Concetti Chiave
- L'ICF è un sistema di classificazione globale per valutare la salute e i suoi effetti, combinando modelli medici e sociali per promuovere la partecipazione sociale delle persone con disabilità.
- Il supporto alle famiglie di persone diversamente abili si basa sul lavoro sociale di rete, gruppo di auto-mutuo aiuto e momenti di tregua, per migliorare l'efficienza familiare e l'integrazione sociale.
- Il modello sociale della disabilità si concentra sulla normalizzazione e integrazione, mirando a garantire opportunità di vita comuni e una qualità di vita elevata attraverso la presa in carico globale.
- La disabilità intellettiva, secondo il DSM-5, è un disturbo del neurosviluppo che si manifesta con deficit intellettivi e adattativi, valutati attraverso analisi cliniche e test standardizzati.
- Il modello medico-biologico della disabilità si focalizza sulla prevenzione e riabilitazione attraverso interventi fisici, psicologici e sociali per ridurre l'emarginazione e favorire l'inclusione.
Indice
Distinzione tra menomazione, disabilità e handicap
L’OMS nel 1980 ha pubblicato il documento ICIDH in cui si opera una distinzione tra i concetti di menomazione, disabilità e handicap.
Menomazione: Qualsiasi perdita o anomalia a carico di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche.
Disabilità: Qualsiasi restrizione o carenza (conseguente a menomazione) a svolgere un’attività nel modo o nei limiti ritenuti normali per un essere umano.
Handicap: Condizione di svantaggio conseguente ad una menomazione o ad una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento di un ruolo normale in relazione all’età, al sesso e ai fattori socioculturali.
Sistema di classificazione ICF
L’ICF è un sistema di classificazione per la valutazione delle condizioni di salute, delle conseguenze di tali condizioni e dei fattori ad esse correlati.
Esso è uno strumento scientifico e statistico applicabile a qualsiasi persona, indipendentemente dal suo stato, sesso, razza, età o qualsiasi altro fattore.
E’ inoltre uno strumento clinico, educativo e di politica sociale.
L’ICF è diviso in due parti:
Parte 1: La prima parte considera il funzionamento e la disabilità della persona e si riferisce al corpo come all’organismo umano nella sua interezza, compresi gli aspetti mentali. L’organismo ha due “domini”: le funzioni corporee (b = body) e le strutture corporee (s = structure).
La prima parte comprende, inoltre, l’attività e la partecipazione (d = domain).
Parte 2: La seconda parte dell’ICF considera i fattori contestuali che rappresentano l’intero “retroterra” della vita e della conduzione dell’esistenza di un individuo. Di questi sono compresi:
- I fattori ambientali (e = environment)
- Il livello individuale
- Il livello sociale
I fattori personali sono costituiti dal background personale della vita e dell’esistenza di un individuo.
Il quadro personale però non è oggetto di valutazione da parte dell’ICF.
L’ICF afferma che il termine “disabilità” indica gli aspetti negativi dell’interazione tra un individuo e i fattori contestuali di quell’individuo.
L’ICF inoltre integra il modello medico con il modello sociale.
In tale ottica l’assistenza medica è insufficiente se non si attuano le modifiche ambientali necessarie per la piena partecipazione delle persone con disabilità in tutte le aree della vita sociale.
Approccio del lavoro sociale di rete
L’approccio del “lavoro sociale di rete” sembra essere quello più in grado di realizzare l’obiettivo di un supporto adeguato alle famiglie.
Le cure e gli interventi più appropriati dovrebbero essere forniti in modo tale da rendere gli utenti capaci di vivere nel modo più normale possibile, minimizzando i danni che subisce la loro vita nella comunità.
Va superata la barriera mentale dell’approccio orientato alla patologia e vanno potenziate le risorse personali, familiari e comunitarie.
Un’opportunità di supporto alle famiglie è data dai gruppi di auto-mutuo aiuto tra genitori o familiari.
La partecipazione a tali gruppi potenzia le capacità dei familiari e promuove l’impegno attivo nella riabilitazione e nell’integrazione sociale, scolastica e lavorativa del figlio.
E’ importante che la famiglia abbia la possibilità di fruire di “momenti di tregua” (respite) nel suo compito assistenziale.
