Concetti Chiave
- I numeri, spesso considerati oggettivi, possono essere influenzati dalle emozioni, alterando la percezione della realtà.
- Daniel Kahneman ha dimostrato che l'irrazionalità permea tutte le decisioni, non solo quelle economiche, portando a errori sistematici.
- Fattori come pigrizia, sopravvalutazione delle competenze e paura del cambiamento influenzano negativamente le decisioni.
- Le persone tendono a seguire logiche irrazionali, ignorando la massimizzazione dell'utilità economica e basandosi su giudizi superficiali.
- Si mette in discussione l'efficacia dell'educazione matematica nel promuovere il pensiero razionale nelle decisioni quotidiane.
Indice
L'illusione dei numeri
Neanche i numeri riescono a mantenere la propria neutra oggettivit di fronte alla componente emotiva del nostro vivere che altera e distorce le percezioni della realt. Cosa c di pi chiaro, sicuro ed inequivocabile di un numero? Eppure, non cos! Una volta usciti dal rigoroso contesto che si materializza nellatto di lavorare con una penna e un foglio a quadretti, il risultato di logica e raziocinio viene ammantato dai filtri delle suggestioni che ne stravolgono lessenza.
Irrazionalità nelle decisioni
Non ha importanza quanto preciso possa essere il responso di Excel, una volta spento il computer, dinanzi alla decisione da prendere, le persone si abbandonano ad unincontrollabile irrazionalit che nella maggior parte dei casi porta allerrore.
Le tortuose vie che conducono alle scelte e alle decisioni manifestano caratteristiche cos eclatanti da aver incuriosito specialisti del mondo della psicologia cognitiva, delle neuroscienze e delleconomia sperimentale. Sono tanti i nomi illustri che hanno brillantemente studiato e analizzato questinclinazione allerrore e al bizzarro, ma molto probabilmente Daniel Kahneman rappresenta il personaggio di spicco di questa autorevole schiera. Con i suoi test astuti e ben ideati, il premio Nobel per leconomia, mette a nudo tutta una serie di cattive procedure mentali che le persone seguono nel momento in cui devono fare delle valutazioni. Dagli esperimenti eseguiti, emerge che i fattori di irrazionalit non sono collegati soltanto a scelte di tipo economico, dove, effettivamente, il rischio di rimetterci dei soldi potrebbe condizionare la lucidit dellinteressato; non c irrazionalit soltanto nei casi in cui da una decisione potrebbero scaturire conseguenze importanti per la salute o addirittura per la sopravvivenza di persone (poche o tante che siano). I risultati di Kahneman affermano che lirrazionalit permea tutti gli ambiti della nostra vita, dalle questioni pi insignificanti a quelle pi rilevanti. I test somministrati ai campioni scelti portano a concludere che gli errori che si commettono hanno addirittura una loro beffarda sistematicit. Insomma, gli errori si compiono con metodo e regolarit.
Difetti cognitivi comuni
Il calcolo delle probabilit non sembra giocare alcun ruolo di supporto per chi deve prendere decisioni. Questultimo fatto non riguarda soltanto chi non ha le conoscenze per potersene avvalere, ma anche chi, pur avendo un livello alto distruzione e avendo specificatamente studiato materie concernenti la probabilit e i modelli di supporto alle decisioni, non riesce tuttavia a districarsi con lucidit e con capacit di giudizio. Alcuni dei difetti che emergono da questi studi sono ben noti. La pigrizia, che scoraggia ogni tipo di intraprendenza ad approfondire meglio e con maggiore scrupolo la questione da valutare; la sopravvalutazione delle proprie conoscenze e competenze; il conservatorismo, che impedisce di modificare i propri punti di vista nel timore di mettere in discussione le certezze (certezze???) ormai consolidate; lincessante ricerca del piacere e la necessaria fuga dal dolore, caratteristiche fondamentali della personalit che fanno cogliere in maniera enormemente diversa la percezione di guadagno e la percezione di perdita; lincapacit di rimanere lucidi di fronte a elementi di disturbo e di concentrarsi sul nocciolo della questione (a volte basta soltanto presentare la questione in modo diverso, incorniciandola in un contesto leggermente differente, per ribaltare il criterio di scelta).
