperti da Freud nel 1894. Mentre Anna Freud è stata la prima a sistematizzare l’organizzazione dei meccanismi di difesa.
Dopo quelli scoperti da Freud e Anna Freud ne sono stati scoperti altri.
Negli ultimi anni della sua vita, Freud ha scoperto anche la scissione (influenzato dalla Klein) che è una difesa centrale per quanto riguarda le patologie più gravi (psicoticismo e borderline).
Altra difesa è stata l’identificazione proiettiva (scoperta d M.Klein) che l’ha collegata nelle primissime fasi dello sviluppo psicologico.
Evoluzione e classificazione delle difese
Il riconoscimento delle difese si è andato evolvendo nel tempo: per esempio, la dissociazione di P.
Janet è stata sostituita dalla rimozione di Freud.
Dal 1894 sono state elaborate diverse scale dei meccanismi di difesa: scala di Bond, Scala di Vaillant, Scala di C. Perry (1990) che viene contemplata nell’ambito del DSM-IV.
I meccanismi di difesa di Perry sono meccanismi di difesa dell’Io e permettono all’io di adattarsi rispetto all’esperienza di sé e del mondo esterno: sono difese adattive che servono a equilibrare, favorire il rapporto dell’Io con il mondo esterno.
Perché i meccanismi di difesa da adattivi diventano patologici?
Perché l’individuo li utilizza in senso unilaterale cioè utilizza un solo meccanismo di difesa.
Come si fa a valutare la difesa?
Tipologie di difese secondo Perry
Secondo Perry vi sono 7 tipi di difesa:
1. Difese di acting
2. Difese borderline
3. Difese di diniego (si trovano nello psicopatico, nel disturbo della condotta o nei disturbi antisociali della personalità)
4. Difese narcisistiche
5. Difese nevrotiche
6. Difese ossessive
7. Difese mature (di alto livello)
Nelle prime 3 difese (difese di acting, difese borderline, difese di diniego) non c’è né pensiero né affettività in quanto sono completamente scisse. Inoltre vi è un alto livello di distorsione di sé e degli altri e il soggetto non è capace di organizzare né il senso di sé né quello degli altri e non è nella condizione di poter monitorare, conoscere le proprie componenti affettive.
Le difese narcisistiche hanno la funzione di regolare il deficit dell’autostima.
Nelle difese nevrotiche si trova la scissione della componente cognitiva, l0ideazione, il pensiero, ma è presente la componente affettiva (è un affetto che il soggetto subisce).
Nelle difese ossessive è scissa la componente affettiva perché si ha una condizione evolutiva specifica.
Nelle difese mature non c’è scissione: si ha sia la componente affettiva che cognitiva.
I meccanismi di difesa si evolvono sia positivamente che negativamente
Scala dei meccanismi di difesa di Perry
Caratteristiche delle difese di acting
Difese di acting: sono le difese più gravi perché implicano un grave deficit della funzione riflessiva e sono:
- Acting out: implica una difesa, per cui il soggetto tende sempre a scaricare i suoi impulsi di carattere aggressivo e/o sessuale perché non riesce a mentalizzarli, non riesce a riflettere sui suoi impulsi (si ha un deficit del Super-Io, della capacità riflessiva).
Per esempio, un soggetto borderline-psicotico non riesce a gestire i sentimenti di solitudine e di attaccamento, non ha una autoregolazione interna, non riesce a stare con se stesso e nella relazione interpersonale non riesce a tollerare le situazioni di conflitto, per cui scarica i suoi impulsi.
- Aggressione passiva: è appartenente ad una personalità caratterizzata dal vittimismo e dalla strumentalizzazione degli altri.
Si trova presente nella personalità masochista (questo meccanismo di difesa è rivolto verso se stesso, il soggetto è autolesionistico e prova anche un certo piacere.
Si trova anche negli adolescenti.
- Ipocondriasi: il soggetto richiede aiuto agli altri, si lamenta, però quando gli viene offerto un aiuto immediatamente lo rifiuta.
La caratteristica di questi soggetti è l’inconsolabilità.
Difese borderline e loro manifestazioni
Difese borderline sono:
- Scissione: tende a dividere l’oggetto in buono e cattivo e da una parte implica la difesa contro un’angoscia che è prototipica della personalità borderline perché non riesce a integrare gli aspetti buoni e cattivi.
- Identificazione proiettiva: è uno dei meccanismi più significativi ed è il bisogno di controllare le relazioni interpersonali: il soggetto scarica nell’altro quello che lui stesso non riesce a vedere su di sé facendo in modo che sia l’altro a sperimentare questo sentimento.
Quali sono le emozioni con cui si cerca di controllare l’altro?
Il senso di colpa, la rabbia, l’impotenza, la solitudine, la gelosia, l’invidia, ecc. (per esempio, Tizio si sente in colpa per Caio e quando lo vede lo mette in condizioni di farlo sentire in colpa).
Una particolare difesa borderline è la fantasia schizoide o autistica: il soggetto affronta i conflitti rifugiandosi nel sognare ad occhi aperti che coincide con l’immaginazione che è uno degli strumenti di adattamento: è un modo per difendersi dai sentimenti di impotenza, è una modalità dissociativa.
In Giappone, per esempio, si ha l’ikiko-mori dove i soggetti escono fuori dalla realtà per rifugiarsi in una condizione simile al sognare a occhi aperti attraverso il pc, la tv, il telefono.
Il soggetto utilizza questa fantasia perché ha una funzione autoconsolatoria, la utilizza come rifugio della mente perché non ha elaborato l’ansia di separazione (non c’è costanza oggettuale).
N.B. La fantasia è fine a se stessa, non serve quindi al soggetto.