Compito degli operatori è anche aiutare la famiglia a divenire più efficiente nel suo ruolo di ricerca di una rete informale di sostegno.
Il sostegno può essere portato da una “famiglia estesa”, dai parenti e dal vicinato.
Indicazioni di lavoro
Le forme di intervento
Modello medico-biologico e prevenzione
Il modello medico-biologico
Tale modello parte dalla patologia e dalla menomazione del soggetto. Ha obbiettivi di tipo medico, come la prevenzione della patologia, la sua diagnosi, l’individuazione degli interventi terapeutici e riabilitativi.
La prevenzione può essere:
- Primaria: Ha lo scopo di ridurre, controllare o eliminare le cause di malattie e incidenti;
- Secondaria: Rivolta a rallentare e limitare il decorso delle singole malattie contratte dagli individui;
- Terziaria: Tende a impedire o contenere l’aggravamento di malattie già in atto.
Riabilitazione: Si intende una serie di interventi tesi a togliere la persona dallo stato di emarginazione in cui si trova per effetto della sua menomazione, per inserirlo in una condizione occupazionale e sociale il più possibile paritaria rispetto alle altre persone. La riabilitazione riguarda tre aspetti:
- Aspetti fisici;
- Aspetti psicologici;
- Aspetti sociali.
Modello sociale e integrazione
Il modello sociale cerca di agire soprattutto sui fattori sociali con lo scopo di realizzare i due obiettivi della normalizzazione e dell’integrazione:
- Normalizzazione significa pensare e agire il più possibile in termini di azioni e opportunità di vita che siano comuni a tutte le persone: vivere i comportamenti di tutti, i luoghi di tutti, gli stessi obiettivi e le stesse risorse.
- Integrazione significa la “presa in carico globale” del soggetto diversamente abile, per realizzare un progetto che sia in grado di garantirgli la più alta qualità della vita possibile. Il soggetto viene seguito in tutte le fasi del suo ciclo vitale nei vari contesti ambientali in cui è inserito.
Disabilità intellettiva secondo il DSM-5
Per il DSM-5 la disabilità intellettiva fa parte dei disturbi del neurosviluppo che si manifestano nelle prime fasi dello sviluppo mediante deficit che compromettono in varie maniere e a diversi livelli il funzionamento personale, sociale, scolastico o lavorativo del soggetto.
Per il DSM-5 la caratteristica fondamentale della disabilità intellettiva è costituita dal deficit del funzionamento intellettivo generale e da limitazioni della capacità di adattarsi all’ambiente. Tali manifestazioni hanno esordio durante il periodo dello sviluppo.
Il funzionamento intellettivo generale è valutato attraverso la valutazione clinica e i test d’intelligenza.
Il funzionamento adattivo è valutato attraverso la valutazione clinica e misurazioni standardizzate e personalizzate che interessano i normali ambiti di vita del disabile e coinvolgono vari soggetti come parenti insegnanti, counselor e la persona stessa.
Domande da interrogazione
- Qual è la distinzione tra menomazione, disabilità e handicap secondo l'OMS?
- Che cos'è il documento ICF e quale scopo serve?
- Quali sono le strategie di supporto per le famiglie dei diversamente abili?
- In che modo il modello sociale differisce dal modello medico-biologico?
- Come viene definita la disabilità intellettiva nel DSM-5?
L'OMS distingue tra menomazione (perdita o anomalia delle funzioni), disabilità (restrizione nel compiere attività normali) e handicap (svantaggio che limita il ruolo sociale).
L'ICF è un sistema di classificazione per valutare le condizioni di salute e i fattori correlati, integrando il modello medico con quello sociale per promuovere la partecipazione sociale delle persone con disabilità.
Le strategie includono il lavoro sociale di rete, gruppi di auto-mutuo aiuto, momenti di tregua per le famiglie e il supporto da parte di una rete informale di sostegno.
Il modello sociale si concentra sui fattori sociali per promuovere normalizzazione e integrazione, mentre il modello medico-biologico si focalizza sulla patologia e la riabilitazione medica.
La disabilità intellettiva è definita come un disturbo del neurosviluppo con deficit nel funzionamento intellettivo e adattivo, valutato attraverso test clinici e misurazioni standardizzate.