Economia e percezione distorta
Alla luce dei risultati, sembra addirittura venir meno anche un caposaldo della teoria economica, cio il desiderio di conseguimento della massima utilit. Di fronte a decisioni di tipo monetario, pi che alla sostanza dei fatti, si bada al compiacimento di logiche incomprensibili che, a dispetto di valore reale e valore nominale, perseguono obiettivi penalizzanti, ma evidentemente non percepiti come tali dai diretti interessati. La legge dei grandi numeri perde completamente la sua validit e cede il posto ad un criterio di giudizio superficiale che, senza badare alla penuria di dati a disposizione, porta a generalizzazioni ingiustificabili persino in termini intuitivi e del tutto strampalati in termini assiomatici. Ci nonostante, questo latteggiamento che trova via preferenziale dellinferenza quotidiana. Se qualcuno, nel leggere questo articolo, pensa di essere immune a questi errori di valutazione e di appartenere ad una categoria di persone pi attente e scrupolose, devo purtroppo deludere tale convinzione poich gli studi citati denunciano che ad incorrere negli stessi inganni sono anche persone che meritano lappellativo di esperti.
Di fronte a questo scenario, naturale domandarsi come sia possibile essere cos pericolosamente ostaggio dellemotivit. Mi viene in mente un celebre riferimento che rappresenta da lungo tempo una sorta di guida verso un ottimale percorso didattico. Si tratta della relazione di Giosu Carducci e Francesco Rossetti a conclusione di unispezione effettuata in un liceo di Arezzo nel 1877. Il contenuto di questa relazione riguarda gli obiettivi che deve perseguire linsegnamento della matematica negli studi secondari. In tale occasione veniva suggerito di proporre con convinzione lo studio dei testi di Euclide, non tanto allo scopo di formare matematici propriamente detti, ma piuttosto di preparare menti che, dallo studio dei libri di Euclide, escano pi disciplinate e rafforzate. Viene da chiedersi che ne stato delladdestramento alla disciplina e al ragionamento perpetrato sui banchi di scuola, dato che gli studi di Kahneman presentano risultati che vanno in direzione completamente opposta a quel tipo di conferma. Forse il ricorso a logica e rigore analitico incoraggiato dallo studio della matematica finisce nel momento stesso in cui finisce la specifica attivit di studio? Forse la pratica del ferreo raziocinio matematico non ha nulla a che vedere con le capacit di valutazione richieste dalla quotidianit, per la cui comprensione c bisogno di schemi valutativi completamente diversi? Domenico Signorelli
Domande da interrogazione
- Qual è l'influenza dell'emotività sulle decisioni razionali?
- Chi è uno dei principali studiosi dell'irrazionalità nelle decisioni umane?
- Quali sono alcuni difetti cognitivi che influenzano le decisioni?
- Come si manifesta l'irrazionalità nelle decisioni economiche?
- Qual è il ruolo dell'educazione matematica nella formazione del pensiero razionale?
L'emotività altera e distorce le percezioni della realtà, portando a decisioni irrazionali anche quando si dispone di dati oggettivi e precisi.
Daniel Kahneman è uno dei principali studiosi, noto per i suoi test che rivelano le cattive procedure mentali nelle valutazioni.
Alcuni difetti includono la pigrizia, la sopravvalutazione delle proprie conoscenze, il conservatorismo e l'incapacità di concentrarsi sul nocciolo della questione.
L'irrazionalità porta a perseguire obiettivi penalizzanti, ignorando il valore reale e nominale, e si basa su logiche incomprensibili.
L'educazione matematica dovrebbe disciplinare e rafforzare le menti, ma gli studi suggeriscono che il rigore analitico non sempre si traduce in capacità di valutazione nella vita quotidiana.