Difese di diniego e narcisistiche
Difese di diniego sono:
- Razionalizzazione: si ha quando un soggetto affronta dei conflitti interni ed esterni: è una forma di menzogna verso se stessi.
- Proiezione: è un meccanismo in cui il soggetto gestisce i conflitti esterni ed interni proiettando tutto all’esterno
- Negazione della realtà: è minore nell’area nevrotica-borderline; è maggiore nell’area psicotica (viene negata effettivamente la realtà)
Difese narcisistiche: hanno la funzione di regolare il deficit dell’autostima. Comunque, bisogna valutare se è un narcisismo grave o in condizione nevrotica. Sono:
- Svalutazione: il soggetto svaluta gli altri o si autosvaluta e gioca al ribasso con se stesso: si trova in tutte le patologie che implicano un volgersi contro se stessi (per esempio nell’anoressia)
- Onnipotenza: il soggetto si sente sempre superiore agli altri
- Idealizzazione: si proietta su una persona una perfezione che non c’è.
Difese nevrotiche e ossessive
Difese nevrotiche: implicano la rimozione della componente cognitiva e sono:
- Rimozione: il soggetto non ha memoria di quello che gli succede, ha difficoltà a sognare e ad immaginare, perché il sognare è la normale attività simbolica.
- Dissociazione: (Perry la inserisce tra le difese nevrotiche, mentre nella McWilliams si trova fra le difese minori) il soggetto affronta i conflitti interni ed esterni alterando le funzioni integrative della coscienza (ad esempio la memoria). È un meccanismo adattivo che tutti utilizziamo.
Come fa il soggetto a dissociarsi?
Andando alla ricerca di nuove sensazioni che diventano dei rifugi della mente (per esempio, il cibo, l’alcool, la droga, il gioco d’azzardo) diventando dei meccanismi autoconsolatori.
È stata studiata da Janet e poi da Freud che l’ha definita come una barriera anti-stimolo (una protezione dalla realtà che diventa troppo violenta).
- Formazione reattiva: il soggetto si difende alterando completamente la propria affettività utilizzando affetti di segno opposto (ad esempio utilizza l’aggressività).
- Spostamento: le mozioni (aggressività e sessualità) sono spostate verso oggetti meno conflittuali.
Difese ossessive: si ha la rimozione della componente affettiva e sono soggetti che non riescono a gestire le proprie emozioni. Sono:
- Isolamento dell’affetto
- Intellettualizzazione razionale
- Annullamento retroattivo: il soggetto esprime un sentimento ma poi lo nega
Difese mature e loro adattabilità
Difese mature: sono difese adattive con un alto livello di adattabilità e implicano la capacità da parte del soggetto di saper riflettere su se stesso e sulla realtà che lo circonda. Non implicano però la rimozione del pensiero né dell’affettività, cioè della componente cognitiva e affettiva.
Queste difese implicano una buona capacità di agire, di giocare nella realtà e sono:
- Affiliazione: il soggetto affilia i legami con gli altri, ma questa modalità non è manipolatoria verso gli altri (invece nell’istrionico si trova l’affiliazione e l’altruismo ma in modo manipolatorio)
- Anticipazione: il soggetto anticipa nella sua immaginazione quello che succederà nella realtà e la controlla perché non tollera l’imprevedibilità e scinde la componente affettiva.
- Umorismo: il soggetto cerca il lato comico della situazione per attenuare le esperienze dolorose. Ma cii sono forme di umorismo caratterizzato dal sarcasmo (che è manipolatorio): può essere anche un’identificazione proiettiva in quanto siamo nell’area borderline.
- Autoaffermazione o autodeterminazione: coincide con una buona affermazione dell’aggressività. Kernberg afferma che quando è integrata l’aggressività si ha una prevalenza delle pulsioni libidiche (in pratica prevale sempre l’amore) sulle pulsioni aggressive (questo non si ha nel soggetto borderline).
- Auto-osservazione: il soggetto riesce a pensare come lo vedono gli altri, mentre il borderline entra in confusione perché non vi è una buona integrazione dell’identità, si ha un’incapacità della funzione riflessiva; mentre l’ossessivo è angosciato da ciò che gli altri pensano di lui.
- Sublimazione: il soggetto si dedica ad attività che hanno un senso sociale per elaborare le proprie funzioni libidiche
- Repressione: il soggetto mette un limite a se stesso (ma questo limite non implica la scissione della componente affettiva né della componente cognitiva)
- Altruismo: ci deve essere un chiaro e dimostrabile rapporto funzionale tra i sentimenti dell'individuo e la risposta altruistica.
Domande da interrogazione
- Chi ha scoperto e sistematizzato i meccanismi di difesa?
- Quali sono le principali categorie di difese secondo Perry?
- Cosa caratterizza le difese di acting?
- Qual è la funzione delle difese narcisistiche?
- Come si distinguono le difese mature dalle altre?
I meccanismi di difesa sono stati scoperti da Freud nel 1894, mentre Anna Freud è stata la prima a sistematizzarli.
Secondo Perry, ci sono sette tipi di difese: difese di acting, difese borderline, difese di diniego, difese narcisistiche, difese nevrotiche, difese ossessive e difese mature.
Le difese di acting sono le più gravi e implicano un grave deficit della funzione riflessiva, come l'acting out e l'aggressione passiva.
Le difese narcisistiche regolano il deficit dell'autostima e includono svalutazione, onnipotenza e idealizzazione.
Le difese mature sono adattive, non implicano la rimozione del pensiero né dell'affettività e includono affiliazione, anticipazione, umorismo, autoaffermazione, auto-osservazione, sublimazione, repressione e altruismo.