Indice
- Cooperative Learning
- Riferimenti teorici del Cooperative Learning
- Teorie motivazionali
- Motivazione intrinseca ad apprendere
- Aumentare l’interesse degli studenti
- Teorie cognitive
- Una psicologia cognitiva costruttivista
- Teorie di elaborazione cognitiva
- La cooperazione come requisito essenziale per l’evoluzione della società italiana
- Attraverso l’abbinamento
- Conclusioni
- Sviluppo del cittadino democratico
Cooperative Learning
Nella nostra scuola si parla molto, e molto si insegna, di democrazia, ma raramente questa viene praticata in modo efficiente e consapevole nelle classi. Il cooperative learning è una modalità di gestione democratica della classe. Esso è centrato maggiormente su gruppi di lavoro eterogenei e il suo scopo è di creare un contesto educativo non competitivo, altamente responsabile e collaborativo, produttivo di processi cognitivi di ordine superiore.Il contatto con allievi migliori in situazioni cooperative incrementa l’uso di strategie di ragionamento di ordine superiore, di analisi più approfondite e critiche, risposte più creative, ecc...
Riferimenti teorici del Cooperative Learning
I principali riferimenti teorici dei metodi di Cooperative Learning, ruotano attorno a tre principali prospettive: motivazionali, sociali e cognitive.Teorie motivazionali
Secondo la prospettiva motivazionale, le strutture cooperative creano una situazione per cui l’unico modo in cui i membri del gruppo possono conseguire i propri obiettivi personali è proprio attraversoil successo del gruppo. Ciascun membro del gruppo tende ad aiutarsi l’un l’altro, affinché possa conseguire il proprio successo personale. In altre parole, le ricompense dei gruppi basate sui risultati dei gruppi stessi (o sulla somma dei risultati individuali) creano una struttura interpersonale di ricompense in cui i membri del gruppo danno o ricevono riconoscimenti sociali (come premi e incoraggiamenti) in risposta agli sforzi legati al compito dei propri compagni di gruppo.
Nelle classi tradizionali il successo di uno studente riduce e frustra le chances di successo degli altri, invece quando il clima di classe è cooperativo i gruppi elaborano norme che favoriscono il successo scolastico.
In una classe cooperativa lo studente che ce la mette tutta e che aiuta gli altri a imparare viene premiato e incoraggiato dai compagni, in una classe tradizionale ciò non si verifica.
Motivazione intrinseca ad apprendere
Nei recenti studi sull’apprendimento cooperativo è stata posta grande attenzione agli aspetti motivanti dell’apprendimento cooperativo stesso. La motivazione costituisce indubbiamente il propulsore di tutto il comportamento umano.E’ di fondamentale importanza costituire un ambiente di apprendimento stimolante, che sostenga l’interesse degli studenti e faccia in modo che essi impieghino le loro energie studiando vari argomenti secondo la propria curiosità e il proprio desiderio di apprendere.
Dewey formulò i concetti fondamentali di motivazione estrinseca e motivazione intrinseca ad apprendere nell’ambito della classe. La prima ubbidiente alle pressioni esterne, guidata e sorretta dal consenso sociale, dall’apprezzamento degli altri; in sostanza da fattori estrinseci all’attività e al comportamento che il soggetto elabora. La seconda, invece, trova nell’attività stessa, nel comportamento attivato, l’energia e la gratificazione necessarie. Nel suo libro “Scuola e società”,
Dewey scrisse: «Si presume troppo spesso che si possa dedicare attenzione direttamente a qualsiasi materia, a condizione che vi siano la disposizione e la volontà necessari, mentre il fallimento viene considerato come una mancanza di volontà o segno di indisciplina. Al bambino vengono messe davanti lezioni di aritmetica, geografia, grammatica e gli si dice di fare attenzione ad apprendere.
Ma se si eccettua la presenza di qualche interrogativo, qualche dubbio nella mente che faccia da stimolo a tale attenzione, l’attenzione riflessiva è impossibile.
Se c’é abbastanza interesse intrinseco nel materiale, vi sarà attenzione diretta e spontanea, il che va bene finché dura, ma se non c’é potere attrattivo insito nel materiale, allora sarà l’insegnante a cercare di rendere interessante il materiale con espedienti esterni, promettendo qualcosa o offrendo un compenso (rinforzo) in cambio dell’attenzione, “rendendo interessante la lezione”.
