Concetti Chiave
- Aurelio Agostino, nato nel 354 a Tageste, si converte al Cristianesimo tra il 384 e il 386, diventando vescovo nel 395.
- Nel "De Magistro", Agostino sostiene che l'autoformazione è il principio fondamentale dell'educazione, criticando l'insegnamento tradizionale.
- Le "Confessioni" di Agostino offrono un percorso di autoeducazione spirituale, criticando la pratica scolastica ellenistica.
- Agostino descrive le parole come strumenti di mediazione che non producono conoscenza, enfatizzando l'apprendimento interiore.
- Benedetto da Norcia, nato nel 480, fonda il monastero di Montecassino nel 528, trasformando i monasteri in centri di cultura.
Nasce a Tageste, in Africa, nel 354 e riceve una formazione classica. Nel 383 parte diretto in Italia, e tra il 384 e il 386 si converte al Cristianesimo. Nel 395 diventa vescovo, e nel 430 all’età di 76 anni muore.
Agostino sostiene che il principio fondamentale dell’educazione è l’autoformazione. Egli ritiene che l’insegnamento sia impossibile: o l’allievo sa già quello che il maestro gli comunica attraverso il linguaggio, e lo capisce, o non lo sa, e in quel caso le parole sono per lui prive di significato.
Attraverso l’esempio autobiografico, Agostino, mostra le caratteristiche di un itinerario di autoeducazione spirituale. Ci sono le riflessioni sull’educazione che portano ad una critica esplicita della pratica scolastica ellenistica: l’autore ci lascia un ritratto della propria esperienza scolastica, caratterizzata da maestri che usano la correzione violenta e il rifiuto del gioco come principi educativi.
Indice
Il ruolo delle parole nell'apprendimento
Agostino afferma che le parole ci presentano le cose; ma se noi conosciamo le cose direttamente, le parole non servono. Con le parole noi impariamo solo suoni, e non significati. Quando pronunciamo o sentiamo pronunciare delle parole, sappiamo quello che significano o non lo sappiamo. Se lo sappiamo, esse ci permettono di ricordare, ma non ci insegnano; se non lo sappiamo, non risvegliano il ricordo, ma almeno ci inducono alla ricerca.
Mediazione e trasmissione del sapere
Agostino sottolinea che la funzione di chi insegna e educa è una funzione di mediazione. Il sapere e la verità non vengono prodotti dal maestro, ma vengono trasmessi. Agostino però dimostra che la trasmissione è impossibile per il limite del linguaggio, e per il fatto che il giudizio sulla verità di quanto viene comunicato dipende solo da chi apprende. La ragione dell’apprendimento va cercata all’interno del discepolo, mentre il maestro esterno può solo “ammonire„ all’apprendimento.
Nasce a Norcia nel 480, e studia letteratura a Roma, dove decide di intraprendere la vita ascetica. Nel 528 fonda il primo nucleo del futuro monastero di Montecassino. Muore nel 547 a 67 anni.
Regole monastiche e importanza del lavoro
È un testo pedagogico, in cui sono indicati i comportamenti che devono essere trasmessi a chi li accetta. Il monastero è una scuola di educazione religiosa in cui l’abate non deve insegnare o stabilire nient’altro al di fuori del precetto del Signore. Nel testo troviamo le norme che disciplinano la vita dei monaci, fissando i voti fondamentali, caratterizzanti la vita monastica.
Grande importanza hanno i libri e il lavoro. Con Benedetto, i monasteri diventano grandi fonti di cultura. Viene affrontato nel nell’opera, il tema del lavoro, il quale viene interpretato come il completamento dell’attività di preghiera.
Domande da interrogazione
- Qual è il principio fondamentale dell'educazione secondo Agostino?
- Come Agostino descrive la funzione del maestro nell'apprendimento?
- Quali critiche Agostino muove alla pratica scolastica ellenistica?
- Qual è l'importanza del lavoro secondo Benedetto da Norcia?
Agostino sostiene che il principio fondamentale dell'educazione è l'autoformazione, poiché l'insegnamento è impossibile se l'allievo non conosce già ciò che il maestro comunica.
Agostino descrive la funzione del maestro come una mediazione, poiché il sapere e la verità non vengono prodotti dal maestro ma trasmessi, e l'apprendimento dipende dal discepolo.
Agostino critica la pratica scolastica ellenistica per l'uso della correzione violenta e il rifiuto del gioco come principi educativi, come descritto nelle sue "Confessioni".
Secondo Benedetto da Norcia, il lavoro è interpretato come il completamento dell'attività di preghiera, ed è fondamentale nella vita monastica come indicato nella "Regula Monasteriorum".