Concetti Chiave
- G.D. Romagnosi, nato nel 1761, ebbe una formazione influenzata dalle idee sensistiche di Condillac e fu docente di diritto in diverse università italiane.
- Considerava l'educazione un problema politico nazionale e promuoveva l'istruzione pubblica obbligatoria e gratuita, simile al pensiero di Vincenzo Cuoco.
- La sua idea pedagogica originale di "incivilimento" identifica i fattori storici che trasmettono la civiltà tra i popoli e richiedono condizioni favorevoli per avere successo.
- Romagnosi sosteneva che l'istruzione debba educare a pensare, seguendo le idee di Rousseau e Vico, e non solo indottrinare.
- Influenzato dal sensismo, Romagnosi vedeva l'educazione come direzione attiva per formare abitudini e rendere gli individui idonei a determinate funzioni.
G.D. Romagnosi: il pensiero pedagogico
Nato a Salsomaggiore nel 1761, dopo aver avuto una formazione ispirata alle idee sensistiche di Condillac, si laureò in giurisprudenza e fu docente di diritto all’Università di Parma, di Pavia e di Milano. ricoprì anche importanti incarichi all’interno del governo italiano.
Ebbe un senso vivissimo del problema educativo come problema politico nazionale. Tuttavia rimase ancora prigioniero degli schemi illuministici anche se ne allontanò con alcuni concetti, come quello della spontaneità spirituale.
Nello scritto “Scienza delle costituzioni”, parla ampiamente dell’istruzione pubblica, esprimendo concetti molto simili a quelli sostenuti da Vincenzo Cuoco pochi anni prima come quello secondo il quale l’istruzione è una funzione dello Stato e che l’insegnamento elementare deve essere obbligatorio e gratuito.
La sua idea pedagogica più originale è quella dell’incivilimento. Egli stabilisce i fattori e le leggi storiche che segnano lo sviluppo della civiltà umana e mette in rilievo quelli che egli chiama fattori “dativi” dell’incivilimento, cioè quegli elementi storici (colonie, conquiste, ecc.) per mezzo dei quali la civiltà viene trasmessa da un popolo all’altro; tuttavia, per portare i benefici sperati, i fattori dativi devono trovare il terreno adatto nelle attitudini naturali e nelle circostanze storiche favorevoli. Nei suoi scritti pedagogici, egli segue fedelmente le idee di Rousseau. Sostiene la necessità che l’istruzione sia educante, cioè lo scopo dell’educazione non è quello di indottrinare l’allievo, bensì di creare in lui una mente capace di pensare. Questo implica un’attività spirituale che, secondo il pensiero di Gianbattista Vico, passa attraverso tre stadi: senso, fantasia e ragione.
Contemporaneamente, però, Romagnosi subisce l’influenza del sensismo quando afferma che l’educazione è la direzione attiva dei poteri di un vivente, onde fargli incontrare certe abitudini e renderlo idoneo a certe funzioni.