Ma l’attenzione ottenuta in tal modo è solo parziale, o suddivisa, e dipende sempre da qualcosa di esterno, quindi, quando l’interesse viene meno o la pressione diminuisce, si trae poco o nullo vantaggio dal controllo, e questa attenzione è sempre in funzione dell’imparare, cioé memorizzare risposte preconfezionate a possibili domande poste da un altro. La vera attenzione riflessiva, invece, comporta sempre il giudizio, il ragionamento, la decisione; significa che il bambino ha una sua domanda ed è attivamente impegnato nel cercare e selezionare materiale rilevante con cui dare risposte, considerando i collegamenti e le implicazioni del materiale stesso e il tipo di soluzione che comporta. Il problema è personale; dunque anche la spinta, lo stimolo all’attenzione, è personale; come anche l’insegnamento che viene garantito è un fatto personale nel momento in cui un bambino avverte un problema come proprio, tanto da autoindursi a stare attento allo scopo di trovare per esso una risposta”.
Gli studenti, a scuola, spesso sono stimolati ad apprendere in base ad obiettivi esterni e perciò essi non li sentono propri, né provengono dalle proprie curiosità, interessi, bisogni. Le scuole, inoltre, per aumentare o mantenere l’attenzione degli studenti verso gli argomenti di studio, fanno ricorso a una serie di premi e sanzioni. Tra le tecniche più utilizzate nelle nostre scuole vi è l’uso dei voti che attraverso le pagelle vengono comunicati periodicamente alle famiglie.
In molti Paesi, l’istruzione pubblica sembra aver rinunciato all’idea che la punizione attraverso i voti bassi sia una modalità per aumentare negli studenti l’interesse nei confronti dello studio. Sembra, quindi, che le scuole abbiano capito che far apprendere in modo intrinsecamente motivante non sia molto positivo per gli studenti.
Diverse ricerche hanno dimostrato che ricompense esterne come i voti possono provocare effetti diversi da quelli previsti, come ad esempio, in alcuni casi possono ridurre la motivazione degli studenti anziché aumentarla. Offrire dei premi per un risultato positivo, come ad esempio per aver imparato qualcosa, può risultare inefficace per un apprendimento successivo, poiché può distogliere gli studenti dal proprio interesse e dall’iniziativa personale di studiare una materia spontaneamente senza che vi sia un rinforzo dall’esterno.
Aumentare l’interesse degli studenti
In che modo i docenti possono sviluppare un interesse reale per l’apprendimento da parte degli studenti?Innanzitutto è fondamentale mettere a disposizione degli studenti una varietà ricca e appropriata di fonti in modo tale che essi possano ricercare personalmente le informazioni e il materiale di cui hanno bisogno per poter condurre la propria ricerca di gruppo in modo positivo.
Ma, come sostiene Dewey, agli studenti oltre ai materiali deve venir offerta l’opportunità di scegliere personalmente, ovviamente secondo limiti ragionevoli, riguardo al contenuto e al metodo del proprio studio. È Inoltre fondamentale, che gli studenti sentono che il problema che cercano di risolvere è collegato alle loro curiosità, esperienze, idee e sentimenti.
Gli studenti vengono impegnati personalmente e attivamente cooperando tra di loro per identificare problemi e pianificare le procedure per ricavare informazioni, discutono il proprio lavoro e riassumono i risultati ottenuti da ciascun membro per ottenere un prodotto finale di gruppo. In questo modo gli studenti si sentono personalmente coinvolti e quindi più interessati a studiare.
Teorie cognitive
Se le teorie motivazionali del Cooperative Learning pongono l’accento sul fatto che i valori cooperativi cambiano radicalmente le motivazioni degli studenti al lavoro scolastico, le teorie cognitive sia quelle evolutive sia quelle elaborative, enfatizzano gli effetti positivi prodotti dal fatto stesso di lavorare assieme. L’assunto fondamentale delle teorie cognitive evolutive è che l’interazione fra gli allievi su obiettivi cognitivi incrementa la padronanza dei concetti.Il gruppo di apprendimento cooperativo e l’interazione con i “pari più capaci” assume un’importanza fondamentale alla luce del concetto di “zona di sviluppo prossimale” di
Vygotskij, definito come distanza fra il livello di sviluppo effettivo e il livello di sviluppo
potenziale dell’allievo ottenibile attraverso attività di problem solving eseguita sotto la guida di un adulto o in collaborazione con i compagni più capaci.
