Concetti Chiave
- Il disadattamento senile è influenzato dalla perdita di ruolo sociale e autonomia, causando frustrazione e un senso di inutilità negli anziani.
- Fattori come la perdita di persone care e la difficoltà di adattarsi ai cambiamenti sociali contribuiscono al disagio degli anziani.
- Nonostante il calo delle capacità specifiche come memoria e attenzione, l'intelligenza complessiva degli anziani non è significativamente compromessa.
- Le società preindustriali offrivano un senso di continuità e realizzazione agli anziani, mentre oggi i loro contributi sono spesso superati e dimenticati.
- Il tasso di suicidi è più alto nella vecchiaia, con una correlazione evidente tra età avanzata e aumento del rischio, soprattutto tra gli uomini.
Indice
- Disadattamento senile e autostima
- Fattori emotivi e sociali
- Cambiamenti nelle società preindustriali
- Statistiche sui suicidi in vecchiaia
Disadattamento senile e autostima
In questo appunto di psicologia viene descritto il cosiddetto disadattamento senile. La situazione dell'anziano è spesso frustrante perché perde di potenza biologica e assiste alla diminuzione del suo ruolo sociale.
La situazione dell'anziano è spesso frustrante in quanto, con la perdita di potenza biologica e la diminuzione del ruolo sociale, viene intaccato il senso di integrità personale e il concetto di autostima. Il vecchio ha spesso bisogno di aiuto di altri per compiere alcuni raggiungimenti fisici e psichici e non si sente autonomo; il pensionamento, e per molte donne l'assunzione di un ruolo secondario in famiglia rispetto alla nuora, possono rappresentare un trauma. Altri fattori, come la perdita di persone care, la disgregazione dell'unità familiare, la difficoltà di riconoscersi nei costumi e nelle espressioni delle generazioni più giovani contribuiscono, spesso, al senso di disadattamento dell'anziano. Alcuni studi hanno dimostrato che, per quanto riguarda l'intelligenza, l'anziano presenta spesso un rendimento inferiore non per un declino delle capacità intellettuali nel loro complesso ma per una diminuzione di attitudini specifiche quali la memoria a breve termine, l'attenzione percettiva, la flessibilità mentale, attitudini che contribuiscono alla soluzione rapida di taluni test mentali.

Fattori emotivi e sociali
Molti altri studi, tra cui alcuni effettuati in Italia, concordano nel ridimensionare lo stereotipo dell'anziano come "meno capace" dal punto di vista intellettuale. In generale si può affermare che il disadattamento dell'anziano non deriva tanto dal declino intellettuale quanto piuttosto da fattori emotivi e connessi all'integrazione sociale, quali la cessazione delle attività lavorative e l'esclusione da un ruolo predominante della vita familiare che portano, a volte, ad uno stato di ansietà e di frustrazione.
Cambiamenti nelle società preindustriali
Nelle società preindustriali l'individuo può prevedere quali saranno i risultati del proprio lavoro e vederne i frutti nell'età avanzata: questo era il caso delle imprese a carattere familiare di tipo agricolo, artigianale o commerciale in cui i figli perseguivano il lavoro del padre e il vecchio continuava a vedere i propri raggiungimenti e a considerarli come qualche cosa che gli sarebbe sopravvissuto. Nella società odierna, invece, il vecchio non vede durare i propri raggiungimenti in quanto essi sono spesso superati rispetto a nuove soluzioni: per esempio, in agricoltura prevalgono nuovi metodi e gli stessi frutteti piantati anni prima possono essere distrutti per installare nuovi tipi di coltura, l'impresa artigianale si trasforma o scompare, le piccole aziende possono essere assorbite dai monopoli; l'anziano si sente perciò superato dagli avvenimenti e non può assistere, come un tempo, allo sviluppo dei propri raggiungimenti.
Statistiche sui suicidi in vecchiaia
Non stupisce quindi che la vecchiaia sia l'età in cui i suicidi sono più numerosi. Una statistica dell'OMS redatta per l'anno 1980 dimostra come in tutti i paesi europei, tra cui l'Italia, mil tasso massimo di suicidi si verifichi all'età di settant'anni per l'uomo; per la donna il tasso è nettamente inferiore e raggiunge valori massimi intorno ai sessant'anni. Mentre fino all'età di cinquantacinque anni si hanno 0.5 suicidi ogni mille abitanti, dopo i cinquantacinque anni la media sale alle 1.5 per mille e cioè circa tre volte superiore. Le statistiche redatte sin dai tempi di Durkheim (uno dei primi studiosi che si occupò del suicidio) dimostrano chiaramente come con l'età vi sia un progressivo aumento di suicidi dell'uomo, come nella donna il fenomeno sia meno rilevante e come nell'anziano solo (celibe o vedovo) il suicidio sia più frequente che in quello coniugato.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali cause del disadattamento senile?
- Come influisce il pensionamento sul senso di autostima degli anziani?
- In che modo la società moderna contribuisce al senso di disadattamento degli anziani?
- Quali sono le differenze di genere nei tassi di suicidio tra gli anziani?
- Quali fattori possono ridurre il rischio di suicidio negli anziani?
Il disadattamento senile è causato dalla perdita di potenza biologica, dalla diminuzione del ruolo sociale, dalla necessità di aiuto per compiti fisici e psichici, e da fattori emotivi e sociali come il pensionamento e la perdita di persone care.
Il pensionamento può rappresentare un trauma per gli anziani, poiché contribuisce alla diminuzione del loro ruolo sociale e intacca il senso di integrità personale e autostima.
Nella società moderna, gli anziani vedono i loro raggiungimenti superati da nuove soluzioni, sentendosi così superati dagli avvenimenti e incapaci di assistere allo sviluppo dei propri successi.
I tassi di suicidio sono più alti negli uomini anziani, raggiungendo il picco a settant'anni, mentre per le donne il tasso è inferiore e raggiunge il massimo intorno ai sessant'anni.
Il rischio di suicidio è minore negli anziani coniugati rispetto a quelli soli (celibi o vedovi), suggerendo che il supporto sociale e familiare può ridurre il rischio.