Concetti Chiave
- L'esperimento di Watson e Ryaner ha dimostrato che il condizionamento classico può causare fobie, associando uno stimolo neutro a uno avverso per generare paura.
- La Teoria a 2 stadi di Mowrer suggerisce che l'evitamento riduce la paura, ma rinforza negativamente le fobie impedendo l'esposizione alla situazione temuta.
- La teoria di Mineka introduce variabili individuali e contestuali, come la percezione di controllo, che influenzano il condizionamento delle fobie.
- Le fobie sono considerate reazioni di fuga o attacco e possono derivare da esperienze passate o interpretazioni errate di eventi innocui.
- Le fobie possono essere trattate con approcci non farmacologici, comportamentali, cognitivi e farmacologici, a volte combinando terapie psicologiche e farmacologiche.
Indice
Esperimento di Watson e Ryaner
L’esperimento classico di Watson e Ryaner con il piccolo Albert ha dimostrato il ruolo del condizionamento classico nell’insorgenza delle fobie. L’associazione temporale tra lo stimolo neutro (topo) associato a uno stimolo avverso (forte rumore) produceva una reazione condizionata → paura.
Teoria a 2 stadi di Mowrer
Successivamente è stata sviluppata Teoria a 2 stadi di Mowrer secondo la quale una volta che si è instaurata la risposta di paura attraverso un processo di condizionamento classico, il soggetto mette in atto un comportamento di evitamento per ridurre la risposta di paura, ansia dell’oggetto fobico nella situazione fobica.
Questo comportamento, che rappresenta un rinforzo negativo, diventa un fattore di mantenimento perché non permette alla persona di stare in presenza dell’oggetto o nella situazione temuta.
Queste teorie non giustificano il fatto che alcune persone davanti a stimoli avversi non sviluppano fobie: ad esempio una persona morsa da un cane non sperimenta una fobia per i cani.
Teoria di Mineka e variabili contestuali
La teoria di Mineka ha ipotizzato la presenza non solo di variabili individuali, ma anche variabili contestuali come la percezione di controllo sulla situazione durante un evento negativo → è in grado di influenzare sia la velocità sia la forza del condizionamento.
Tra le teorie più recenti troviamo alcuni autori, i quali sostengono che le fobie possono essere concettualizzate come una sorta di fuga o di attacco, innescate in modo eccessivo davanti a situazioni o oggetti temuti.
Questa paura può, inoltre, avere origini sia da una giusta valutazione di un evento passato, sia da una stima inaccurata e minacciosa di un evento innocuo o può avere origine da trasmissione verbale.
Tipologie di fobie e trattamenti
Le fobie sono paure di oggetti o situazioni specifiche e la paura è così angosciante che il soggetto evita l’oggetto temuto o la situazione fobica (es. prendere l’aereo, ecc.). una reazione di paura collegata a uno stimolo che produce una forte tensione tale da provocare disturbi emotivi ma anche una compromissione sia a livello sociale che lavorativo. Spesso le persone riconoscono come spropositata e irrazionale questa forte paura, ansia ma per gestirla mettono in atto comportamenti di evitamento dello stimolo temuto.
Le fobie spesso sono legate a tematiche: fobie di animali (ragni, scarafaggi, ecc.,), ambienti naturali (acqua, temporali, altezza, ecc.), sangue, iniezioni e ferite o situazioni specifiche (prendere l’aereo, ascensore, cc.).
Ci sono diverse tipologie di trattamento:
• Non farmacologici→ tecnica utilizzata per disturbo post traumatico da stresso e per il trattamento di fobie specifiche
• Comportamentali
• Cognitivi
• Farmacologici
• Per alcuni è possibile integrare un trattamento psicologico a uno farmacologico
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del condizionamento classico nell'insorgenza delle fobie?
- Come si spiega il mantenimento delle fobie secondo la Teoria a 2 stadi di Mowrer?
- Perché alcune persone non sviluppano fobie nonostante esperienze avverse?
- Quali sono i trattamenti disponibili per le fobie?
L'esperimento di Watson e Ryaner ha dimostrato che il condizionamento classico può portare all'insorgenza delle fobie attraverso l'associazione di uno stimolo neutro con uno stimolo avverso, producendo una reazione di paura condizionata.
La Teoria a 2 stadi di Mowrer suggerisce che una volta instaurata la risposta di paura, il soggetto adotta comportamenti di evitamento per ridurre l'ansia, il che funge da rinforzo negativo e mantiene la fobia.
La teoria di Mineka propone che variabili individuali e contestuali, come la percezione di controllo durante un evento negativo, influenzano la velocità e la forza del condizionamento, spiegando perché non tutti sviluppano fobie.
I trattamenti per le fobie includono approcci non farmacologici, comportamentali, cognitivi e farmacologici, e in alcuni casi è possibile integrare trattamenti psicologici con quelli farmacologici.