Il contatto con i coetanei all’interno di un gruppo di collaborazione consente di ottenere comportamenti e risultati più avanzati rispetto a quelli che si conseguirebbe nelle normali attività individuali. Vygotskij descrive l’influenza dell’attività cooperativa sull’apprendimento in questo modo: «Le funzioni prima si formano nel collettivo nella forma di relazioni fra bambini e così diventano funzioni mentali per l’individuo. La ricerca mostra che la riflessione è generata dall’argomento.»
Piaget sostiene che la conoscenza di tipo sociale - come il linguaggio, i valori, le regole, la moralità, il sistema di simboli (come la lettura e la matematica) - può essere appresa solo in interazione con gli altri. La ricerca di tradizione Piagetiana si è concentrata molto sul concetto di conservazione, definita come la capacità di riconoscere che certe caratteristiche degli oggetti non cambiano al cambiare di altre. Per esempio, un bambino che non ha ancora imparato il principio della conservazione, guardando versare un liquido da un recipiente basso e largo in un altro alto e stretto dirà che il vaso alto contiene più liquido di quello basso, o tenderà a pensare che una palla di creta cambio di peso quando viene appiattita o allungata. Anche se la maggior parte dei bambini raggiungono il principio di conservazione fra i 5 e i 7 anni, numerosi studi dimostrano che il contatto fra bambini della stessa età e di diverso livello di acquisizione di tale principio, tende ad accelerare la capacità di acquisizione.
E Proprio sulla base di tutti questi studi che numerosi autori hanno chiesto l’introduzione di attività La cooperazione nelle scuole induce di per sé un più elevato livello di apprendimento. Nelle loro discussioni sul contenuto essi apprendono l’uno dall’altro attraverso il sorgere di conflitti cognitivi, l’esposizione di ragionamenti inadeguati, l’emergere di livelli superiori di comprensione.
Una psicologia cognitiva costruttivista
Le scuole e i docenti organizzano e conducono l’insegnamento in base alla propria concezione di come gli studenti sviluppano le proprie conoscenze.Nella maggior parte dei docenti esiste la concezione che le menti degli studenti sia una tabula rasa su cui imprimere le informazioni, la conoscenza. Le scuole quindi, hanno il compito di trasmettere al discente questa conoscenza, e il mezzo da esse utilizzato per raggiungere tale scopo è rappresentato dagli insegnanti e dal libro di testo, mentre il compito degli alunni è quello di assorbire e dimostrare di aver fatto proprie queste informazioni.
La psicologia costruttivista, analizza come gli studenti acquisiscono la conoscenza. Tale approccio fu sviluppato da John Dewey e da Jean Piaget e dai suoi discepoli.
La psicologia cognitiva costruttivista afferma che gli individui costruiscono le proprie nozioni della realtà grazie alla propria esperienza; esse ampliandosi gradualmente andranno a costituire la conoscenza. Le informazioni che gli insegnanti trasmettono non vengono automaticamente trasformate in conoscenza da parte dello studente, la conoscenza può emergere quando le informazioni vengono organizzate e utilizzate per costruire una personale concezione della realtà. La conoscenza è ciò che le persone costruiscono da attraverso l’esperienza, non è perciò qualcosa che essi assimilano dal mondo esterno così com’è.
Non assorbiamo il mondo; lo afferriamo e lo interiorizziamo. Non avere alcuna esperienza di un argomento e delle sue reali manifestazioni nel mondo comporta numerosi svantaggi ai fini di un apprendimento significativo per una percentuale rilevante di studenti. La maggior parte degli insegnanti è abituata a “riversare la conoscenza” nei propri studenti, invece di stimolarli a porre domande e a cercare modalità per risolvere problemi. La ricerca di gruppo propone perciò di cambiare questo modello tipico di principi e procedure all’interno della classe e ridefinire i ruoli di studenti e docenti.
Teorie di elaborazione cognitiva
Secondo la prospettiva di elaborazione cognitiva, se l’informazione deve essere ritenuta nella memoria e riferita ad altre informazioni in essa già presenti, il discente deve impegnarsi nella elaborazione del materiale. Ad esempio scrivere un riassunto o lo schema di una lezione, dal momento che essi richiedono la riorganizzazione del materiale e la selezione delle cose importanti, aiuta più che prendere semplicemente appunti.Uno dei modi più efficaci di elaborazione cognitiva è la spiegazione del materiale ad un altro studente.
Recentemente le ricerche sul “Reciprocal thinking” hanno notato che anche gli studenti di College impegnati in compiti cooperativi apprendevano materiali e procedure molto meglio degli studenti che lavoravano da soli. In questi gruppi gli studenti ricoprivano ruoli di “recaller” e di “listener”.
Il primo riassumeva le informazioni e il secondo correggeva gli errori, completava i materiali omessi, pensava ai modi per ricordare le idee principali. Entrambi risultarono imparare più degli studenti che lavoravano da soli, ma fu il recaller ad apprendere di più. In generale dalle ricerche emerge la superiorità degli studenti dei gruppi cooperativi che fornivano agli altri spiegazioni elaborate. In tali ricerche degli studenti che ricevevano spiegazioni elaborate impararono di più di quelli che lavoravano da soli, ma non tanto quanto quelli che fornivano le spiegazioni.
La cooperazione come requisito essenziale per l’evoluzione della società italiana
Slavin sostiene che la ragione principale per la quale sono nate le scuole è fornire agli studenti le conoscenze, i concetti, le abilità e la comprensione necessaria per sopravvivere nella nostra società. Ci stiamo avviando rapidamente verso società complesse, in cui il lavoro individuale, sia pure geniale, non è più sufficiente laddove risultano sempre più indispensabili l’interdipendenza positiva di ruoli e di persone nel Team e dei suoi prodotti più immediati: partecipazione, comprensione, autonomia, responsabilità, competenza sociale, interdipendenza positiva, accettazione dell’altro, del diverso.Le nuove democrazie richiedono più cooperazione e meno competizione, attraverso un nuovo sistema di valori e norme di solidarietà attiva, positiva, partecipativa.
Attraverso l’abbinamento
della valorizzazione del gruppo alla responsabilità individuale i metodi di Cooperative Learning realizzano l’uguaglianza di opportunità di successo.Conclusioni
Il Cooperative Learning, come le diverse ricerche hanno dimostrato, sembra poter risolvere molti dei grandi problemi dei nostri sistemi scolastici:- Recupero degli allievi problematici, poco motivati allo studio e con problemi affettivi, motivazionali, sociali e cognitivi di apprendimento.
- Integrazione degli allievi disadattati, diversi (handicappati, di diversi gruppi etnici, ecc). Valorizzazione degli allievi bravi (gifted students).
- Sviluppo delle competenze sociali, del senso civico, del rispetto dell’altro, della partecipazione, delle responsabilità, dell’interdipendenza.
Sviluppo del cittadino democratico
Per quanto riguarda la valorizzazione degli allievi bravi, è vero che essi forniscono risposte rapide e corrette ma spesso senza nessuna consapevolezza delle strategie messe in atto per ottenere le risposte.Un importante beneficio degli studenti migliori nei gruppi eterogenei di apprendimento cooperativo è lo sviluppo delle abilità di collaborazione e di amicizia; mentre invece negli ambienti competitivi essi sono spesso combattuti e a volte ricevono un vero e proprio ostracismo, in un ambiente cooperativo vengono visti invece come compagni positivi e desiderabili.
Le amicizie che si formano nei gruppi cooperativi hanno spesso una notevole influenza sulle variabili psicologiche e scolastiche degli individui (sicurezza, autostima, equilibrio psicologico, atteggiamento positivo verso lo studio). Per non parlare, infine, delle altre abilità che si apprendono nei gruppi cooperativi come la capacità di essere leader, di comunicare, di prendere decisioni, di gestire i conflitti; doti sociali, queste, di grande importanza negli ambienti di lavoro in cui un giorno si troveranno ad operare e, più in generale, nell’intero corso della vita.